Amazon, problemi in vista? I commercianti fanno ricorso all’Antitrust

Con una crescita esponenziale degli ultimi anni, ha raggiunto un profitto medio nell’ultimo anno di 1 miliardo di dollari al giorno. La società in questi giorni si trova a subire gli effetti della sua eccessiva espansione.

Logo Amazon su Smartphone

Una coalizione di piccoli imprenditori USA chiede a gran voce l’intervento dell’Antitrust. I commercianti rappresentanti di diverse categorie (produttive, elettronica, farmaceutica, librerie e negozi di alimentari), sono tutti accomunati da un unico destino, servirsi della piattaforma Amazon per vendere i propri prodotti.

Il gruppo formato dalle diverse associazioni di categoria, chiede ai legislatori che venga diminuito il potere di influenza del più grande e-commerce al mondo. I commercianti chiedono di essere tutelati sia riguardo alla loro capacità di gestire le merci detenute nei magazzini Amazon, sia in merito alla regolamentazione della politica di pubblicizzazione delle grandi aziende, che vengono avvantaggiate sul rispetto alle piccole e medie imprese. Con una simile politica commerciale Amazon è in grado, con la sua quota di mercato, di influenzare arbitrariamente i prezzi e le categorie di merci vendute, generando una distorsione del mercato che non farebbe altro che aumentare il suo potere contrattuale a discapito dei suoi fruitori, siano essi aziende o consumatori.

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Il colosso dell’e-commerce di Jeff Bezos

Se globalmente Amazon rappresenta il 13,7% dei prodotti venduti online, negli Stati Uniti incide per più del 54%. Già oggi è in grado di imporre a sua discrezione il pagamento di commissioni o l’acquisizione di informazioni sensibili delle aziende presenti nel suo store, in questo modo incrementa la possibilità di regolare a suo piacimento nel futuro, le condizioni contrattuali in modo tale da essere in grado di monopolizzare le scelte di consumo e le modalità di accesso, senza la possibilità per i commercianti di opporsi.

Amazon dal 2018 al 2020 ha segnato un record nella sua crescita in termini di rendimento, passando dai 240 miliardi di dollari del 2018 ai 280 dell’anno successivo, fino 380 miliardi del 2020. Il suo successo non è solo giustificato dalla stagione straordinaria dovuta all’emergenza sanitaria, ma anche dalla stretta che oramai è in grado di porre su prodotti e aziende, su quelli che partecipano alle vendite nella sua piattaforma oltre che su coloro che sono ormai sconfitti nella competizione sia in termini di affidabilità che di disponibilità e concorrenzialità dei prodotti.

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Analisi tecnica Amazon: trend ribassista

Dal punto di vista tecnico, l’azienda di Jeff Bezos vede le sue quotazioni in una fase di incertezza con un nuovo trend ribassista che sul breve termine potrebbe riportare le quotazioni almeno fino ai 3000 dollari.

La grande forza con la quale i prezzi sono saliti da gennaio del 2020 mostrano oggi una fase di incertezza fisiologica, dovuta a prese di profitto e attesa per livelli di prezzi più profittevoli, che potranno essere sfruttati per entrare in nuova fase, sul lungo termine, del bull market. Intanto i prezzi dal doppio massimo avvenuto il 13 ottobre 2020 hanno interrotto il trend rialzista, dopo il record, da gennaio ad agosto dello scorso anno hanno, che ha visto passare le quotazioni dai 2000 ai 3552 dollari, con un incremento in solo otto mesi di circa il 75%.

Quotazioni Amazon

La tendenza, che da novembre 2020 ha visto un costante decremento dei volumi, ha formato un pennant che si è concretizzato in quella che può essere ritenuta a oggi una figura di inversione, con i prezzi che il 25 febbraio hanno violato il minimo relativo e hanno sviluppato quella che si presenta come la prima fase di un onda ribassista. In quest’ottica il prezzo attuale si aggira oggi intorno ai 3200 dollari e coincide con gli sviluppi delle due trend line della figura ribassista, rendendo piuttosto plausibili nuove vendite. Se la resistenza posta a 3350 dollari non verrà violata, potremmo avere obbiettivi di prezzo in ottica short fino ai primi supporti posti tra i 3170 e 3100 dollari, fino al raggiungimento di nuovi minimi intorno alla soglia psicologica dei 2950 dollari.

Le informazioni presenti in questo articolo non sono da intendersi come un invito all’investimento né alla speculazione.

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