Anticipo TFS erogato dall’INPS: alcuni pensionati rimarranno con l’amaro in bocca

Il prossimo anno avverrà l’anticipo TFS erogato dall’INPS, in favore dei lavoratori statali che vanno in pensione. È per molti ma non per tutti.

Quando i lavoratori statali terminano il loro rapporto di lavoro hanno diritto, al pari dei lavoratori del settore privato, ad un trattamento di fine rapporto. Tuttavia, nel caso dei lavoratori statali la liquidazione prende il nome di trattamento di fine servizio.

l’anticipo TFS erogato dall'INPS
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L’erogazione della TFS prevede tempi di attesa piuttosto lunghi. In alcuni casi, ovvero al di sopra di certe cifre, la somma di denaro viene erogata in più trance.

Per quale motivo, l’INPS erogherà un anticipo del trattamento? Quali pensionati avranno diritto al suddetto anticipo? Chi sono gli esclusi?

Anticipo TFS erogato dall’INPS: di cosa si tratta

A partire dal prossimo anno, l’INPS erogherà un anticipo del trattamento di fine servizio, ovvero della liquidazione che spetta agli statali che vanno in pensione.

La notizia è trapelata dalle circolari dell’Istituto previdenziale, ma per il momento non si hanno ancora informazioni specifiche che, sicuramente, arriveranno prima dell’inizio del nuovo anno.

Ad ogni modo, quel che è certo, è che per il 2023 sarà concesso ai lavoratori ex dipendenti del settore statale di ottenere un anticipo sulla buonuscita che gli spetta di diritto.

Si tratta di una libera scelta del ex dipendente, che ha la possibilità di chiedere l’anticipo totale del TFS maturato oppure solo di una parte.

L’anticipo del trattamento di fine servizio, che potrà essere richiesto dagli ex lavoratori statali nel 2023, prevedrà il pagamento di interessi poco allettanti.

Nello specifico il lavoratore che accede alla anticipazione del trattamento riceverà una somma al netto degli interessi dovuti e dello 0,50% forfettario delle spese.

Tuttavia, al momento, quella descritta rappresenta l’unica possibilità per i pensionati statali di ottenere una parte della liquidazione.

Tempi per l’erogazione del trattamento di fine servizio

Generalmente il trattamento di fine servizio è corrisposto d’ufficio. Il lavoratore non deve presentare alcuna domanda per accedervi.

Chiaramente, è diverso il discorso relativo all’antico TFS previsto per il 2023; per il quale, invece, è necessario presentare domanda.

Ad ogni modo, l’erogazione ordinaria del TFS può avvenire:

  • In un’unica soluzione, quando la somma di denaro che spetta al dipendente è d’importo pari o inferiore a 50.000 euro lordi;
  • Con due rate annuali, quando la somma di denaro che spetta all’ex dipendente ha un importo lordo compreso tra 50.000 euro e 100.000 euro.
  • In tre rate annuali, quando la somma di denaro lorda è superiore a 100.000 euro.

Per quanto riguarda i tempi d’attesa previsti per l’erogazione del trattamento, questi dipendono dalle cause che hanno determinato la cessazione del rapporto di lavoro. In particolare, sono necessari:

  • 105 giorni in caso di cessazione per inabilità o decesso del lavoratore;
  • Entro 12 mesi per cessazione del rapporto di lavoro in seguito al raggiungimento dei limiti di età o di servizio;
  • Non prima di 24 mesi per tutti gli altri casi (es. dimissioni volontarie, licenziamento, destituzione dell’impiego e così via).

Liquidazione TFS con il sistema delle quote

I lavoratori statali che raggiungono il pensionamento accedendo ad una misura anticipata, come quota 103 prevista per il 2023, riceveranno l’indennità di fine servizio rispettando le modalità e i tempi ordinari, ma a partire dal raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia.

Ciò vuol dire che, i lavoratori che vanno in pensione, utilizzando come strumento il sistema delle quote, riceveranno il TFS non al termine del rapporto di lavoro ma al raggiungimento di 67 anni di età.

Non a caso, in vista del 2023, il Governo ha intenzione di introdurre la forma di pensionamento anticipato quota 103. Quasi certamente, il suddetto strumento seguirà il meccanismo che ha caratterizzato il sistema delle quote, finora.

Dunque, i lavoratori statali che accederanno a quota 103, andranno in pensione a 62 anni; ma dovranno aspettare il raggiungimento del sessantasettesimo anno di età perché maturi il diritto al TFS. A partire da quel momento, dovranno poi attendere i tempi ordinari per l’erogazione del trattamento, descritti sopra.

Molto probabilmente, è questo il motivo per il quale l’INPS, il prossimo anno, concederà un anticipo TFS, su istanza, ai lavoratori statali che vanno in pensione.

Anticipo Tfs erogato dall’INPS: ecco chi sono gli esclusi

Per mitigare i limiti previsti dal pensionamento anticipato Quota 103, il prossimo anno, l’INPS erogherà un anticipo TFS ai pensionati statali.

Il diritto al trattamento non matura d’ufficio, ma è necessario inviare un’apposita domanda, accedendo al portale dell’Istituto.

Ad ogni modo, l’INPS ha fissato una cifra massima che consentirà di coprire tali anticipi. Dunque, le erogazioni seguiranno un ordine cronologico, fino all’esaurimento delle risorse messe a disposizione.

Per questo motivo, alcuni lavoratori non riceveranno l’anticipo TFS.

Inoltre, non sarà possibile accedere a tale opportunità per gli ex lavoratori che hanno maturato debiti contributivi con l’istituto previdenziale o hanno cartelle esattoriali pendenti.

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