Pensione, andarci a 57anni con legge 104 si può: come fare

Come andare in pensione a 57 anni: legge 104, requisiti, chi può farlo e quali gli aspetti da approfondire: i dettagli al riguardo

Andare in pensione a 57anni può essere una possibilità a cui pensare, sebbene le condizioni di accesso potranno non essere ideali, o almeno non si tratterà di una prestazione previdenziale che riguarda molte fasce di lavoratori: alcuni dettagli circa requisiti, condizioni e aspetti al riguardo.

Pensione, andarci a 57anni con legge 104: come, chi può e requisiti
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Quando si parla di pensione l’interesse generale risulta essere molto alto, e tanti sono gli aspetti inerenti il sistema previdenziale del Paese, il quale permette delle uscite, come nel caso di quella a 57anni di età, agevolazioni che si applicano in base a requisiti anagrafici, se presenti le condizioni previste dalla normativa.

Di tale argomento se ne occupa trend-online.com, e si spiega che a fronte di una rigidità del sistema pensionistico che taluni riscontrano, le prospettive inerenti la riforma delle pensioni 2023 potrebbero non migliorare le cose e non andare a favore di una larga platea di lavoratori. Con la legge Fornero si ha un’uscita a 67 anni, e per farlo occorrono 20 anni di contributi.

C’è la possibilità, per chi vi rientra, rappresentata da Quota 102, come anche pensione donna oppure l’assegno Ape Sociale. Il punto inerente l’età anagrafica si muove tra 57 e 63 anni, ponendo in disparte temporaneamente i 67 anni di età; vari sono i lavoratori che impiegano la misura completamente contributiva per l’uscita dal lavoro. Per tale ragione non è improbabile farlo a 57 anni con 41 – 42 anni di contributi.

Pensione a 57 anni: alcuni dettagli al riguardo

È sempre un tema caldo, quello delle pensioni, una questione che tiene banco e che è da approfondire: si pensi ad esempio alla proposta in ottica tutela del potere d’acquisto; o ancora, con un occhio alla pensione e l’atro alle tasse più basse, dove potrebbe convenire andare all’estero e dettagli.

In merito al tema in oggetto, approfondito da trend-online.com, varie sono le scelte che potrebbero portare il soggetto lavoratore a mettersi in quiescenza a 57 anni, come nel caso della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, nota col nome di RITA; l’inerente autorizzazione a tale formula agevolata su criteri anagrafici, è consentita anche in presenza delle disposizioni presenti nella Legge 104/1992. Ancora, in ottica uscite flessibili, vi è anche Opzione Donna.

Le possibilità di scelta dunque non mancano, tuttavia vanno tenuti presenti i vincoli inerenti l’uscita anticipata. Trend-online.com spiega che l’ordinamento previdenziale prevede varie formule circa la pensione il cui ingresso si lega ad una data di scadenza, come nel caso di Quota 102, Opzione donna, anticipo Ape sociale. Tra le formule flessibili c’è Quota41, ovvero una prestazione previdenziale che consente la collezione in quiescenza a 57 anni. Seppur, con una attenta analisi. Ai fini della misura, il soggetto deve aver iniziato un percorso di lavoro a 16 anni, si legge, registrato 12 mesi di contribuzione entro i 19 anni e maturato 41 anni di versamenti.

Andare in pensione in anticipo a 57 anni, chi può chiederlo

Rispetto al tema in oggetto, viene spiegato che la RITA consente un’uscita anticipata a cinquantasette anni, riguarda l’attivazione dei fondi complementari a cui il lavoratore è registrato. L’accesso a tali fondi complementari non è possibile per tutte le categorie di lavoro. In sintesi, è la categoria lavorativa di appartenenza del lavorato che rimpingua il fondo dal stipendio.

Un aspetto necessario ai fini dell’anticipo pensionistico o del riscatto. Al di là di tutto, vi sono delle condizioni in cui il l’eventuale soggetto interessato deve rientrare. In via generale, la registrazione al fondo pensione RITA è possibile per la categoria di lavoratori dipendenti, autonomi, professionisti ecc.

Si legge che si può sostenere la RITA anche tramite il TFR, ma in tal caso bisogna tener conto di altri aspetti, ovvero: attendere almeno un lasso di tempo di 5 anni dalla fine dell’attività lavorativa, e dunque saltano i 57 anni, ma vi si rientra nei 62 anni di età; la presenza dello stato di inoccupazione da un periodo temporale di più di ventiquattro mesi. In tal caso, si può arrivare alla pensione all’età di 57anni.

