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Economia e Finanza

Busta paga 2022 e riforma Irpef, quali stipendi crescono: il confronto

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Come cambiano busta paga 2022 e stipendi e chi guadagna di più: la riforma Irpef e gli altri dettagli, ecco cosa c’è da sapere al riguardo

Portafoglio (fonte foto: Adobe Stock)

Si parla tanto in questo periodo, a giusta ragione, di temi inerenti l’economica, di Legge di Bilancio, Riforma Irpef e di altri elementi, con tanti che hanno a cuore tali discorsi potrebbero chiedersi chi è che guadagna di più rispetto alla busta paga 2022, considerando per l’appunto la nuova Irpef, il taglio delle aliquote e la detrazioni ridisegnate. Ecco di cosa si tratta e alcuni dettagli al riguardo.

Come si può leggere su Money, nel proprio approfondimento, sono diversi gli elementi intervenuti sulla scena circa lo stipendio dei lavoratori dipendenti, certo per il passaggio a 4 aliquote Irpef, ma anche per l’assegno unico per i figli a carico.

Si legge che la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha avuto modo di pubblicare la circolare n.2 il 13 gennaio del 2022, all’interno della quale si possono leggere esempi pratici, a proposito della Legge di Bilancio e revisione del sistema di supporto economico, per meglio comprendere come cambieranno le buste paga dei lavoratori.

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Busta paga 2022 e stipendi: aliquote, detrazioni e novità riforma Irpef

Argomento che comprensibilmente sta a cuore a molti, quello inerente le buste paga 2022 e gli stipendi, considerando tutti gli elementi, come ad esempio la Riforma Irpef, che sono stati introdotti e che possono incidere proprio su quanto percepito dai lavoratori.

Come detto, un focus viene fatto da Money.it a tal riguardo, che menziona la circolare della Fondazione Studi consulenti del Lavoro, all’interno della quale ci si sofferma sulle modifiche fatte rispetto agli scaglioni e alle aliquote Irpef, sulle nuova modalità rispetto al calcolo delle detrazioni per lavori dipendente, pensione, redditi assimilati e quelli riguardanti il lavoro dipendente ed altri redditi, e sulle novità inerenti il Bonus Renzi.

I più attenti sapranno che la nuova Irpef ha visto il taglio dell’aliquota del 41%, e presenta dunque quattro aliquote: il 1° scaglione è fino a 15 mila euro con aliquota al 23%; il 2° è da 15 mila a 28 mila, al 25%; il 3° è da 28 mila a 50 mila, al 35%; per quanto concerne gli oltre 50 mila euro, si attesta al 43%.

È bene tener presente lo schema, poiché – si legge – si ridisegna il meccanismo inerente detrazioni per lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati e, in particolare, bisogna considerare i numeri sulle detrazioni seguenti – indicati in uno schema nell’approfondimento di Money – per quanto riguarda la busta paga dei lavoratori dipendenti.

Per redditi fino a 15 mila euro, l’importo della detrazione in euro:  1.880 (non inferiore a 690. Per i lavoratori a tempo indeterminato non minore di 1.380); per redditi superiori a 15 mila euro e fino a 28 mila: 1.910+1.190*
(28.000-reddito) / (28.000-15.000); per redditi da 28 mila a 50 mila: 1910* [50.000-reddito)/(50.000-28.000); oltre 50 mila: 0.

A trarre particolare vantaggio sarebbero, si legge, coloro che percepiscono un reddito che va da 25 mila a 35 mila euro, con importo della detrazione maggiorato di 65 euro; non bisogna dimenticare gli aspetti nuovi in merito al bonus Renzi, che sarà percepito in busta paga dai lavoratori che hanno redditi maggiori di 15 mila euro e inferiori a 28 mila, mentre l’ulteriore detrazione per redditi di lavoro dipendente e assimilati in caso di reddito complessivo maggiore di 28 mila e fino a 40 mila è stata cancellata.

Ad essere riconosciuto, spiega Money.it, sarà un esonero contributivo parziale a coloro che hanno un reddito minore di 34.996 euro. Tutti gli aspetti e le novità sono entrati in vigore a partire dal primo gennaio 2022, mentre da marzo vi si aggiungerà l’assegno unico che porterà altre variazioni nelle buste paga dei lavoratori dipendenti.

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Busta paga 2022, chi vedrà stipendi aumentati?

Interessante questione quella in oggetto, come già detto approfondita da Money.it, che spiega che la nuova Irpef sarebbe alla fine dei conti di maggior vantaggio per coloro che hanno redditi medio alti.

Nel caso di un dipendente che percepisca 10 mila euro l’anno, in confronto con l’anno scorso, quest’ultimo guadagna 158 euro in tasse risparmiate. Nel caso di chi guadagna 15 mila euro l’anno, il risparmio sale a 422 euro, si legge, nel confronto con l’anno di imposta scorso.

Salendo con gli importi, spiega Money, chi percepisce un guadagno di 30 mila euro l’anno vedrà la busta paga cresciuta di 1.151 euro, mentre coloro che hanno un reddito di 40 mila euro, arriverebbero ad incassare 1.143 euro in più nel confronto con l’anno precedente, un risparmio in tasse che cala a 990 euro per coloro che guadagnano 50 mila euro annui.

Si legge poi che coloro che vedrebbero lo stipendio più ricco sarebbero gli appartenenti alla fascia 30 mila – 55 mila euro.

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