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Pensioni, il 2022 e l’aumento: privilegiati solo gli assegni più alti?

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Quinto pensione (Adobe)

Quel che succederà a gennaio è cosa assai nota, i pensionati italiani sono ben consapevoli di una dinamica che si concretizzerà dal prossimo gennaio. Dinamica che farà sorridere i contribuenti italiani, quelli insomma in pensione, ma di certo non tutti. La rivalutazione delle pensioni, infatti, è un tipo di operazione che porterà gli importi degli assegni mensili ad aumentare in base a quel che è di fatto il costo della vita, l’inflazione insomma. Pensioni legate alla modifica eventuale del potere d’acquisto.

Il provvedimento in questione, che fa parte di una degli ultimissimi interventi dei vari governi sul tema delle pensioni, non soddisfa pienamente lo stesso esecutivo. Per quel che riguarda i costi di tale manovra, al prossimo gennaio, si parla di qualcosa come circa 4 miliardi di euro per lo Stato. Qualcosa di veramente importante insomma. Va detto che negli ultimi due anni le pensioni non hanno subito alcuna variazione per il tasso d’inflazione di fatto fermo o in tendenza negativa. Il 2022 insomma presenterà il primo scatto di rivalutazione.

Aumento importi pensioni: da gennaio ecco quali saranno le tipologie di assegno mensile interessate

La rivalutazione delle pensioni cosi come accaduto negli scorsi anni, senza però un vero e proprio scatto degli importi, si concretizzerà attraverso il cosiddetto meccanismo del cumulo perequativo. Si immaginerà come unica, insomma, ogni tipo di pensione accumulata da un singolo soggetto, erogate dall’Inps e dagli altri enti. Alla fine dei processi di rivalutazione ad aumentare potrebbero essere alla fine soltanto alcune pensioni dagli importi abbastanza alti, questo perchè quelle di minor valore, potrebbero già essere aumentate nel tempo attraverso altre tipologie di rivalutazione.

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Lo scenario possibile, in questo preciso caso, de non aumento delle pensioni minime, potrebbe infatti seguire la logica espressa dalla stessa Inps:

  • al contribuente dovrebbe essere corrisposta una pensione cui importo risulta essere minore al trattamento minimo
  • l’Inps, in forma previdenziale e assistenziale, integra tale importo con una somma pari a quella necessaria al raggiungimento della cifra minima
  • tale somma finale non sarà però soggetta a perequazione
  • il soggetto titolare di pensione minima, a questo punto, dovrà attendere che l’importo della pensione originaria superi i 515 euro mensili per poter godere della nuova rivalutazione dell’importo.

Ad aumentare, insomma, cosi come pare suggeriscano le cose, potrebbero essere quindi soltanto alcune pensioni più alte. Rivalutazioni solo per grandi importi, piccoli esclusi, forse perchè già trattati in precedenza, fanno sapere. Il prossimo Gennaio saprà spiegarci in merito tutta la verità.

Paolo Marsico

Giornalista pubblicista dal 2012 con numerose collaborazioni alle spalle tra carta stampata e web. Appassionato di scrittura e tra le altre cose di cinema, calcio e teatro. Autore racconti brevi, poesie e testi per il teatro.

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