Prosegue la seduta in calo della borsa di Milano affiancata dalla la corsa dei rendimenti dei titoli di Stato.
Lo spread tra Btp e Bund si attesta a 237 punti base, una variazione del decennale italiano di quasi il 4%.
L’inflazione in Italia è salita nel mese di agosto all’8,4%, è un record che non si vedeva dal dicembre 1985. Nell’Eurozona il livello aggregato dei prezzi al consumo ha invece raggiunto il 9,1%. Sale cosi il costo della vita in accelerazione dall’8,9% di luglio.
In questo contesto l’attenzione degli investitori si è spostata non a caso sulle obbligazioni a lunga scadenza. Tra queste in particolare titoli di Stato come BTP dicembre 2032 importante riferimento per il rendimento dei titoli sovrani. Il decennale italiano ha superato il rendimento del 3,9% in linea con le aspettative negative della tendenza generale in tutte l’Europa.
Lo stesso accade, infatti, al Bund tedesco; il Titolo di Stato decennale è più che raddoppiato ieri dall’inizio di agosto arrivando sopra 1,55%. In Germania non esiste più alcun titolo di Stato con rendimenti negativi; persino il Bund a 30 anni che fino a dicembre offriva un interesse minore di zero è arrivato ieri in area 0,03%.
L’alta inflazione e le incertezze date dalla sicurezza energetica, porta gli operatori ridurre la domanda e costringere a rendimenti nominali più alti. Oltre a questo settembre è un mese particolarmente importante per almeno tre avvenimenti: le elezioni italiane, l’evoluzione degli approvvigionamenti dalla Russia e l’intervento di politica monetaria del 8 settembre della BCE.
La banca centrale europea sarà chiamata la prossima settimana con ogni probabilità ad alzare i tassi d’interesse più dello 0,50% sinora prospettato. Cresce così l’aspettativa di un rallentamento più incisivo dell’economia di cui è molto difficile prevedere gli esiti.
È anche per questo che nell’arco di un mese il BTP 2032 ha aumentato il rendimento di un punto percentuale incrementando gli interessi della cedola da inizio agosto a oggi quasi del 30%. È probabile che questo non sarà l’ultimo né il maggiore dei rialzi dei rendimenti nominale, a cui va ricordato c’è da scontare la quotazione e l’effetto sul capitale dell’inflazione. Mentre Francoforte si prepara a ridurre rinvestimenti e liquidità sul mercato gli investitori attendono tempi più maturi per riportare i capitali in titoli più rischiosi fuori dal rifugio trovato nell’oro e nel dollaro.
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