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Borsa e Mercati

Si avvia una settimana ricca di novità; ecco cosa stanno rivelando i dati trimestrali delle grandi aziende Usa

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Le trimestrali Usa iniziano con le indiscrezioni sul sentiment di Apple. L’azienda della mela starebbe valutando di rallentare investimenti e assunzioni in alcune sue divisioni per timore di una recessione.

Nel vivo della stagione delle trimestrali un’attenzione particolare va a IBM, il colosso degli hardware ha annunciato utili e fatturato migliori delle attese.

Anche in questo caso però pesa sul fatturato il contesto macroeconomico; lo svantaggio in questo caso è la forza del dollaro che può ridimensionare il suo fatturato di ben il 6%.

Il direttore finanziario James Kavanaugh per la stessa causa ha annunciato che già il fatturato del secondo trimestre è stato colpito da un onere di 900 milioni. Le cause sono da riscontrare nella velocità del trend long che ha alterato i rapporti degli ordini già contabilizzati con un altro livello di cambio.

la valuta statunitense si è rafforzata negli ultimi mesi con l’aumento dell’inflazione, i tassi di interesse sono aumentati e peggiorate le prospettive di crescita dell’eurozona il principale partner commerciale oltre al Giappone. Il dollaro rappresenta circa il 90% di tutte le transazioni in valuta estera.

Non solo Apple, ma anche IBM e Johnson & Johnson prospettano un calo dei ricavi

Così il fatturato di IBM si è attestato nel secondo trimestre dell’anno a 15,54 miliardi di dollari, in leggero miglioramento rispetto ai 15,18 miliardi attesi dagli analisti. Sono diverse altre le multinazionali che hanno lanciato un avvertimento sull’impatto della forza del dollaro sui risultati di bilancio: tra queste anche J&J.

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson ha annunciato utili e un fatturato relativi al secondo trimestre 2022 in calo, anche se migliori delle attese. La società ha dovuto tagliare le stime sui profitti per il 2022 dato l’impatto nella forza della valuta nazionale. Gli utili di J&J sono scesi nel trimestre tra aprile e giugno del 23,3% a 4,81 miliardi.

Tra gli altri eventi in grado di scuotere il mercato azionario; l’intervento della Fed sui tassi di interesse a circa 75 punti base. La fiammata dell’inflazione fa tremare anche la Banca centrale europea che è pronta giovedì ad alzare anche nel vecchio continente il costo del denaro. Il 21 luglio ci sarà la riunione della Bce di Christine Lagarde; in base a quanto ha anticipato la stessa presidente, terminerà con l’annuncio di un rialzo dei tassi di 25 punti base. Oltre a questo si attende la soluzione della crisi di Governo italiano; Draghi si presenterà alle camere dove si attenderà l’esito del voto di fiducia. Infine tra le notizie positive sempre giovedì 21 la presentazione dello scudo anti-spread.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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