Truffe su Whatsapp e Instagram, ci cascano in molti: ecco a cosa fare attenzione

Nel corso degli ultimi anni è emerso un panorama allarmante: le frodi digitali hanno coinvolto milioni di persone in Italia, con un impatto economico gravoso. I dati ufficiali raccontano di migliaia di denunce e perdite consistenti, tutti elementi che rendono urgente riflettere su cosa stia davvero accadendo nell’universo delle comunità virtuali.

Emerge una trama fatta di messaggi falsi, contatti ingannevoli e promesse inattendibili, strumenti con cui persone poco avvedute vengono ingannate e spogliate delle proprie credenziali o risparmi.

Persone che navigano sui social
Truffe su Whatsapp e Instagram, ci cascano in molti: ecco a cosa fare attenzione-trading.it

È il volto nascosto di una realtà che vive nelle chat, nei social e persino negli annunci sponsorizzati, un mondo dove l’inganno si camuffa da opportunità. Parlare di questo tema significa confrontarsi con le nuove frontiere del crimine digitale, che non risparmia nessuno e si insinua anche nelle relazioni più quotidiane. Dietro ogni dato statistico ci sono storie personali, spesso segnate da perdite materiali e ferite emotive che difficilmente guariscono.

Il fenomeno delle frodi su social e app di messaggistica

Le piattaforme come Facebook, Instagram, WhatsApp e Telegram sono diventate terreno fertile per i truffatori. Più del 60% delle frodi segnalate passa dai canali gestiti da Meta: il 28% su Facebook, il 21% su WhatsApp, il 7% su Instagram, mentre Telegram raggiunge il 18%. Secondo la Polizia Postale, tra gennaio e dicembre 2024 sono state registrate 18.714 denunce di truffa informatica, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente e danni complessivi oltre i 181 milioni di euro. Si tratta di un fenomeno in continua espansione che sfrutta tecniche sempre più sofisticate.

persona spaventata
Il fenomeno delle frodi su social e app di messaggistica-trading.it

Tra queste spiccano phishing, smishing e vishing. Il phishing si manifesta attraverso email o messaggi che simulano comunicazioni di enti come INPS, Agenzia delle Entrate o Poste Italiane e contengono link fasulli per rubare credenziali SPID e dati bancari. Lo smishing agisce tramite SMS con link malevoli, mentre il vishing utilizza telefonate in cui i truffatori si fingono operatori bancari o forze dell’ordine, spingendo le vittime a cedere informazioni o trasferire fondi. Non mancano le frodi legate a finti investimenti, con sedicenti broker che promettono rendimenti eccezionali e poi spariscono con il denaro. Marketplace come quello di Facebook sono particolarmente esposti: profili falsi, recensioni ingannevoli e annunci attraenti creano l’illusione di affari sicuri. L’uso dell’intelligenza artificiale rende queste trappole sempre più credibili. Le vittime appartengono a ogni fascia d’età, ma il gruppo più colpito resta quello tra i 25 e i 44 anni, seguito da chi ha tra i 45 e i 54 anni, con Campania, Lombardia, Lazio e Sicilia tra le regioni più esposte.

Strategie di difesa e impegni delle istituzioni

Agenzia delle Entrate e INPS invitano a non cliccare link sospetti ricevuti via email o SMS, ma a digitare manualmente gli indirizzi istituzionali per accedere ai servizi, controllando che i siti siano protetti dal protocollo https e riportino domini corretti. La Consob raccomanda di verificare che gli intermediari finanziari siano autorizzati e presenti nei registri ufficiali, scoraggiando investimenti su piattaforme non riconosciute. La Polizia Postale aggiorna costantemente una black list con migliaia di siti pericolosi, mentre il CERT‑AGID monitora le campagne malevole, evidenziando il proliferare di domini che imitano enti pubblici. In caso di frode, è fondamentale bloccare immediatamente le carte, avvisare la propria banca, presentare reclamo e, se necessario, rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario. È altrettanto importante sporgere denuncia alla Polizia Postale conservando prove come screenshot, email e messaggi fraudolenti. Operazioni mirate delle autorità hanno già smantellato reti criminali che gestivano piattaforme di trading fittizie con guadagni illeciti per milioni di euro. La vera difesa, però, resta la consapevolezza: saper riconoscere segnali d’allarme, non lasciarsi influenzare dall’urgenza di messaggi allarmistici e diffidare delle promesse di guadagni facili. Le tecnologie evolvono e i truffatori affinano le proprie tecniche, ma l’informazione continua a essere l’arma più potente per ridurre i rischi.

Gestione cookie