Novità sull’assegno di mantenimento per i coniugi, in arrivo un aggiornamento che farà aumentare l’importo

Una recente decisione della Corte di Cassazione ha rimesso al centro una questione che coinvolge molte persone separate. Tutto nasce da una norma chiara, che però sembrava riguardare solo i casi di divorzio. La legge stabilisce che l’assegno di mantenimento venga adeguato nel tempo per tenere conto del costo della vita, ma il punto è che questo adeguamento, almeno sulla carta, non si applica alla separazione.

Eppure i giudici hanno iniziato a interpretare diversamente la questione, aprendo nuove possibilità. È davvero così netta la linea tra divorzio e separazione, almeno dal punto di vista economico? Forse no. E la risposta, oggi, arriva proprio dalle aule dei tribunali.

Quando due persone si separano legalmente, iniziano una fase in cui si definiscono non solo i nuovi equilibri affettivi e familiari, ma anche quelli economici. L’assegno di mantenimento è uno degli strumenti principali per garantire continuità e tutela, soprattutto nei confronti del coniuge che si trova in una condizione più fragile.

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Novità sull’assegno di mantenimento per i coniugi, in arrivo un aggiornamento che farà aumentare l’importo-trading.it

Tuttavia, con il passare degli anni, può succedere che l’importo inizialmente fissato non sia più adeguato alla realtà economica attuale. L’inflazione, l’aumento dei prezzi e il cambiamento del costo della vita rendono urgente una riflessione sulla necessità di rivalutare gli importi. Ma la legge parla chiaro solo per il divorzio. E la separazione?

La legge prevede l’adeguamento dell’assegno solo nel divorzio ma la giurisprudenza apre anche ai casi di separazione

Secondo quanto previsto dall’articolo 5 della Legge 898 del 1970, nel momento in cui viene pronunciata la sentenza di divorzio, il giudice deve stabilire anche un criterio per l’adeguamento automatico dell’assegno di mantenimento. In genere, questo adeguamento viene calcolato in base agli indici ISTAT e serve a tutelare il valore reale dell’assegno nel tempo. È un principio fondamentale per garantire che il coniuge beneficiario non perda potere d’acquisto a causa dell’inflazione.

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La legge prevede l’adeguamento dell’assegno solo nel divorzio ma la giurisprudenza apre anche ai casi di separazione-trading.it

Eppure, per quanto riguarda la separazione, non esiste un riferimento normativo esplicito che imponga l’adeguamento automatico. L’articolo 156 del Codice Civile, che disciplina l’assegno di mantenimento in caso di separazione, non contiene alcun accenno a questo meccanismo. Tuttavia, alcune sentenze della Corte di Cassazione hanno aperto un importante spiraglio. Tra queste, spicca la sentenza n.15101 del 2004, nella quale la Suprema Corte ha affermato che anche nei casi di separazione il giudice può e deve prevedere un meccanismo di rivalutazione automatica, se ciò risulta necessario a garantire una reale equità tra le parti.

Questa interpretazione è stata confermata anche dalla Risoluzione n.448 del 2008 dell’Agenzia delle Entrate, che ha ribadito come, seguendo l’orientamento giurisprudenziale, anche in regime di separazione il mantenimento possa e debba essere aggiornato periodicamente. Una tutela che rende più stabile il quadro economico e più giusto il trattamento tra i coniugi.

L’importanza dell’adeguamento nel tempo e le conseguenze economiche reali nei casi di separazione

Il valore del tempo è centrale in ogni rapporto economico, e l’assegno di mantenimento non fa eccezione. Senza un meccanismo di adeguamento, l’importo mensile rischia di perdere efficacia nel giro di pochi anni. Basti pensare al costo della vita di oggi rispetto a quello di dieci anni fa: affitti aumentati, bollette più care, spese quotidiane più pesanti. In assenza di rivalutazione, l’assegno diventa insufficiente, e chi lo riceve si trova in difficoltà. Questo può innescare nuovi conflitti e obbligare le parti a tornare in tribunale per chiedere una modifica delle condizioni, con costi e tempi che si sarebbero potuti evitare.

Al contrario, quando il giudice prevede fin da subito un meccanismo di adeguamento, magari indicizzando l’assegno agli indici ISTAT, tutto avviene in modo automatico e senza bisogno di ulteriori interventi. È una garanzia di equità che tutela entrambe le parti, evitando che l’obbligo economico diventi insostenibile per uno e insufficiente per l’altro. Anche se la legge parla esplicitamente solo del divorzio, oggi è evidente che la separazione, sotto questo profilo, non può più essere considerata una situazione a parte. La giurisprudenza ha dato un segnale chiaro: il tempo passa per tutti, e i diritti devono sapersi adeguare.

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