Piazza Affari, giovedì 6 gennaio: chiusura in netto ribasso, la Fed spaventa i mercati

Giornata caratterizzata dai ribassi per le borse europee, sulla scia delle vendite avvenute ieri a Wall Street, dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve. L’inflazione, che mostra segnali di ulteriore crescita anche in Europa, induce le banche centrali ad una politica monetaria restrittiva.

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Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Si interrompe, nel giorno dell’Epifania, la serie positiva delle borse europee, che registrano dei cali significativi a causa di quanto emerso ieri sera, quando la sessione europea era già conclusa, dai verbali dell’ultima riunione (14-15 dicembre) del FOMC, braccio operativo della Federal Reserve.

La Borsa di Milano nelle prime tre sedute dell’anno ha guadagnato circa il 3%, tornando al di sopra dei 28.000 punti per la prima volta dal settembre 2008. Oggi, però, Piazza Affari, così come gli altri mercati europei, ha risentito delle vendite avvenute ieri a Wall Street dopo le ore 20, orario nel quale sono stati pubblicati i verbali che hanno evidenziato una Federal Reserve più aggressiva del previsto nel restringere la propria politica monetaria. I dati pubblicati negli ultimi giorni hanno evidenziato, inoltre, un aumento dell’inflazione (+3,9% in Italia, su base annua), a dicembre, anche in vari Paesi dell’Eurozona, tanto che sembra meno improbabile un rialzo dei tassi della Banca Centrale Europea già nel corso di quest’anno.

Il Ftse Mib ha, dunque, più che dimezzato nella sola sessione odierna i guadagni ottenuti nelle precedenti tre sedute, grazie all’affievolirsi delle preoccupazioni legate alle conseguenze economiche della quarta ondata della pandemia, le quali, secondo gli economisti, dovrebbero essere meno severe rispetto alle precedenti ondate di contagi.

A Piazza Affari, registra performance negative l’intero paniere azionario del Ftse Mib, ad eccezione di pochi titoli. Si segnala, in particolare, il tonfo di Iveco Group (in calo di oltre 6%), che vanifica buona parte del recupero effettuato nelle due sedute precedenti dopo il debutto negativo dello scorso lunedì, a seguito dello scorporo da Cnh Industrial. Tra i pochi settori in grado di mantenersi oggi al di sopra della parità, c’è quello legato ai viaggi e al tempo libero (Ftse Italia Viaggi e Tempo Libero: +0,34%), segnale che non è stata la pandemia a determinare questo sell-off nei mercati azionari, in quanto tale comparto tende a registrare forti ribassi quando le vendite sono determinate da notizie relative al coronavirus.

Stati Uniti: i verbali della Fed spaventano Wall Street

Nell’ultima riunione del 14 e 15 dicembre, i membri della banca centrale statunitense, oltre a decidere per lo stop degli acquisti di bond a marzo 2022 e a segnalare tre rialzi dei tassi nel corso dell’anno (notizie già “digerite” dai mercati), hanno anche manifestato la necessità di procedere subito ad una riduzione degli asset detenuti in bilancio dalla Fed, i quali, dopo gli acquisti effettuati per aiutare l’economia a superare gli effetti della pandemia, hanno raggiunto un ammontare complessivo di ben 8.800 miliardi di dollari.

In altri termini, a marzo, una volta conclusi gli acquisti di titoli ed effettuato il primo rialzo dei tassi, la Federal Reserve intende cominciare a vendere gli asset detenuti in bilancio, ritirando così parte della liquidità iniettata nel sistema nel corso degli ultimi anni. E’ stata questa notizia a cogliere di sorpresa i mercati, che si sono trovati di fronte ad un atteggiamento più severo del previsto (“Hawkish“, secondo il gergo finanziario) della Fed.

La banca centrale ha comunicato anche che il deflusso degli asset sarà più rapido rispetto a quanto fatto nella precedente operazione di normalizzazione del bilancio nel 2017. Appare evidente come la Federal Reserve voglia cominciare a contrastare con decisione il rialzo dell’inflazione, ritenuto inizialmente un fenomeno transitorio, ma che, col passare dei mesi, ha raggiunto livelli tali da rendere necessario un intervento deciso della Fed.

Wall Street, ieri, dopo una seduta vissuta sui livelli della vigilia, a partire dalle 20 è stata colpita da un intenso sell-off, che, nelle ultime due ore di negoziazione, ha portato gli indici a subire delle perdite rilevanti. Il Dow Jones ha chiuso la scorsa seduta con una perdita di oltre l’1%, l’S&P 500 ha perso circa il 2%, mentre il Nasdaq 100, già debole da qualche giorno, è sceso del 3% circa.

Oggi, invece, l’azionario statunitense sta vivendo una seduta di assestamento, con il comparto tecnologico in leggera ripresa e gli altri indici che non stanno dando seguito ai ribassi di ieri, notizia positiva (se confermata in chiusura della sessione americana) per le borse europee, in vista della seduta di domani. Questo l’andamento evidenziato dai tre indici principali di Wall Street, alle 18:10 ora italiana:

  • Nasdaq 100: +0,50%
  • S&P 500: +0,20%
  • Dow Jones: -0,19%

La chiusura dei mercati azionari europei: il peggiore è Milano

Queste le performance evidenziate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • FTSE MIB (Milano): -1,80% a quota 27.655,69 punti indice
  • CAC 40 (Parigi): -1,72%
  • DAX (Francoforte): -1,35%
  • FTSE 100 (Londra): -0,88%
  • SMI (Zurigo): -0,88%
  • IBEX 35 (Madrid): -0,01%

L’Euro Stoxx 50, indice di riferimento a livello europeo, chiude la seduta in ribasso dell’1,53%, a quota 4.324,81 punti indice.

Titoli migliori del Ftse Mib

Gli unici titoli in rialzo, tra quelli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, sono stati:

  • Intesa San Paolo: +0,62%
  • Saipem: +0,52%
  • Tenaris: +0,02%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli azionari più colpiti dalle vendite, invece, sono stati:

  • Iveco Group: -6,82%
  • Moncler: -4,12%
  • Exor: -3,74%
  • Amplifon: -3,31%
  • Ferrari: -3,25%
  • Finecobank: -3,13%
  • Inwit: -3,09%
  • Cnh Industrial: -3,08%
  • Azimut: -3,05%
  • Campari: -2,97%

Notizie dagli altri mercati: il risk-off penalizza il Bitcoin, petrolio in rialzo

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a 138 punti base, in rialzo di due punti rispetto alla chiusura della seduta precedente. Il rendimento del Btp sale a +1,27%; in rialzo anche il rendimento del Bund, pari a -0,11%. Continua anche la corsa del rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari +1,73%, in aumento di tre punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta e di oltre venti rispetto al livello di chiusura del 2021.

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