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Piazza Affari, venerdì 2 luglio: chiusura sulla parità, bene STMicroelectronics

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata. 

Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Chiusura di seduta nei pressi della parità per la Borsa di Milano, nel contesto di una giornata poco mossa per tutti i principali mercati azionari europei. L’attesa per il rilascio dei dati sul mercato del lavoro statunitense, in programma alle 14:30 italiane (vedi il paragrafo dedicato ai mercati azionari Usa per maggiori dettagli al riguardo), ha generato un clima di prudenza tra gli investitori europei, che hanno preferito non esporsi a mercato prima di un evento così importante. Dopodiché, una volta rilasciato il dato, essendo giunti nelle ultime ore di negoziazione della settimana per i mercati europei, molti investitori hanno evitato di aprire nuove posizioni a ridosso del weekend. L’assenza di dati macroeconomici rilevanti in Europa ha ulteriormente contribuito a rendere poco dinamiche le borse europee durante la seduta odierna.

La settimana si conclude con il Ftse Mib in ribasso, rispetto alla chiusura di venerdì scorso, dello 0,89%. Si tratta di un calo che non appare particolarmente preoccupante per le prospettive future di Piazza Affari (a meno di nuovi sviluppi particolarmente negativi della pandemia di Covid-19), la quale, così come le altre principali borse mondiali, si mantiene non molto distante dai massimi del 2021. Il Ftse Mib ha chiuso la settimana, infatti, poco più di 600 punti al di sotto del massimo, segnato in area 25.920 punti, lo scorso 7 giugno. Tale livello rappresenta, inoltre, il massimo degli ultimi 13 anni, ovvero dal lontano 2008, quando la crisi dei mutui subprime, nata negli Stati Uniti, ha generato una recessione da cui l’Italia, ma anche tutta l’Eurozona, non si è mai completamente ripresa.

La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Francoforte

Queste le performance evidenziate, su base giornaliera, dai principali indici azionari europei:

  • DAX (Francoforte): +0,30%
  • FTSE MIB (Milano): -0,01% a quota 25.282,41 punti indice
  • CAC 40 (Parigi): -0,02%
  • FTSE 100 (Londra): -0,03%
  • SMI (Zurigo): -0,10%
  • IBEX 35 (Madrid): -0,28%

L’indice Euro Stoxx 50, che sintetizza l’andamento dei principali mercati azionari europei, termina la seduta con una performance di +0,13%, a quota 4.084,31 punti indice, quindi anch’esso poco mosso e sui livelli di chiusura della seduta precedente.

LEGGI ANCHE >> Piazza Affari, giovedì 1 luglio: chiusura positiva, sale Unicredit

Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli più acquistati di giornata, tra quelli appartenenti al listino principale della Borsa di Milano, sono stati:

  • STMicroelectronics: +2,21%
  • Nexi: +1,44%
  • Ferrari: +1,31%
  • Atlantia: +1,16%
  • Interpump Group: +1,00%
  • Hera: +0,97%
  • Telecom Italia: +0,76%
  • Italgas: +0,69%
  • Prysmian: +0,66%
  • Exor: +0,58%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I maggiori ribassi sono stati registrati, invece, dai seguenti titoli azionari:

  • Unicredit: -1,86%
  • Banco Bpm: -1,56%
  • Buzzi Unicem: -1,40%
  • Unipol: -1,24%
  • Poste Italiane: -0,89%
  • Intesa San Paolo: -0,83%
  • Bper Banca: -0,70%
  • Eni: -0,59%
  • Campari: -0,53%
  • Leonardo: -0,43%

Stati Uniti: sale Wall Street dopo il rilascio dei Non Farm Payrolls

Al contrario dei mercati azionari europei, che non hanno evidenziato movimenti degni di nota, l’azionario statunitense è partito con decisione al rialzo, subito dopo la pubblicazione del dato relativo ai Non Farm Payrolls di giugno. In particolare, l‘S&P 500 e il Nasdaq 100 sono gli indici più performanti di giornata, infatti hanno nuovamente aggiornato i propri massimi storici. Gli indici di Wall Street si sono indirizzati verso l’alto, nonostante i dati sulle nuove assunzioni siano risultati più positivi del previsto, perché altri elementi emersi dalla relazione sullo stato di salute del mercato del lavoro non sono risultati altrettanto positivi. In ogni caso, gli acquisti che stanno spingendo Wall Street ulteriormente al rialzo, rappresentano un nuovo segnale di forza dei mercati, che, di fatto, non hanno ancora dato vita, nel 2021, ad una correzione ribassista importante.

