Ennio Doris: l’uomo che convinse Berlusconi e inventò il consulente finanziario moderno

Ennio Doris è nato nel 1940 in provincia di Padova ed è probabilmente il volto più noto della consulenza finanziaria in Italia.

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Ennio Doris è stato fino a settembre del 2021 presidente della Banca Mediolanum. La sua storia imprenditoriale si intreccia con le vicende italiane degli anni ’90.

Doris, 81 anni, ha lasciato da tempo la guida operativa della banca al primogenito Massimo che ricopre l’incarico di amministratore delegato dal luglio 2008. L’imprenditore detiene diritti di voto pari al 6,29%, e lascia il suo incarico considerando sufficiente l’impegno speso per la banca fino a oggi. Un passaggio formale in linea con la volontà di lasciare Banca Mediolanum ai collaboratori che hanno permesso all’istituto di ottenere risultati eccezionali.

Il manager è noto nel nostro paese per le amicizie illustri, nonché per il successo della sua attività finanziaria, tuttavia Ennio Doris è cresciuto in una famiglia di allevatori, iniziando la sua carriera come venditore porta a porta. Le sue origini modeste lo hanno aiutato a capire il valore del tempo e del lavoro, non solo il suo ma anche quello degli altri.

Il curriculum vitae di Ennio Doris nel settore finanziario

Diplomatosi in ragioneria, inizia a lavorare come venditore finanziario per l’allora Banca Antoniana di Padova e Trieste divenuta poi nel 1996 Banca Antonveneta. Ennio fa del suo impiego una dedizione finalizzata ad apprendere tutto ciò che concerne il settore. Passa così otto anni a occuparsi del settore bancario e finanziario. Finché nel 1969 inizia la sua attività nel della consulenza finanziaria per la società Fideuram.

Dopo aver coperto vari ruoli nel settore, riesce coglierne i limiti e decide di voler creare un servizio innovativo. Ennio Doris ha cambiato il modo di fare banca in Italia, reinventando il ruolo del consulente finanziario per come lo conosciamo oggi.

La svolta della sua carriera avviene nel 1971 entrando a far parte del gruppo finanziario RAS che ha appena dato vita a un fondo comune di investimento. Il gruppo allora ai suoi esordi da l’opportunità a Ennio Doris di mettere in risalto le sue competenze. Comincia infatti in una struttura commerciale inizialmente composta da pochi collaboratori, conquistando in dieci anni la posizione di divisional manager, con un personale che ha raggiunto intanto le 700 persone.

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Il successo di Ennio Doris, il suo patrimonio e lo yacht Seven

Il successo l’esperienza positiva danno l’avvio al cambiamento che si tramuta nella ricerca di un socio che finanzi il suo progetto imprenditoriale. Oggi Ennio Doris ha un patrimonio stimato in 4 miliardi ed è popolare oltre che per i suoi spot in cui invita all’ottimismo anche per il suo yacht, chiamato Seven e costruito interamente in Italia. L’imbarcazione simile a un veliero è lunga 60 metri e può ben rappresentare la filosofia imprenditoriale di Doris. Così come Seven può muoversi grazie al vento o essere spinto dai suoi motori, così anche Doris ricercava un mezzo di propulsione alternativo, senza il quale non sarebbe riuscito a mettere in piedi il suo progetto.

L’idea è quella di battere le controparti offrendo un servizio che superi la specializzazione con cui ogni istituto di credito portava avanti i suoi servizi. L’ispirazione sembra essere arrivata grazie a sua moglie, al suo carattere ottimista e all’opportunità dettata da un intervista rilasciata su Capital da Berlusconi.

Nel numero di maggio del 1981 Capital pubblica infatti una lunga intervista a Silvio Berlusconi, attivo in quegli anni nel settore immobiliare e in quello televisivo con Canale 5. L’imprenditore Berlusconi afferma “Se qualcuno ha un’idea e vuole diventare imprenditore, mi venga a trovare. E se l’idea è buona ci lavoriamo insieme”. Ennio Doris attende poche settimane e lo incontra per caso a Portofino, Berlusconi è con alcuni invitati a un matrimonio. Ennio Doris è insieme a sua moglie, notando Berlusconi fa il suo nome alla moglie, l’imprenditore si volta ed Ennio si presenta.

Lina Tombolato è una delle donne più ricche d’Italia

La donna che accompagna in quella occasione Ennio Doris è sua moglie Lina Tombolato. E sebbene il suo nome possa risultare sconosciuto è a oggi una delle più ricche donne d’Italia. Con un patrimonio che solo nel 1998 arrivava a 23 miliardi di lire. Sposato con Lina dal 1966 dall’unione sono nati il figlio Massimo, oggi amministratore delegato di Banca Mediolanum e la figlia Sara, impegnata con la Fondazione Mediolanum a sostegno dell’infanzia in difficoltà.

Ennio Doris in quell’occasione ricorda a Berlusconi l’intervista letta e gli presenta la sua idea imprenditoriale. Complici le sue esperienze pregresse come promotore finanziario mostra i vantaggi del suo progetto anche per il settore immobiliare. Fu così che nel 1982 nacque Programma Italia di cui Doris e la Fininvest di Berlusconi erano soci al 50%. Debutta così la prima realtà che offre consulenza globale nel settore del risparmio in Italia.

Nel giugno del 1996 l’azienda viene quotata a Piazza Affari ed entra a far parte dell’indice Mib 30 a partire dal 1998. Nel maggio del 1997 nasce la nuova Banca Mediolanum con Ennio Doris come presidente. Oggi l’istituto di credito ha un rete di oltre 5.600 consulenti finanziari, 3140 dipendenti e una capitalizzazione di circa 6,5 miliardi di euro.

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Lo stile imprenditoriale di Ennio Doris basato sull’ottimismo

Lo scorso anno Mondadori ha pubblicato libro Ennio Doris. 80 anni di ottimismo. L’ottimismo si evince nello stile imprenditoriale con cui il fondatore di Banca Mediolanum vede l’economia e la finanzia. È proprio nei momenti di maggiore difficoltà, che l’umanità trova le risorse, raccoglie le energie e produce i maggiori sforzi per andare avanti. La stessa regola è valida nel settore finanziario: acquistare quando i prezzi scendono e non quando stanno già salendo.

Con lo stesso stile Ennio Doris nominato Cavaliere del Lavoro nel 2002, fa della sua Banca l’unica in quel periodo a garantire che i fondi detenuti presso l’istituto siano completamente rimborsabili in caso di perdite o fallimento. Quando la Lehman Brothers fallì a seguito della crisi del credito del 2008 Mediolanum rimborsò gli 11mila clienti coinvolti per un totale di 160 milioni di euro. Questo diede risalto, fiducia e prestigio alla banca che l’anno dopo passò dai 2,7 miliardi di euro di fondi raccolti ai 6,8 dell’anno successivo.

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