Aumento pensioni: da ottobre arriveranno davvero cifre straordinarie?

Da ottobre vi sarò un primo aumento delle pensioni. È, però, solo il primo passo della rivalutazione che ci sarà l’anno prossimo.

Il Governo sta pensando a nuovi aiuti economici per le famiglie.

aumento pensioni
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L’inflazione è ritornata ai massimi storici, soprattutto a causa del perdurare della guerra in Ucraina. Per cercare di arginare l’aumento spropositato dei prezzi delle materie prime, l’Esecutivo sta pensando ad ulteriori sussidi economici per venire incontro alle famiglie maggiormente in difficoltà.

A partire dal prossimo mese, dunque, ci saranno delle novità anche per i pensionati. Per effetto della perequazione automatica, infatti, vi sarà un aumento delle pensioni, che, nel corso del 2023, raggiungerà la cifra record del 7- 8%. Alcuni effetti di questo incremento, tuttavia, saranno visibili già dal mese di ottobre. Facciamo il punto della situazione.

Per tutti gli aggiornamenti sull’assegno pensionistico, consulta il seguente articolo: “Aumento pensioni a 1000 euro: la proposta di Berlusconi viene smontata dagli economisti“.

Aumento delle pensioni: chi potrà goderne?

Il Decreto Aiuti bis stabilisce un aumento delle pensioni, che sarà in vigore già nelle prossime settimane. Questo incremento è una conseguenza dell’anticipo parziale delle rivalutazioni, inizialmente attese per gennaio 2023. A causa dell’aumento improvviso dell’inflazione negli scorsi giorni, tuttavia, un primo incremento degli assegni pensionistici sarà visibile già sul cedolino del mese di ottobre.

Ma a chi spetta l’aumento delle pensioni ed in che misura? Innanzitutto, l’adeguamento delle pensioni avverrà nell’arco di tutto il secondo semestre del 2022. Si tratta, però, solo di un aumento parziale, corrispondente a circa il 2%.

Inoltre, quest’incremento non riguarderà tutti gli assegni pensionistici, ma solo quelli di importo inferiore a 2.692 euro al mese, cioè 35 mila euro all’anno. In aggiunta, interverrà anche un’altra piccola rivalutazione, dello 0,2 %, dovuta al ricalcolo dell’inflazione del 2021. Lo scorso anno, infatti, l’INPS aveva adottato una rivalutazione del 1,7%, ma, adesso essa è variata nell’ 1,9%.

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Quali vantaggi per i pensionati?

Quelle appena indicate sono cifre abbastanza misere, che non porteranno ad un aumento significativo delle pensioni. L’anticipo parziale delle rivalutazioni, quindi, non avrà dei reali benefici sugli assegni, soprattutto se si pensa che l’inflazione ha, ormai, raggiunto il 9%; solo nel mese di luglio, in Europa c’è stato un rialzo dei prezzi dell’ 8,9%.

In base ad una stima pubblicata dalla UIL, solo pochi pensionati avranno un incremento maggiore di 150 euro, in tutto il 2022. Lo studio, in particolare, ha evidenziato che:

  • una pensione media di 952 euro mensili subirebbe un aumento di circa il 57% complessivi nel trimestre da ottobre a dicembre (circa 19 euro lordi al mese);
  • un assegno pensionistico di 2.622 euro (cioè l’importo massimo che da diritto all’anticipo), invece, vedrebbe una rivalutazione di 51,39 euro lordi al mese, ossia 154,16 euro in tre mesi.

Come si può notare da tali dati, la rivalutazione delle pensioni, in pratica, non sarà molto vantaggiosa.

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