Posso accedere al riscatto contributivo per anticipare la pensione, ma come faccio a dimostrare il rapporto di lavoro?

Cosa succede ai fini della pensione alle persone che loro malgrado sono state costrette a lavorare in nero? Come recuperare i contributi?

Molte persone in passato hanno lavorato come dipendenti in nero, una cosa di per sé illegale ma che in aggiunta crea un altro problema ai fini della pensione.

uomo bacia padre sorridente
Posso accedere al riscatto contributivo per anticipare la pensione, ma come faccio a dimostrare il rapporto di lavoro? – trading.it

Chi ha lavorato in nero, anche per molto tempo, ovviamente non ha ricevuto il versamento dei contributi Inps dovuti da parte del datore di lavoro. In questo caso si può (e si deve) chiedere il riscatto contributivo per raggiungere i requisiti pensionistici necessari e ottenere l’importo proporzionato agli anni di effettivo lavoro svolto, ma c’è un ostacolo per nulla semplice da superare: dimostrare di avere avuto un rapporto di lavoro, seppur in nero.

Parliamo soprattutto di rapporti lavorativi più vecchi nel tempo: a distanza di parecchi anni la ditta o azienda presso cui si lavorava potrebbe essere cessata o fallita, i documenti che comprovano le prestazioni svolte potrebbero essere stati smarriti o distrutti, e i vecchi colleghi di lavoro potrebbero non essere più reperibili e rintracciabili. Come rimediare a tutto questo?

Se hai lavorato in nero puoi cercare di riscattare i contributi persi negli anni

Per poter riscattare i contributi non versati con la rendita vitalizia Inps che sostituisce le omissioni anche quando i periodi sono ormai prescritti occorre, innanzitutto, dimostrare l’effettiva instaurazione ed esistenza del rapporto di lavoro svolto.

uomo con tazzina in mano sul divano
Se hai lavorato in nero puoi cercare di riscattare i contributi persi negli anni – trading.it

Occorre dimostrare di essere stati alle dipendenze di uno o più datori che all’epoca, per varie ragioni, non hanno versato all’Inps gli importi dovuti. L’esistenza del rapporto di lavoro pregresso è un requisito fondamentale: senza la sua dimostrazione non si può procedere al ricalcolo contributivo e dunque il riscatto è precluso. La dimostrazione del rapporto di lavoro deve avvenire attraverso la produzione di – scrive l’INPS – «documenti di data certa redatti all’epoca in cui si svolgeva il rapporto». I documenti necessari per provare la sussistenza del rapporto di lavoro ai fini del riconoscimento della rendita vitalizia Inps, dovranno essere: buste paga mensili o settimanali; accredito regolare, e con sistemi di pagamento tracciabili, di stipendi, indennità ed altri emolumenti; libretti di lavoro; lettere di assunzione; comunicazioni di licenziamento; libri paga e matricola; corrispondenza aziendale che dimostri la sussistenza di un rapporto di lavoro dipendente con l’interessato; eventuali verbali redatti da funzionari ispettivi in sede di controllo (Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri, Ispettorato del Lavoro, ecc.) che attestano la presenza in loco del lavoratore.

Per i collaboratori non dipendenti di imprese commerciali o familiari bisognerà produrre l’atto costitutivo, le dichiarazioni dei redditi di partecipazione, le iscrizioni all’assicurazione IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) e le eventuali attestazioni dell’Ispettorato del lavoro intervenuto per l’effettuazione di controlli.

La testimonianza dei colleghi viene ammessa solo in funzione integrativa delle risultanze documentali, senza poter andare in contrasto con esse.

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