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Come saranno le pensioni tra 20 anni? Lo scenario che non fa dormire la notte

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Vi siete mai chiesti come saranno le pensioni e a quanto ammonteranno tra 20 anni? Lo scenario previsto fa davvero paura: ecco di cosa si tratta. 

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Tutti i lavoratori, prima o poi, cominciano a pensare alla pensione: quando arriverà e quanto sarà consistente. Anno dopo anno, però, le notizie sono sempre peggiori con età del pensionamento per vecchiaia sempre più elevata e importi sempre più ridotti. Coloro che oggi sono attivi quarantenni potranno accedere al pensionamento solo nel 2040, ma già si chiedono quale destino li aspetta.

Costoro hanno come modello il pensionamento dei propri genitori: la generazione precedente è stata di gran lunga più fortunata su questo aspetto in quanto ha beneficiato degli ultimi strascichi del benessere tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni’90. Tali condizioni di favore, ad oggi, sono un lontano miraggio: ecco come saranno le pensioni tra 20 anni. 

Le pensioni tra 20 anni: le previsioni che hanno suscitato timore

Ci sono numerose informazioni che vanno preventivate qualora si volesse fare previsioni in ambito previdenziale. Il sistema più utilizzato in tal senso è quello contributivo puro: esso prevede che la rendita sarà liquidata sulla base dei contributi versati. Dunque, più contributi si verseranno, maggiore sarà l’importo destinato.

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In tale calcolo, un ruolo fondamentale è dato anche dall’età pensionabile: più si tarda l’uscita dal lavoro e più aumenterà l’importo di liquidazione. Dunque, indipendentemente da come cambierà l’età pensionabile nei prossimi 20 anni, la notizia positiva è che l’importo sarò comunque versato in base alla quantità dei contributi.

Dunque, in base a queste informazioni: come saranno le pensioni nel 2040? Di certo non come le immaginiamo, ecco qualche previsione.

L’importo nelle previsioni

Per quanto riguarda le previsioni effettuate, è stato tenuto in conto un sistema previdenziale misto, ossia un insieme di sistema retributivo e contributivo. Secondo quanto dedotto da tali calcoli, l’importo sarà via via sempre più esiguo soprattutto dopo che, nel 2035, entrerà il vigore il già citato sistema contributivo puro. 

Quindi, nel 2040 un neo-pensionato all’età di 67 anni e con 40 anni di contribuiti lavorativi senza alcuna interruzione riceverà un importo pari a circa il 63% del suo ultimo stipendio in busta paga. 

Tale calcolo, ovviamente, non tiene conto di coloro che hanno vissuto periodi di disoccupazione, contratti sottopagati o con interruzioni: nella migliore delle ipotesi, la pensione sarà ridotta davvero ai minimi termini. Per questo motivo, da tempo al Governo sono in vaglio misure che potrebbero portare maggiore serenità a questi individui.

Si pensa, dunque, all’introduzione di una sorta di “minimo vitale” in grado di garantire almeno il mantenimento di standard di vita discreti da parte dei futuri pensionati a rischio. 

Nicola Sabatino

Studente di Banking and Finance presso La Sapienza di Roma, da tempo per passione mi occupo della redazione di contenuti per testate online. Mi occupo di tematiche fiscali e di strumenti di investimento. Creatore di contenuti per la testata Trading.it da oltre un anno.

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