Putin ed Erdogan si avvicinano mentre l’Ue si prepara alla prima missione di addestramento per gli ucraini

Ucraina; una serie di ragioni continua a inficiare gli equilibri della geopolitica, primo fra tutti quello della Turchia, membro della Nato ma fedele alleato della Russia.

La Turchia è oggi ancora l’unico paese in Europa che ancora accoglie le aziende russe. Si trova ora nell’ambiguità di sostenere una posizione scomoda in cambio di aiuti economici.

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Mentre la Nato ha iniziato un’importante esercitazione militare che coinvolge i cieli del Belgio e del Regno Unito si intensificano gli sforzi dell’Ue per mettere fine all’economia che finanzia la guerra in Ucraina. L’esercitazione “Steadfast noon”, coinvolge 14 Paesi e fino a 60 aerei si concluderà il 30 ottobre.

“Questa esercitazione contribuisce a garantire che il deterrente nucleare della Nato rimanga sicuro, protetto ed efficace” ha dichiarato il portavoce della NATO Oana Lungescu. Nel frattempo anche l’Ue si muove in proprio dando il via libera a una missione di addestramento militare che dovrebbe iniziare a metà novembre. L’obiettivo è di formare 15 mila soldati ucraini in due anni, sia con addestramento di base che specializzato. La missione avrà luogo in due quartieri generali; uno più importante in Polonia e l’altro in Germania. È la prima missione in assoluto di questo tipo che si integra con gli sforzi economici sia in termini di forniture per armamenti sia sull’embargo commerciale.

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La Turchia sostiene l’Ucraina e la Russia insieme

Se è vero che la Turchia sta facendo la sua parte per sostenere militarmente l’Ucraina, al contrario le relazioni economiche, commerciali e diplomatiche con la Russia non sono mai state così forti. Gli scambi commerciali hanno già superato i 50 miliardi di dollari, in netta crescita dal record del 2021 pari a quasi 35 miliardi. Negli ultimi due mesi sarebbero più di 200 le nuove aziende russe registrate in Turchia.

I rapporti tra Putin e Erdogan dalla guerra in Ucraina appaiono invece sempre più saldi; Putin ha bisogno di Erdogan per rompere il suo isolamento internazionale e interagire, seppure attraverso una mediazione in cambio di aiuti economici, con l’Europa.

L’Ue presenta un nuovo pacchetto di misure per affrontare la crisi dei prezzi dell’energia

In questo contesto il gas gioca un ruolo fondamentale. La Russia e anche la Turchia vorrebbero utilizzare il Paese guidato da Erdogan per far passare il gas in Ue. Domani l’Ue presenterà un nuovo pacchetto di misure per affrontare la crisi dei prezzi dell’energia. Le proposte, frutto di due settimane di negoziati e spaccature, rischiano di apparire poco incisive. Sono molti i dubbi di Germania e Paesi Bassi sulle varie forme di “price cap” che escludono per tutta l’Unione un tetto al prezzo all’ingrosso così come per il GNL. Così l’Ue ha le mani legate e si trova in condizione di non poter reagire ulteriormente sul piano economico, mentre la Russia può continuare ad avanzare militarmente.

Dopo il piano della Germania da 200 miliardi di euro per proteggere le famiglie e le imprese tedesche. Von der Leyen ha rifiutato di prendere in considerazione la proposta avanzata dai Paolo Gentiloni e Thierry Breton di creare uno strumento simile per fornire prestiti agli stati membri al fine di abbassare il prezzo della bolletta. Secondo le ultime indiscrezioni la Commissione dovrebbe proporre un meccanismo di emergenza per imporre un tetto temporaneo e dinamico al prezzo del gas.

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