In pensione con 5 anni di contributi, incredibile ma vero: in pochi lo sanno

Accedere alla pensione con pochi contributi (si parte da 5 anni) è possibile, eppure, sono pochi i lavoratori che conoscono questa prestazione assistenziale. 

Sempre in tema di pensioni e nell’attuale clima di incertezze sulla Riforma pensione, sono arrivate agli Esperti di Trading.it molte richieste di chiarimenti. Oggi esaminiamo il caso di un Lettore che chiede come fare per non perdere i contributi versati. Analizziamo il quesito e cosa prevede la normativa attualmente in vigore.

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In pensione con 5 anni di contributi è possibile, eppure, pochi lavoratori lo sanno

Il caso esposto è di un lavoratore che ha lavorato in modo continuativa com e dipendente per 13 anni, poi è stato licenziato. Ha chiesto all’INPS di versare i contributi volontari per arrivare alla pensione minima. Ma la somma dei contributi volontari da pagare è molto alta, per sette anni di contributi deve pagare circa 15.000 euro. Chiede agli esperti se è possibile avere il riconoscimento dei tredici anni versati senza arrivare ai venti anni richiesti per la pensione di vecchiaia.

I contributi versati non si perdono ma non si rimborsano

Il Lettore ha iniziato a versare i contributi dopo l’anno 1996 e i versamenti accreditati per il periodo di lavoro dipendente non sono persi e daranno comunque, la possibilità di percepire il diritto alla pensione minima. Tale misura prevede che chi è in regime contributivo può accedere alla pensione anche con solo cinque anni di contributi effettivi.

Però, non potrà accedere alla pensione con l’età di 67 anni, ma dovrà attendere 71 anni di età. Inoltre, bisogna considerar che il requisito anagrafico è variabile in base all’indice di adeguamento ISTAT, che è regola l’aspettativa di vita nel tempo. Terremoto pensioni: cosa succederà dal 2022 tra età pensionabile e scatti ISTAT

Secondo la legge vigente i contributi versati se non si raggiunge il limite contributivo richiesto per il diritto alla pensione non sono rimborsabili.

Inoltre, precisiamo che anche se l’INPS ha disposto l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari, se il  contribuente decide di non pagarli non è perseguibile con sanzioni o multe. È solo una possibilità non vincolante.

Come chiedere il versamento dei contributi volontari all’INPS

I contributi volontari sono utili per raggiungere il diritto alla pensione e sono interamente a carico del lavoratore. Possono chiedere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari coloro che hanno cessato l’attività lavorativa o hanno interrotto il rapporto di lavoro che da diritto all’obbligo assicurativo.

L’INPS concede un’autorizzazione che non decade mai e il contribuente può anche interrompere i versamenti e riprenderli in un momento successivo o non riprenderli affatto, senza presentare una nuova domanda.

Inoltre, nel caso il lavoratore riprenda l’attività lavorativa, può chiedere entro 180 giorni dall’ultima data di cessazione lavorativa, la rideterminazione dei contributi da pagare. Da considerare, inoltre, che i contributi volontari pagati possono essere indicati nella dichiarazione dei redditi alla voce “oneri deducibili” e danno diritto a un riduzione del reddito dichiarato con un eventuale rimborso o meno tasse da pagare. Tutte le informazioni e come presentare domanda telematica, si trovano sul sito INPS.

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