Moltissimi utenti hanno segnalato la ricezione di un allarmante SMS da parte dell’INPS. L’Istituto è intervenuto per tutelare i destinatari.
Più di 360 mila famiglie hanno ricevuto, nelle ultime ore, un SMS dall’INPS contenente questo testo: “Hai percepito le 18 mensilità di Adi. Per riprendere a ricevere la prestazione potrai presentare una nuova domanda dal prossimo mese“.

I destinatari del messaggio, dunque, sono i percettori di Assegno di Inclusione, la misura introdotta in sostituzione del Reddito di Cittadinanza. In molti hanno pensato si trattasse di un tentativo di frode, ma la provenienza della comunicazione è certamente riconducibile all’Istituto di Previdenza. A confermarlo è stato Rocco Lauria, Direttore Centrale Inclusione dell’INPS, durante la nota trasmissione Uno Mattina. Per quale motivo è stato inviato l’SMS?
Stop all’Assegno di Inclusione dal 30 giugno: cosa succede?
Rocco Lauria ha sottolineato che la normativa relativa all’Assegno di Inclusione stabilisce una durata massima di 18 mesi per il sussidio economico. È, tuttavia, consentito il rinnovo per ulteriori 12 mesi, con un mese di stop, per chi presenta una nuova domanda all’INPS.

Chi ha ricevuto l’SMS dall’INPS, dunque, deve fare in fretta e provvedere all’inoltro dell’istanza, visto che ci sarà tempo fino a martedì 1 luglio. Le modalità per adempiere sono le seguenti:
- telematicamente, tramite il sito www.inps.it, accessibile con SPID, CIE o CNS;
- tramite CAF o Patronato.
Chi provvederà a tale operazione potrà beneficiare nuovamente dell’Assegno di Inclusione a partire dal mese di agosto. Lauria, inoltre, ha fugato i dubbi di coloro che temevano che la sospensione fosse dovuta al consumo delle risorse stanziate, sottolineando come il sussidio verrà finanziato per tutte le domande di rinnovo. L’SMS, quindi, è stato inviato a tutela degli utenti e per evitare ritardi nel riconoscimento dell’agevolazione, in modo tale da invogliare gli interessati ad adempiere tempestivamente.
Chi ha diritto all’Assegno di Inclusione?
L’Assegno di Inclusione è la misura che, dal 1° gennaio dello scorso anno, viene riconosciuta ai nuclei familiari in difficoltà, formati almeno da un membro minorenne, disabile, over 60 e in condizioni di svantaggio e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali.
Sono, inoltre, richiesti i seguenti requisiti reddituali:
- ISEE fino a 10.140 euro;
- reddito familiare inferiore a 6.500 euro annui, moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza ADI. Per i nuclei familiari formati da persone tutte over 67 o da altri familiari tutti disabili gravi o non autosufficienti, il tetto di reddito familiare è pari a 8.190 euro annui, moltiplicata per la scala di equivalenza;
- patrimonio immobiliare non superiore a 30 mila euro, diverso dalla prima casa di valore fino a 150 mila euro;
- patrimonio mobiliare non superiore a: 6 mila euro, per i nuclei formati da un solo membro, 8 mila euro, per i nuclei formati da due membri e 10 mila euro per i nuclei formati da tre o più membri.