Non è uno scherzo: Roubini oggi parla di stabilità e crescita. Ecco perché

Un economista noto per annunciare il peggio ora parla di ripresa: il suo nuovo messaggio scuote i mercati. La fiducia arriva da dove meno ci si aspetta. I toni apocalittici lasciano spazio a un’analisi più luminosa, e qualcosa si muove nel cuore dell’economia globale.

Chi ha sempre previsto il crollo ora segnala una possibile svolta. Il suo nome è sinonimo di disastri annunciati, eppure oggi guarda con occhi nuovi alle prossime stagioni economiche. I mercati lo ascoltano, ma con una sorpresa tra le righe. Cosa c’è dietro questo cambio di rotta inatteso?

Grafico mercati e calcolatrice
Non è uno scherzo: Roubini oggi parla di stabilità e crescita. Ecco perché-trading.it

Per anni è stato il volto del pessimismo economico, l’uomo che vedeva crisi ovunque, anche dove sembrava regnare la stabilità. Nouriel Roubini, soprannominato “Dr. Doom” proprio per la sua tendenza a preannunciare scenari disastrosi, ha lasciato tutti spiazzati nel giugno del 2025. Il tono delle sue analisi non è più lo stesso. La paura ha lasciato spazio a una certa apertura. Non si tratta di ottimismo sfrenato, ma di una lettura nuova, fondata su dati, trend e segnali che mostrano un mondo economico meno fragile del previsto.

È un cambio di prospettiva che non nasce dal nulla. Le tecnologie emergenti, l’effetto delle innovazioni più avanzate, e un nuovo equilibrio tra rischi e opportunità stanno disegnando un quadro più sfumato. È qui che Roubini intravede la possibilità di una crescita più resiliente, anche in un contesto ancora instabile.

Quando perfino il “Dr. Doom” vede spiragli: la tecnologia cambia le regole del gioco

La grande novità non è tanto nell’ottimismo di Roubini, quanto nel perché di questa trasformazione. I mercati azionari, secondo le sue ultime proiezioni, sono destinati a crescere in modo moderato ma costante entro la fine del 2025. L’S&P 500, in particolare, potrebbe raggiungere rendimenti vicini alla parte alta della fascia a una cifra. Fin qui, nulla di sconvolgente. Ma a fare la differenza è ciò che, secondo lui, sta alimentando questa traiettoria: la spinta irrefrenabile dell’innovazione tecnologica.

Analista che studia dei grafici
Quando perfino il “Dr. Doom” vede spiragli: la tecnologia cambia le regole del gioco-trading.it

Intelligenza artificiale, robotica, quantum computing e persino i primi passi concreti verso la fusione nucleare stanno rivoluzionando i modelli di produzione e distribuzione. In questo scenario, gli Stati Uniti potrebbero vedere la loro crescita economica media raddoppiare entro la fine del decennio. Un’affermazione audace, che però arriva supportata da indicatori reali.

Anche il peso delle tensioni commerciali e delle nuove barriere tariffarie viene ridimensionato. Roubini sostiene che l’efficienza prodotta dalla tecnologia sia in grado di compensare l’impatto negativo dei dazi. “La tecnologia prevale sui dazi”, ribadisce. È un messaggio forte, che rilegge l’economia globale non più come vittima delle guerre commerciali, ma come protagonista di una fase di trasformazione profonda.

Rischi sotto controllo e crescita più resistente: la nuova narrativa dei mercati

Roubini non dimentica le ombre, ma oggi le descrive come elementi da gestire, non come catastrofi inevitabili. Il rischio di recessione viene stimato al 25%, e se dovesse verificarsi, sarebbe lieve e temporaneo. Secondo la sua visione, la Federal Reserve sarebbe pronta a intervenire in modo rapido, contenendo eventuali effetti negativi sui mercati.

Anche il comportamento dei mercati obbligazionari, guidati dai cosiddetti “bond vigilantes”, sta spingendo i governi verso una maggiore prudenza fiscale. Questo crea un contesto più bilanciato, dove gli eccessi vengono corretti in tempo reale. Il tutto mentre le potenziali fonti di instabilità, come le crisi geopolitiche o l’alto debito, restano sotto osservazione, ma non dominano più la scena.

Il vero cambiamento, però, sta nella fiducia di fondo che emerge da questa nuova lettura. Una fiducia cauta, costruita non sull’illusione ma sull’osservazione attenta della realtà in movimento. E se persino il più cupo degli analisti oggi parla di resilienza, forse vale la pena chiedersi: il futuro potrebbe essere meno fragile di quanto sembri?

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