Buoni fruttiferi postali, attenzione alle somme dovute: come ottenerle

Vi possono essere diversi casi, rispetto ai buoni fruttiferi postali, che richiedono il recupero delle somme dovute: come fare e di cosa si tratta?

L’argomento inerente i buoni fruttiferi postali sta a cuore, comprensibilmente, a moltissimi, e spesso è accostato alle somme dovute da recuperare in seguito alla modifica peggiorativa dei tassi, a interessi integrali e altro ancora. Cosa fare per recuperarle? Alcuni dettagli al riguardo.

Buoni fruttiferi postali, attenzione alle somme dovute: come ottenerle
Soldi, banconote, monete (fonte foto: Adobe Stock)

Quando si parla dei buoni fruttiferi postali si fa riferimento ad una delle opzioni preferite per quanto riguarda le opzioni di investimento circa gli italiani, poiché che noto non vi sono costi inerenti la sottoscrizione / rimborso e poiché la richiesta di rimborso di quanto investito può essere fatto in qualsiasi momento, si legge nell’approfondimento di Investireoggi.it.

Tuttavia, gli interessi maturati si hanno solo dopo un certo lasso di tempo a seconda dell’opzione buono oggetto della propria decisione. Una domanda diffusa però riguarda il modo per ottenere le somme dovute in virtù di varie problemi come la modifica peggiorativa dei tassi.

Vi sono infatti tre principali motivi legati ai contenzioni con Poste Italiane, si legge, ma ecco di cosa si tratta.

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Buoni fruttiferi postali, come ottenere le somme dovute

Tra le ragioni principali di eventuali contenzioni con Poste Italiane, spiega Investireoggi.it, vi è ad esempio la modifica peggiorativi dei tassi di interesse legata al Decreto Ministerio con data 13 giugno 1986. Nello specifico si tratta della serie Q oppure P emessi prima del 1986. Rispetto a tali titoli, si legge che la cCorte di Cassazione a Sezioni Unite mediante la sentenza 3963/19 ha legittimato il comportamento di Poste Italiane che liquidi i suddetti buoni con interessi della serie Q.

Inoltre, vi è la questione degli interessi inerenti agli ultimi 10 anni dei buoni serie Q oppure P divenuti poi serie Q/P. Venivano messi dei tempi sui buoni con la dicitura Q/P davanti e i nuovi tassi dietro. Il problema, viene spiegato, nasce rispetto agli ultimi 10 anni poiché non venivano comunicati rendimenti (tassi). L’Abf si è dunque pronunciata rinascendo il diritto al pieno rimborso dei titoli come da interessi originari stampati dietro ai titoli in attesa del consolidamento da parte della magistratura.

Vi è poi un altro aspetto indicato circa eventuali problemi in tal senso, ovvero il mancato pagamento del titolo con clausola PFR in favore di erede oppure cointestatario.

Si legge che viene richiesto da parte di Poste al risparmiatore la prova dell’adesione da parte degli eredi dell’altro cointestatario scomparso. Investireoggi.it fa cenno alle ultime sentenze, come nel caso della Corte di Cassazione n.24639/21, in cui la ragione va dalla parte degli eredi ed è spiegato che, nel caso di morte di uno degli intestatari di un titolo con la clausola “pari facoltà di rimborso”, i soggetti cointestatari hanno la possibilità di riscuote la somma per intero, a patto che riconoscano agli eredi quanto spetta loro.

Investireoggi.it menziona il Movimento Consumatori che spiega che in primo luogo occorre che il buono sia controllato da parte di un esperto, al fine di poter comprendere se vi siano margini per fare un eventuale ricorso.

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Poi, si legge ancora, andrebbe formalizzato un reclamo scritto a Poste, cosi da fermare la prescrizione del titolo ed iniziare una trattativa. Infine andrebbe presentato il ricorso all‘Arbitro Bancario Finanziario al fine del riconoscimento di quanto dovuto.

Il Movimento Consumatori precisa che vi sono ancora incertezze interpretative circa il contenzione dei buoni postali, e talvolta Poste opterebbe, si legge, per non adempiere ad eventuali condanni dell’Arbitro.

È opportuno ed importante dunque approfondire il tema per avere maggiori informazioni e confrontarsi con esperti del campo.

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