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Truffa tramite sms della banca con una richiesta strana, cosa c’era scritto

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Arriva un messaggio sul telefonino e pensi sia della banca invece è una vera e propria truffa ai danni di una ragazza.

Con un messaggio dal cellulare hanno inviato un link con richiesta specifica di nome utente e password per estorcere alla giovane 251 euro.

Pixabay

Se non fosse per gli errori di ortografia sarebbe stata una truffa perfetta. Una giovane ricevendo un messaggio dalla sua banca, ha subito capito di essere vittima di una truffa. Gli errori di ortografia fanno destare sospetti alla giovane che informa subito la polizia postale e denuncia l’accaduto. “Mancavano un apostrofo e un paio di accenti. Forse persone straniere – ha pensato la vittima – Anche l’indirizzo mail che rimanda al sito della banca non è quello ufficiale ma molto simile. Io non ci ho pensato due volte e ho mandato compilato il format on line della polizia postale per denunciare l’accaduto oltre ad aver fatto una segnalazione anche alla mia filiale di Seregno”.

Il messaggio proveniente dalla banca: la denuncia

La ragazza si è sentita in dovere di informare e denunciare per evitare che non si ripeta più. A tal proposito la ella afferma:

Voglio mettere tutti in guardia perché il link che mi è arrivato sul cellulare tramite un tradizionale sms è fatto veramente bene. Ricorda esattamente l’home banking della la mia banca. Non è la prima volta che mi capita ma sul cellulare con un sms non mi era mai successo: già qualche mail ma anche su whatsapp mi era già successo. La cosa che mi ha lasciato stupito è come riescano a riprodurre esattamente la home page del sito della banca. Il messaggio parlava di una spesa di 251,70 euro e di mettere utente e password”.

Bisogna sempre correre ai ripari quando si tratta di messaggi che destano sospetti. La banca non invia messaggi, tra l’altro con errori di ortografia, né richiede espressamente i dati senza consenso o altro. Per evitare truffe non bisogna essere superficiali, la negligenza fa brutti scherzi e non ripaga mai.

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