Piazza Affari, lunedì 3 gennaio: chiusura positiva, sale Tenaris

Il nuovo anno comincia nel modo giusto per le borse europee, che danno seguito al rally che ha caratterizzato il 2021. Vediamo le performance di chiusura degli indici europei e quale potrebbe essere il principale driver dei mercati nel 2022. Uno sguardo anche a Wall Street ed agli altri principali mercati finanziari.

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Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Il 2022 comincia con una seduta decisamente positiva per le borse europee, che chiudono tutte al rialzo, alimentando ulteriormente il trend rialzista che ha caratterizzato il 2021. I mercati azionari, dopo le vendite innescate dalla diffusione della variante Omicron a fine novembre, hanno reagito nel giro di breve tempo, riuscendo a recuperare le perdite e a chiudere l’anno aggiornando nuovamente i massimi storici (nel caso di Wall Street) o, per quanto riguarda le borse europee, toccando nuovi massimi annuali (ad esempio, la Borsa di Parigi) o in prossimità degli stessi, come nel caso di Piazza Affari.

Il 2022 dei mercati azionari: quale potrebbe essere il principale market mover

La variante Omicron e l’impennata dei contagi da Covid-19, a giudicare dal modo in cui i mercati hanno chiuso il 2021, non sembrano più rappresentare una minaccia per gli investitori, dato che il tasso di ospedalizzazione e mortalità risultano sotto controllo e con una crescita nettamente inferiore a quella dei contagi. Se non vi saranno ulteriori sviluppi negativi sul fronte pandemico, il tema legato al Covid-19 molto probabilmente non influenzerà particolarmente i mercati nel 2022.

L’attenzione si focalizzerà, se questa ipotesi fosse confermata, sulla politica monetaria delle banche centrali, le quali, dopo un decennio di politica ultra espansiva, hanno cominciato la stretta monetaria già a fine 2021. La transizione verso una politica restrittiva sarà più rapida negli Stati Uniti, dove gli elevati livelli di inflazione (ai massimi dal 1982) hanno indotto la Federal Reserve ad annunciare la conclusione degli acquisti di bond già nel prossimo mese di marzo, in anticipo rispetto alla precedente previsione di chiusura del quantitative easing a giugno. Inoltre, secondo quanto emerso dall’ultimo meeting, la Fed dovrebbe alzare i tassi di interesse per tre volte nel corso dell’anno appena iniziato, mentre solo pochi mesi fa ci si aspettava di alzare i tassi soltanto una volta.

La Banca Centrale Europea, pur rimanendo ancora prudente nel modificare il livello dei tassi (dovrebbero restare invariati fino al 2023), ha confermato la chiusura del PEPP, ovvero il programma di acquisto titoli implementato per sostenere l’economia durante l’emergenza pandemica, nel mese di marzo

Dopo tanti anni, quindi, i mercati finanziari e l’economia reale saranno privati della sostanziosa iniezione di liquidità delle banche centrali, in un contesto macroeconomico dove i fattori di incertezza non mancheranno, a partire dalla carenza di materie prime. Senza dimenticare che sullo sfondo resta comunque la pandemia che, seppur prevista come meno impattante economicamente rispetto alle prime ondate, non è sicuramente un fattore di stimolo per i consumi. Perciò, la capacità dei mercati di “digerire” ed adattarsi alle decisioni delle banche centrali sarà fondamentale per fare in modo che questo trend rialzista continui a prevalere.

La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore é Milano

Queste le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei (Londra ancora chiusa per festività):

  • FTSE MIB (Milano): +1,40%
  • CAC 40 (Parigi): +0,90%
  • DAX (Francoforte): +0,86%
  • IBEX 35 (Madrid): +0,54%
  • SMI (Zurigo): +0,49%

L’Euro Stoxx 50, indice di riferimento a livello europeo, chiude a quota 4.331,82 punti, in rialzo dello 0,78%.

Piazza Affari: i migliori titoli di giornata

Nella Borsa di Milano, il tema principale di questa prima seduta del 2022 è stato il debutto del titolo Iveco Group, dopo lo scorporo da Cnh Industrial. Iveco ha chiuso gli scambi a quota 10,108 euro, in calo rispetto al valore di 11,26 al quale le contrattazioni erano state avviate questa mattina. Cnh chiude a quota 14,26 euro e la capitalizzazione cumulata dei due titoli, pari a 23,05 miliardi di euro, risulta leggermente inferiore alla capitalizzazione di Cnh Industrial in chiusura della precedente seduta.

I titoli più acquistati di giornata, tra quelli inclusi nel Ftse Mib, sono stati:

  • Tenaris: +3,95%
  • Stellantis: +3,85%
  • Telecom Italia: +3,43%
  • Bper Banca: +3,40%
  • Saipem: +3,28%
  • Intesa San Paolo: +3,12%
  • Banco Bpm: +2,88%
  • Nexi: +2,32%
  • Enel: +2,12%
  • Atlantia: +1,86%

Tra i titoli peggiori di giornata, invece, Diasorin (-2.54%) e Recordati (-1,70%), società operanti nel settore sanitario e il cui andamento è strettamente correlato al sentiment degli investitori nei confronti della pandemia. Perciò, quando questi titoli risultano in ribasso significa che il Covid e l’emergenza sanitaria preoccupano meno gli investitori.

Stati Uniti: perché il rialzo dei tassi è negativo per i mercati azionari

In rialzo anche gli indici di Wall Street, sulla spinta del comparto tecnologico. Questo l’andamento evidenziato, alle 19:30 ora italiana:

  • Nasdaq 100: +0,70%
  • S&P 500: +0,30%
  • Dow Jones: +0,25%

Poco mossi, dunque, S&P 500  e Dow Jones, che restano comunque in prossimità del massimo storico, aggiornato nelle ultime sedute del 2021.

La capacità della Federal Reserve di condurre la stretta monetaria senza inasprire troppo le condizioni di accesso al credito bancario è un aspetto fondamentale ai fini del mantenimento di un sentiment positivo nei mercati azionari. Aumentare i tassi di interesse significa, infatti, alzare il costo del denaro: diventerà, dunque, più oneroso per gli investitori accedere a capitale di debito da investire nei mercati. Negli Stati Uniti è prassi molto diffusa ricorrere ai prestiti per ottenere capitale da investire, perciò la corretta gestione di questo trade-off tra contenimento dell’inflazione e mantenimento di condizioni di finanziamento favorevoli sarà la principale sfida che la Fed dovrà affrontare nel 2022.

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Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende a 132 punti base, in ribasso di quattro punti rispetto alla chiusura della seduta precedente. Il rendimento del Btp sale a +1,19%, in aumento anche il rendimento del Bund, pari a -0,13%. In deciso rialzo il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari +1,63%, rispetto all’1,51% registrato in chiusura della seduta di venerdì.

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