Nel caso di Opzione donna invece bisogna tener presente che si rivolge ad un pubblico femminile, si legge, che i requisiti variano un po’, andando su 58-59 anni e base contributiva di 35 anni. E, ad ogni modo, l’accesso è possibile per chi ha raggiunto gli attributi e requisiti previsti entro il 31 dicembre 2021.

Andare in pensione e questione contributi: aspetti da approfondire

L’ingresso alla pensione senza contributi, spiega trend-online.com, richiederebbe l’adesione all’ammortizzatore sociale di Stato, Reddito e pensione di cittadina; l’attuale normativa non prevede l’accesso ad una prestazione previdenziale senza che vi sia il supporto della giusta contribuzione.

Qualora non vi siano i 67 anni vi è richiesta di 20 anni di versamento; al medesimo tempo, qualora si rientrasse nelle eccezioni, per così dire, dei 5 anni di versamenti, occorrerebbe raggiungere i settant’anni di età anagrafica. Con l’attivazione delle deroghe previste dall’orpimento si stringerebbe, si legge ancora, sui 10 anni di versamenti e non prima dei settant’anni di età.

Viene spiegato che in assenza di contributi non si può fare molto, giacché restano pensione e assegno sociale, ma vi sono delle condizioni al riguardo, ovvero un minimo di età anagrafica pari a sessantacinque anni; una estrema condizione di povertà. Queso aspetto è valutato secondo il reddito annuo ISEE, che: per cittadini la soglia massima che non va superata è pari al valore di €5.983,64 annui; per coniugi, soglia massima da non superare è pari a 11.967,28€ annui.

Trend-online.com spiega che in base alle disposizioni previste nell’art.26 legge n.153 del 30 aprile 1969, ad essere ammessi al beneficio sarebbe anche chi non sarebbe in possesso di alcun contributo o rientrerebbe in una invalidità dal settantaquattro per cento. In tal caso, però, va prestata attenzione al fatto che si fa riferimento a prestazioni assistenziali e non previdenziali. Ecco, perché alla base della prestazione assistenziale, l’assegno si riduce al minimo, dunque all’incirca quattrocento sessanta € mensili, con la possibilità inerente a integrazioni, maggiorazioni, riduzioni.

Legge 104 e pensione a 57 anni: aspetti e dettagli

Qualora fosse presente la legge 104/1992 con invalidità riconosciuta all’ottanta per cento, sarebbe possibile avere più di una agevolazione, oltre che ad anticipare la pensione.  Nel dettaglio, spiega trend-online.com, i lavoratori hanno la possibilità di anticipare l’uscita a sessantuno anni mentre le lavoratrici a cinquantasei.

Nel caso di una grave forma di cecità riconosciuta da INPS, il soggetto potrebbe anticipare anche di dieci anni, qualora l’INPS confermasse una forma di grave cecità, sarebbe consentita una uscita anticipata a 61 anni per gli uomini. Medesimo aspetto per le donne, la cui tempistica cala però a 57 anni.

Chi è titolare di invalidità legge 104 può ricevere agevolazioni sul piano anagrafico; allo stesso tempo, l’rodimento previdenziale, si legge, non contempla forme di sconto rispetto al piano contributivo. Dunque, risulta essere importante comunque aver accumulato una anzianità non minore di 20 anni di versamenti. Poi, i titolari legge 104 possono anche aver modo di usufruire di ammortizzatosi sociali o altre forme di detrazioni. Si pensi allo sconto per una nuova vettura da acquistare ad esempio, agevolazioni circa il bollo auto e altro ancora.

Rispetto alla richiesta per l’uscita a 57 anni, viene spiegato che, in via generale, in relazione all’ottenimento di un contributo, prestazione pensionistica o anticipo pensione, va presentata domanda a INPS, con modalità che possono essere varie. Il soggetto può rivolgersi a CAF o patronato ai fini dell’inoltro della richiesta di pensione o altra prestazione assistenziale.

Inoltre, la richiesta del contributo che spetta può avvenire anche mediante il Contact Center INPS oppure online mediante piattaforme dedicata. Ad ogni modo è bene ed opportuno che ciascuno si informi ed approfondisca i vari aspetti e il tema trattato, che si confronti con esperti del campo e professionisti del settore, soggetti competenti in materia, così da chiarire ogni eventuale dubbio e comprendere al meglio dettagli, elementi e punti che è importante sapere a tal riguardo.

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