L’assegno di mantenimento per figli o coniuge è il sostegno economico riconosciuto in seguito ad una separazione. Scopriamone tutti i dettagli.
Quando due coniugi si separano e tra i due vi sono figli minori o un’importante differenza economica, la legge prevede l’erogazione di un assegno mensile, che prende il nome di assegno di mantenimento.
Così facendo il giudice sancisce un provvedimento economico a tutela dei figli o dell’altro coniuge, che si trova in una condizione economica svantaggiata.
In molti non sanno che, l’assegno di mantenimento può essere rivalutato, portato in detrazione e che, in caso di mancato versamento delle mensilità, è possibile accedere ad un bonus.
Assegno di mantenimento: la rivalutazione
Al pari di pensioni e indennità erogate dall’INPS, anche l’assegno di mantenimento per figli o coniuge è soggetto a rivalutazione. In sostanza, ogni anno, in base ai dati forniti dall’Istati sul costo della vita, avviene una rivalutazione dell’importo.
Così facendo, s’intende preservare il potere d’acquisto dell’assegno in considerazione dell’indice FOI, pubblicato con cadenza regolare sulla Gazzetta Ufficiale, da parte dell’Istat.
La rivalutazione dell’assegno di mantenimento è un obbligo previsto dalla legge. In particolare, a stabilire l’obbligatorietà del meccanismo di rivalutazione per il suddetto sostegno economico è la legge 898 del 1 dicembre 1970.
Tuttavia, le disposizioni legislative prevedono tale obbligo solo in caso di divorzio. Ma la Corte di Cassazione è intervenuta con una sentenza, stabilendo che anche in caso di separazione l’assegno debba essere sottoposto a rivalutazione.
Il calcolo si sviluppa prendendo in considerazione l’indice FOI del mese del primo pagamento dell’anno precedente, rispetto alla sentenza del tribunale che impone il versamento mensile dell’assegno.
L’importo può essere detratto: ecco in quali casi
In molti non sanno che l’assegno di mantenimento può essere portato in detrazione. Ci stiamo alla possibilità di detrarre l’Irpef dalla somma di denaro erogata da un coniuge nei confronti dell’altro coniuge o in favore dei figli minori e non, in seguito alla sentenza di separazione.
Dal momento che il versamento dell’assegno di mantenimento è un’erogazione periodica, la legge prevede delle agevolazioni fiscali.
Di fatto, colui che eroga il sostegno economico può inserire tale spesa nella dichiarazione dei redditi. Ma molti non sanno che la spesa relativa all’assegno di mantenimento può essere anche dedotta.
Nello specifico, è possibile accedere alle suddette agevolazioni fiscali in questi casi specifici:
- detrazione, quando l’assegno è erogato in favore dei figli a carico;
- deduzione, per l’assegno di mantenimento erogato in favore dell’ex coniuge.
In sostanza, tramite la deduzione, il contribuente ha la possibilità di dedurre completamente la somma di denaro versata in favore dell’ex coniuge, evitando che incida sul reddito imponibile. Tuttavia, questa opzione è possibile solo se i versamenti sono periodici, ovvero avvengono con cadenza mensile.
Se, invece, il giudice stabilisce l’erogazione di una somma di denaro una tantum, non sarà possibile accedere alla deduzione.
Per la detrazione è, invece, necessario attendere la dichiarazione dei redditi con modello 730 (per lavoratori dipendenti), per poter ottenere una riduzione delle aliquote Irpef. In questo modo, il coniuge che eroga l’assegno può ottenere il rimborso di una parte dell’importo erogato in favore di figli e/o ex coniuge.
Assegno di mantenimento per figli o coniuge: ora c’è anche un bonus
È stato pubblicato da poco in Gazzetta Ufficiale il Dpcm che stabilisce i criteri di applicazione del bonus di 800 euro per genitori separati. Si tratta di un contributo al quale potranno accedere i genitori separati, in presenza di specifici requisiti.
La misura ha lo scopo di sostenere la genitorialità, offrendo un supporto alle famiglie che sono state duramente colpite dalla crisi causata dal Covid 19.
Di fatto per poter accedere al bonus occorre:
- essere separati e avere figli minorenni o con handicap gravi, conviventi;
- la mancata corrispondenza dell’assegno per effetto della perdita o riduzione di lavoro, causata dalle misure emergenziali dovute alla pandemia;
- il richiedente deve avere un reddito annuo pari o inferiore a 8.174 euro.
Dunque, il contributo, che sarà erogata in un’unica soluzione, è rivolto ai genitori che non hanno ricevuto in tutto o in parte l’assegno di mantenimento per il periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022.
Per accedere al beneficio occorre presentare una domanda, secondo le modalità che saranno indicate sul sito del Dipartimento delle Politiche della Famiglia.