Caro bollette, la soluzione c’è e l’Italia investe nell’economia circolare e nelle fonti rinnovabili

Vi è una strada contro il caro bollette. Sistemi all’avanguardia di raccolta differenziata, strutture impiantistiche di riciclo e progetti innovativi.

Parola di Legambiente, Kyoto Club e Editoriale Nuova Ecologia. Questi i tre i pilastri dell’economia circolare italiana, specie il termine ultimo dei bandi e degli avvisi pubblici sul Pnrr da parte del Ministero della Transizione Ecologica.

fonti rinnovabili
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Innovazione, sviluppo e sostenibilità. Da qui passa il decollo dell’economia circolare italiana e anche la riduzione del caro bollette.

L’ecologia sfida il caro bollette

Obiettivo: raggiungere i target europei e archiviare l’era degli impianti di smaltimento. Sarà necessario che si accendano i riflettori su di un tema importante come quello dei cantieri. Essenziale sarà aprire una tavola rotonda con istituzioni e politica, oltre che con protagonisti del settore e assunzioni. Si dovrà discutere del dell’economia circolare.

Nel nostro Paese l’economia circolare riscuote successo, come dalle innumerevoli e lodevoli esperienze di green economy di svariati comuni avanti in pratiche di riciclo, consorzi pubblici e imprese private.

Scommettiamo sull’economia circolare

L’economia circolare viene sempre più apprezzata dai cittadini. Informate, le persone seguono i temi dell’ecologia. Sono coscienti dei benefit che l’economia circolare concede all’occupazione.

Basti un confronto con le indicazione che giungono dalla recente inchiesta Ipsos L’Italia e l’economia circolare a cura di Conou, Legambiente, Editoriale Nuova Ecologia.

In uno scenario pervaso da insicurezze economiche, sanitarie e geopolitiche, l’opinione dei cittadini è palese. All’incirca il 70% dei cittadini partecipanti al sondaggio sostiene che il progredire dell’economia circolare e lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili possano arginare l’aumento delle spese delle bollette.

Il lavoro verde, l’importanza dei green jobs

Ottimismo anche intorno ai green jobs, ossia quelle attività lavorative connesse alla sostenibilità. Il 48% degli intervistati afferma che andranno a crescere in futuro. I cittadini dicono la loro anche sul tipo di investimenti funzionali allo sviluppo della circolarità.

Gli addetti ai lavori e gli esperti (il 41%) collocano nella cinquina misure piuttosto drastiche. Si pensi alla chiusura di impianti a rischio e a quelle di aziende contaminanti. E a proposito di pandemia, il 71% degli intervistati insiste sulle fertili possibilità di rilancio post pandemico. Si tratterebbe di un momento unico per edificare una società più resistente a futuri e improvvisi traumi.

Il cambiamento non è un miraggio. Tutto passa dall’attenzione e dedizione della società civile, il sostegno della burocrazia e da un numero di risorse congrue.

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