Ape Sociale: si può rifiutare? La risposta non è scontata

Cosa succede se si presenta richiesta per la certificazione del diritto all’Ape Sociale ma, dopo, non si inoltra la domanda?

Se dopo l’intenzione di accedere all’Ape Sociale non si presenta più la domanda e non si interrompe l’attività lavorativa, si può continuare a lavorare fino alla pensione anticipata o di vecchiaia?

ape sociale
Foto Canva

Chiariamo subito che la sola circostanza di aver presentato richiesta di Ape Sociale non preclude la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata o degli altri trattamenti previdenziali.

Il discorso è diverso, tuttavia, se si continua a svolgere un’attività lavorativa senza andare in pensione. Analizziamo la disciplina e procediamo con ordine.

Per ulteriori informazioni, non perdere il seguente articolo: “Calcolo Ape sociale: pro e contro di una misura che può erogare fino a 1500 euro al mese“.

Ape Sociale: chi ne ha diritto?

L’Ape Sociale è una misura sperimentale, attiva fino al 31 dicembre 2021, rivolta a coloro che hanno i seguenti requisiti:

  • almeno 63 anni di età;
  • 30 anni di contributi, o 36 anni nell’ipotesi di lavoratori addetti a mestieri usuranti. Per le donne, invece, i requisiti sono diminuiti di 12 mesi per ogni figlio, fino ad un massimo di 2 anni.

È necessario, inoltre, che tali soggetti si trovino in tali situazioni:

  • disoccupazione per licenziamento (anche collettivo), per dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
  • fine della fruizione dell’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi;
  • essere caregiver, da almeno 6 mesi, del coniuge, partner unito civilmente o parente convivente o affine entro il 2° grado affetto da handicap grave;
  • possesso di un’invalidità civile di almeno il 74%;
  • svolgimento di un mestiere usurante o gravoso, per almeno 6 anni negli ultimi 7 o per almeno 7 negli ultimi 10;
  • cessazione di ogni attività lavorativa dipendente o autonoma, in Italia e all’estero;
  • mancanza di titolarità di qualsiasi trattamento pensionistico diretto;
  • non titolarità di indennità di disoccupazione o di indennizzo commercianti.

Consulta anche: “Se sei un artigiano nel 2022 puoi ottenere l’APE sociale: ecco i requisiti“.

A quanto ammonta l’indennità?

L’Ape Sociale è uguale all’importo della pensione a cui si avrebbe diritto nel momento di presentazione della domanda, entro il limite massimo di 1.500 euro al mese.

Questa misura è cumulabile con i redditi da lavoro percepiti dopo la decorrenza della misura stessa, entro il tetto di 8 mila euro lordi all’anno per lavoro dipendente o co.co.co. e di 4.800 euro lordi per lavoro autonomo.

L’indennità, inoltre, si percepisce fino al raggiungimento dell’età per la pensione anticipata o di vecchiaia. Nel momento in cui si matura tale requisito, infatti, bisogna inoltrare la domanda di pensione.

Esiste la rinuncia all’Ape Sociale?

Quando il percettore dell’Ape Sociale raggiunge i 67 anni per la pensione di vecchiaia (in base a quanto stabilito dalla Legge Fornero) oppure i 42 anni e 10 mesi di contribuzione per la pensione anticipata ordinaria, deve inoltrare regolare domanda di pensionamento all’INPS.

Lo stesso avviene anche se, nel frattempo, si sta percependo l’Ape Sociale.

Il comma 179 della Legge n. 232 del 2016 stabilisce che l’Ape Sociale si protrae “fino al conseguimento dell’età anagrafica prevista per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia”. Non sono previste, dunque, revoche o rinunce. Il motivo risiede nel fatto che l’indennità viene revocata automaticamente a tutti coloro che compiono 67 anni.

Si può, dunque, continuare a lavorare, con l’unico obbligo di presentare nei tempi congrui la domanda per la pensione ordinaria, per evitare di rimanere senza alcun tipo di supporto economico.

Impostazioni privacy