Il TFR potrebbe essere la chiave per consentire la pensione anticipata dopo l’abolizione di Quota 103. Ecco il progetto del Governo.
Quota 103 è lo strumento previdenziale che consente di andare in pensione a coloro che hanno almeno 62 anni di età e 41 anni di contribuzione. Permette, insomma, di uscire dal lavoro prima del raggiungimento dell’attuale età anagrafica di 67 anni.

Non si tratta, però, di una misura strutturale ma solo provvisoria, che rimarrà in vigore fino al prossimo 31 dicembre. Il Governo Meloni sarebbe intenzionato a non confermare il meccanismo delle quote e ad abolire tale strumento. Per evitare un ritorno assoluto alla Legge Fornero potrebbe essere incrementata la previdenza integrativa. In che modo?
Pensione anticipata a 67 anni grazie al TFR: cosa prevede la nuova riforma del sistema previdenziale?
Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) potrebbe essere usato per andare in pensione in anticipo, come alternativa a Quota 103. Ad affermarlo è stato il Sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. In pratica, il TFR accantonato tramite gli strumenti di pensione integrativa verrebbe utilizzato come rendita pensionistica, invece che essere pagato al lavoratore al termine del rapporto lavorativo.

Integrerebbe la pensione pubblica e consentirebbe a coloro che non hanno i requisiti sufficienti (a causa di carriere discontinue) di smettere di lavorare in anticipo, a 64 anni e con una prestazione ammontante a tre volte l’Assegno sociale. Questo strumento previdenziale sarebbe idoneo a compensare le disparità tra pensioni ordinarie e anticipate, al fine di garantire maggiore flessibilità in uscita.
Come verrà usato il TFR ai fini previdenziali?
La proposta del Governo è diretta a favorire i contribuenti che hanno quasi raggiunto i presupposti per la pensione, ma che rischierebbero di essere esclusi e di dover attendere eccessivamente per l’erogazione dell’assegno. Nell’ottica di una futura riforma del sistema previdenziale, utilizzare il TFR esclusivamente ai fini pensionistici assicurerebbe una certa stabilità anche per il futuro, quando gli impatti del calo demografico inizieranno a incidere sulle pensioni pubbliche.
I lavoratori che non possono contare su un montante contributivo elevato avrebbero l’opportunità di integrare la prestazione normalmente corrisposta dall’INPS e, allo stesso tempo, lo Stato avrebbe l’opportunità di continuare a garantire la pensione anticipata senza costi eccessivi. Si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione per l’intero settore previdenziale.
Ricordiamo, inoltre, che il progetto del Governo prevede anche la possibilità di accedere alla pensione anticipata per chi ha 20 anni di contributi, sulla base dello stesso principio applicato alla pensione anticipata contributiva.