Ha un prezzo che fa gola e una durata che fa riflettere. Mentre molti investitori si rassegnano a rendimenti dimezzati rispetto allo scorso anno, qualcuno guarda altrove. Un BTP in particolare spicca per le sue caratteristiche fuori dal comune. Ma prima di lasciarsi tentare, serve una riflessione onesta: ne vale davvero la pena?
I tempi cambiano e con loro cambiano anche le opportunità d’investimento. Se solo un anno fa sembrava normale trovare rendimenti sui BTP vicini al 4% con scadenze brevi, oggi la realtà è diversa.

La Banca Centrale Europea ha tagliato più volte i tassi e i titoli di Stato italiani a 10 anni si aggirano tra il 2,50% e il 2,90% netto. In questo scenario, chi cerca un ritorno elevato e (apparentemente) sicuro si ritrova spiazzato. Eppure, tra le tante proposte sul mercato, ce n’è una che rompe lo schema.
Si tratta del BTP 1.7-01ST51, un titolo particolare, poco conosciuto, ma con numeri che attirano l’attenzione. Il rendimento netto effettivo a scadenza tocca il 3,89%, un valore che oggi appare quasi surreale. Ma se il guadagno potenziale è alto, il prezzo da pagare non è solo quello d’ingresso. C’è da fare i conti con una duration modificata di 18,69, un dato che racconta una storia fatta di oscillazioni forti, anche molto forti, nel tempo.
Il BTP che si comporta come un’azione
Per capire cosa rende così particolare questo BTP ad alto rendimento, bisogna guardare al suo prezzo: intorno a 61. Una cifra bassa rispetto al valore nominale, che spiega il rendimento elevato. Ma questo prezzo riflette anche il rischio legato alla lunghissima scadenza.

Quando un titolo ha una vita residua così ampia, come in questo caso, il suo valore può variare in modo significativo al variare dei tassi d’interesse. Ecco perché questo BTP può oscillare come un titolo azionario.
Chi investe oggi in questo strumento deve essere consapevole che potrebbe vedere forti cali nel suo valore di mercato prima della scadenza. Il confronto con i mercati azionari globali, che nel lungo termine tendono a crescere con una media superiore al 6% annuo, è inevitabile. La domanda allora diventa: ha senso puntare su un titolo del genere, quando per un rischio simile si potrebbe ottenere un guadagno potenzialmente più elevato altrove?
La risposta non è semplice. Se da un lato il rendimento certo a scadenza è un vantaggio per chi non vuole sorprese sull’incasso finale, dall’altro bisogna avere nervi saldi per sopportare eventuali perdite temporanee anche consistenti. In fondo, è come mettersi in gioco per quasi vent’anni con la sola promessa che “alla fine andrà bene”. Ma non tutti sono fatti per questo tipo di attesa.
E allora, prima di scegliere, meglio chiedersi: si è davvero pronti a restare fermi mentre il mercato balla? Si è disposti a sacrificare la liquidità e la tranquillità in cambio di un rendimento che oggi sembra alto, ma domani potrebbe non bastare più?