Questo l’andamento evidenziato, su base giornaliera, dai principali indici azionari statunitensi, alle 18:35 ora italiana:

  • Nasdaq 100: +0,80%
  • S&P 500: +0,51%
  • Dow Jones: +0,34%

Entrando nel dettaglio dei dati rilasciati nel pomeriggio, il mercato del lavoro statunitense ha creato, nel mese di giugno, 850.000 nuovi posti di lavoro, senza considerare il settore agricolo (come sempre, quando si parla di Non Farm Payrolls). Le stime degli analisti prevedevano un dato pari a 700.000 nuove buste paga. Dopo due letture deludenti nei mesi di aprile e maggio, dunque, il mercato del lavoro Usa effettua un rimbalzo, addirittura superiore rispetto alle attese.

Il tasso di disoccupazione, però, si attesta al 5,9% e supera sia le stime degli analisti (5,7%) che il dato precedente (5,8%). Considerando che, prima dello scoppio pandemia , questo dato si aggirava intorno al 3,5%, è possibile concludere che molti lavoratori, dopo aver perso l’occupazione durante la pandemia, ancora non sono riusciti a ricollocarsi nel mercato del lavoro. Non migliora neanche il tasso di partecipazione, fermo al 61,6%. La formula di calcolo del tasso di partecipazione è la seguente: (occupati + disoccupati in cerca di lavoro)/popolazione in età lavorativa. Se questo rapporto non sale significa che non sta diminuendo il numero di persone inattive, ovvero che, oltre ad essere disoccupate, hanno smesso di cercare lavoro. Inoltre, il salario orario medio è salito meno del previsto: su base mensile, è stato registrato un aumento dello 0,3%, a fronte di un dato atteso pari allo 0,4%.

Altre notizie dai principali mercati finanziari: continua il rally del petrolio

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bundovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale leggermente e si attesta a quota 106 punti base, in rialzo di 2 punti rispetto alla chiusura di ieri: il rendimento del Btp risulta pari a +0,78%, mentre il rendimento del Bund scende a -0,28%. In calo il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA),  pari a +1,43%, in diminuzione di 5 punti base rispetto al valore registrato ieri in chiusura.

Poco mosso il Bitcoin, che continua a muoversi nell’area di trading range delimitata dal livello di supporto dei 30.000 dollari e dal livello di resistenza dei 40.800 dollari. Sono questi due i livelli da monitorare per ottenere segnali operativi nel mercato del Bitcoin: sarà possibile esporsi al rialzo in caso di rottura rialzista della resistenza, o al ribasso in caso di rottura ribassista del supporto. In entrambi i casi, la rottura deve avvenire in chiusura di una candela giornaliera. Attualmente il Bitcoin quota 33.574 dollari circa, corrispondenti ad una performance di +0,03% su base giornaliera.

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Nel mercato valutario, rimane stabile il cambio Euro/Dollaro USA, nonostante l’impennata della volatilità in concomitanza con il rilascio dei dati sul mercato del lavoro statunitense. Attualmente, il cambio più utilizzato dai traders del Forex viene scambiato ad un tasso di 1,1852, corrispondente ad una variazione su base giornaliera di +0,03%. Il trend resta ancora ribassista, a partire dall’ultimo meeting della Federal Reserve, in cui è emerso che la banca centrale statunitense ha in programma, ad oggi, di effettuare il primo rialzo dei tassi di interesse già nel 2023 e che i rialzi, nello stesso anno, potrebbero essere anche due.

Per quanto riguarda le materie prime, in rialzo il prezzo dell’oro, in ripresa dopo il ribasso osservato nella seconda metà di giugno. Attualmente quota 1.784 dollari l’oncia, con una performance su base giornaliera di +0,40%. Sale, seppur leggermente, anche il prezzo del petrolio, che resta sempre sui massimi dal settembre 2018 e, se dovesse superarli, toccherebbe livelli inesplorati dal 2014: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 75,45 dollari al barile, con una performance di +0,31% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 76,09 dollari al barile, con una variazione di +0,33% rispetto al valore di chiusura di ieri.

Donato Mancini

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