Prezzi alle stelle, l’allarme: un prodotto usato da tutti potrebbe sparire

Caro Prezzi, arriva l’allarme da Coldiretti circa un prodotto diffusissimo e simbolo del Made in Italy che rischia di sparire dagli scaffali del supermercato

Continua a tenere banco la situazione che desta comprensibilmente preoccupazione, inerente al caro prezzi e all’aumento di quest’ultimi di cui tanto si parla, mentre arriva l’allarme da parte di Coldiretti a proposito di un prodotto estremamente usato e diffuso, nonché simbolo del Made in Italy, che rischierebbe di sparire dagli scaffali del supermercato, se non si interviene: ecco di cosa si tratta e i dettagli al riguardo.

Prezzi pazzi, l'allarme: un prodotto usato da tutti potrebbe sparire
fonte foto: Adobe Stock

Come viene riportato da Quifinanza.it, arriva dunque l’allarme lanciato da Coldiretti, al cui riguardo viene spiegato che qualora i prezzi continuassero a salire e il Governo non intervenisse, rischierebbe di sparire dagli scaffali dei supermercati, tanto italiani quanto del mondo, un prodotto tenuto in gran considerazione e simbolo del Made in Italy.

La questione riguarderebbe un vero e proprio problema inerente la produzione, l’approvvigionamento e i costi sempre maggiormente non sostenibili per coloro che lavorano nel settore agroalimentare.

A tal riguardo viene sottolineato che circa i prezzi in continuo aumento, a far scattare l’allarme è proprio l’associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura in Italia, Coldiretti, che in una nota sul sito chiarisce che “Senza accordo sul prezzo del pomodoro per pochi centesimi al chilo rischia tutta la produzione di salsa e passate Made in Italy proprio in un momento in cui con la guerra in Ucraina e l’esplosione dei costi delle materie prime e dell’energia l’Italia ha bisogno di mettere in campo tutte le sue risorse per garantire le produzioni alimentarie e le forniture di cibo alle famiglie italiane”.

Questo, quanto si legge nella nota sul sito circa lo stallo delle trattative per quanto riguarda le industrie in relazione alla panificazione del raccolto del pomodoro.

Caro Prezzi, allarme Coldiretti su salse e passate di pomodoro

Occhi e orecchie aperte dunque sulla situazione economica e sul versante prezzi, con le conseguenze di cui tanto si parla, e che coinvolgono, ad esempio, il pesce al supermercato, con scaffali sempre più vuoti e prezzi più alti, oppure ancora sul versante bollette, e a tal riguardo ecco a cosa fare attenzione per ridurre l’impatto di gas e luce e il tema rateizzazione.

Come approfondito da Quifinanza.it, si menziona l’allarme lanciato da Coldiretti che spiega che l’assenza di un accordo non consente agli agricoltori di poter affrontare i costi di produzione in gran crescita, con il rischio di una riduzione delle superfici dedicate ad uno dei prodotti più diffusi, il pomodoro. La produzione di pomodoro e passate di pomodoro in italia sarebbe diventata insostenibile poiché, in virtù dell’aumento dei prezzi, una azienda del settore spende più per l’imballaggio e la distribuzione che per il contenuto.

Spiega Coldiretti: “Con il rincaro dei costi energetici che si trasferisce sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi, si arriva al paradosso di pagare più la bottiglia del pomodoro in essa contenuto.”

Un esempio fatto da Coldiretti svela che in una bottiglia di passata da 700 ml che mediamente si vende a 1,3 euro oltre la metà del valore, 53%,, secondo l’associazione, è il margine della distribuzione commerciale con le promozione, il 18% i costi di produzione industriali, il 10% quello della bottiglia, l’8% il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% a tappo e etichetta e 2% per la pubblicità.

L’Italia è tra i primi posti al mondo rispetto alla produzione di polpe e trasformati, stando ai dati Coldiretti soltanto nel 2021 sono stati coltivati oltre 71 mila ettari tra nord e sud per un raccolto che si aggirasse oltre 6 miliardi di chili.

Per tale ragione, spiega l’associazione, “il nulla di fatto nelle trattative con le industrie”, rischierebbe di favorire le importazioni dal resto del mondo già cresciute del 40% nell’ultimo anno.

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