Pensioni, nel 2022 occhio all’aumento: come cambia l’assegno mensile

Il prossimo anno vedrà una piccola rivoluzione in ambito pensionistico. Attese grosse novità a fine mese per milioni di italiani.

Pensione
Pensione (Adobe)

Il prossimo gennaio farà sorridere, c’è da scommetterci, milioni di italiani. Gli adeguamenti al costo della vita previsti dalla precedente riforma delle pensioni faranno in modo che gli assegni mensili siano decisamente più alti. Il 2022 insomma considererà il proporzionale aumento delle pensioni degli italiani in base a quello del costo della vita. Una dinamica che farà di certo sorridere gli italiani, molto meno lo Stato che vedrà a suo carico un esborso di circa 4 miliardi di euro. Il Governo, nel caso specifico valuta nuove soluzioni.

Gli istituti previdenziali, infatti, adegueranno gli importi dei singolo assegni mensili dal 2022 in base alla variazione dei prezzi al consumo certificati a breve dall’Istat. Le pensioni che vedranno crescere il proprio importo saranno circa 23 milioni. L’operazione che vedremo compiersi dal prossimo gennaio considera tra l’altro i due anni precedenti in cui nessuna modifica è stata di fatto apportata agli assegni mensili degli italiani. La causa predominante del blocco è stata di fatto l’inflazione, nulla o in alcuni casi negativa.

Pensioni: come cambieranno gli assegni mensili degli italiani

I criteri che guideranno questa mini rivoluzione possono essere riassunti in un esempio pratico. Chi percepisce una pensione mediamente di 1500 euro al mese, in base alla crescita dell’inflazione dell’1,7% andrà a guadagnare circa 300 euro in più all’anno. Al mese fanno circa 25 euro, ovviamente si parla di lordo. Gli aumenti in questione non saranno però uguali per tutti i pensionati. Man mano che l’importo mensile tende a crescere diminuirà la cifra riferita all’aumento stesso. Lo schema seguente aiuterà a comprendere meglio la situazione.

LEGGI ANCHE >>> Riforma Pensioni: pronta la nuova lista dei lavori gravosi

Al momento la rivalutazione riguarda quelle pensioni che non superano di quattro volte l’importo minimo garantito, cioè 515,18 euro al mese. Per tutte le altre pensioni ci si ritroverà di fronte a questo tipo di schema:
  • 77% fra quattro e cinque volte il minimo
  • 52% fra cinque e sei volte il minimo
  • 47% fra sei e sette volte il minimo
  • 45% fino a 4.566 euro (nove volte il minimo)
  • 40% per trattamenti d’importo superiore.

Le percentuali, per far si che venga contenuta la spesa pubblica potrebbero essere abbassate con la nuova legge finanziaria. Tutto insomma è ancora in fase di evoluzione.

Impostazioni privacy