Bce spinge i ricavi delle banche italiane, mentre le assicurazioni vengono multate

Il rialzo dei tassi di interesse dalla Bce spinge i ricavi delle banche italiane. I benefici della politica monetaria restrittiva sugli istituti italiani non coinvolge le assicurazioni.

Le trimestrali di questi ultimi giorni evidenziano il vantaggio e posizione solida del capitale delle banche italiane.

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Il trend positivo è accentuato da un contesto di benefici legati alla fine dei tassi negativi. Il margine di interesse già aumentato premette nuovi obbiettivi finanziari; tanto è vero che diverse banche quotate a Piazza Affari li hanno potuti alzare per l’anno in corso.

In linea con quelle europee, le banche italiane hanno iniziato l’anno mostrando solidità patrimoniale e rischio sotto controllo. I crediti deteriorati continuano a diminuire e la ridotta esposizione verso la Russia dei due gruppi principali, Intesa Sanpaolo e Unicredit, non preoccupa più gli investitori.

Il costo del rischio diventa però un problema per un altro settore del comparto finanziario italiano; quello delle assicurazioni. Con i benefici del recente rialzo dei tassi per banche, le assicurazioni hanno sulle spalle prospettive di una riduzione dei profitti dovuta alla futura contrazione economica.

Le sanzioni dell’antitrust contro UnipolSai e Generali

Se il 2022 non preoccupa, il grande punto di domanda per gli investitori riguarda il 2023. In questo contesto sono emerse irregolarità nel comportamento UnipolSai e Generali assicurazioni. Le due società sono state sanzionate dall’Antitrust per aver adottato, nella fase di liquidazione dei danni RCAuto, una pratica commerciale scorretta rispetto al Codice del Consumo.

L’Antitrust ha ravveduto pratiche e condotte ingannevoli e aggressive tanto che, in considerazione della loro gravità ciascuna società ha ricevuto il massimo della sanzione pari a 5 milioni di euro.

Le due società hanno attuato comportamenti atti a ostacolare o limitare in modo ingiustificato l’accesso al fascicolo del sinistro. Questo ha permesso alle società un maggiore arbitrio rispetto l’ammontare del rimborso, mentre in altri casi hanno potuto rifiutare il risarcimento senza fornire informazioni rilevanti. Senza le informazioni per contrapporsi all’esito della pratica e con ostacoli di vario genere nell’esercizio dei propri diritti l’assicurato non è stato impossibilitato nel verificare e ricevere l’equo risarcimento.

Secondo l’Autorità si tratta di carenze idonee a indurre i destinatari ad accogliere l’offerta risarcitoria o a respingerla senza le informazioni necessarie. L’Autorità ha accertato la scorrettezza di questa pratica commerciale, che ha limitato considerevolmente la libertà di scelta dell’assicurato in relazione al risarcimento del sinistro.

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