Alcune aziende dell’S&P 500 stanno venendo scambiate a prezzi che sembrano quasi irreali. Eppure, dietro a queste valutazioni così basse, non sempre si nasconde una crisi. Titoli sottovalutati S&P 500 potrebbe significare più opportunità che rischi, se si guarda nel modo giusto. Le grandi banche analizzano questi numeri con attenzione, e non mancano i casi in cui le previsioni sembrano andare controcorrente. Da leader sanitari a colossi industriali, fino ai giganti tecnologici: chi sta volando sotto il radar del mercato?
L’idea che il prezzo di un’azione dica tutto sul suo valore è un’illusione che il mercato si diverte a smontare. Alcuni titoli, oggi scambiati a multipli molto bassi, non sono necessariamente deboli. Anzi. Spesso si tratta di aziende solide, con piani strategici in corso e numeri robusti, messe momentaneamente in ombra da timori o da una narrativa negativa.

È in queste distorsioni che può nascondersi il potenziale. Gli analisti di NerdWallet hanno tracciato una lista di azioni dell’S&P 500 che appaiono sottovalutate in base al rapporto prezzo/utili, con il supporto delle raccomandazioni di alcune tra le più importanti banche d’affari.
Centene e HP Inc: tra giudizi in calo e attese di rimbalzo per due titoli (troppo?) trascurati
Centene Corp (CNC) è tra le azioni più sottovalutate dell’indice secondo NerdWallet. Il suo P/E di 5,12 e un prezzo attorno ai 33 dollari suggeriscono un’azienda fortemente scontata. Ma non senza motivo. Il ritiro della guidance per il 2025 e l’aumento dei costi sanitari hanno spinto JPMorgan e UBS a ridurre il rating da “Overweight” a “Neutral”. Mizuho, invece, resta positiva con un target a 68 dollari. Il target medio (come riportato anche da Marketscreener) si aggira tra i 66 e i 74 dollari, lasciando aperta la possibilità di un raddoppio del valore in caso di ripresa della fiducia.

HP Inc (HPQ) ha un P/E di 9,96, più alto rispetto ad altri titoli “deep value”, ma comunque inferiore alla media di mercato. Con un prezzo attuale vicino ai 25 dollari, le previsioni degli analisti sono più contenute. Bank of America mantiene una posizione “neutrale” con target a 29 dollari. Credit Suisse è più ottimista: “Outperform” con obiettivo a 31. HP non promette salti spettacolari, ma offre una prospettiva solida e misurata. Per chi cerca stabilità e potenziale, potrebbe essere una scelta interessante.
General Motors e gli altri: titoli a basso P/E che mettono alla prova le logiche del mercato
General Motors (GM) è un gigante in trasformazione, con un P/E di circa 7,58 e un prezzo di circa 51 dollari. Le banche si dividono sul suo futuro: Barclays spinge su “Overweight” con target a 75 dollari, mentre Morgan Stanley resta più cauta con un “Equal Weight” a 64. La transizione verso l’elettrico e la guida autonoma genera incertezza, ma anche grandi aspettative.
AES Corp (AES) viene scambiata a circa 11,50 dollari, con un P/E di 6,19. Anche se mancano aggiornamenti recenti, in passato Goldman Sachs ha espresso un rating “Buy” con target a 16 dollari. APA Corporation (APA), nel settore energetico, ha un P/E di 7,04 e prezzo attorno ai 19 dollari. Citi in precedenza l’ha valutata positivamente con un target di 27 dollari.
United Airlines (UAL), con un P/E di 7,41 e un prezzo che supera gli 81 dollari, è uno dei titoli più ciclici. Deutsche Bank indica un “Hold” a 85 dollari, mentre JPMorgan alza l’asticella a 95 con rating “Overweight”. Il trasporto aereo resta un settore instabile, ma ad alto potenziale.
Edison International (EIX), con un P/E di 7,46, si muove in un comparto regolato e influenzato dai tassi. Il titolo è stabile sui 50 dollari. RBC lo valuta “Sector Perform” con target a 56 dollari, mentre Evercore ISI lo conferma “In Line” con obiettivo a 54.
Guardando queste valutazioni, il quadro che emerge è chiaro: il prezzo basso non è sempre sinonimo di debolezza, ma richiede un’analisi attenta. Le aziende indicate da NerdWallet mostrano segnali diversi, ma tutte hanno in comune una cosa: l’apparente distanza tra quanto valgono e quanto vengono pagate.