Cartelle esattoriali non pagate: 5 giorni di tempo per mettersi in regola

La macchina del Fisco si è messa in moto per la riscossione delle cartelle esattoriali non pagate: i debitori hanno 5 giorni di tempo per pagare o rateizzare.

Per alcune categorie di debitori l’Agenzia delle Entrate ha inviato degli avvisi di intimazione per mettersi in regola, effettuando il pagamento o la richiesta di rateizzazione.

Cartelle esattoriali non pagate: 5 giorni di tempo per mettersi in regola

Quella delle cartelle esattoriali non pagate è una “brutta gatta da pelare” per qualsiasi debitore. L’Agenzia delle Entrate ha inviato gli avvisi di intimazione al pagamento, per recuperare i crediti entro 5 giorni.

L’intimazione di pagamento è la fase che precede l’esecuzione forzata da parte del Fisco. Il debitore vengono concessi ulteriori 5 giorni di tempo per regolarizzare il pagamento o per effettuare la richiesta di rateizzazione.

Lo scorso 30 aprile è scaduta la possibilità, per i contribuenti decaduti da precedenti piani di rateizzazione, di ottenere un’ulteriore dilazione di pagamento.

La riscossione delle cartelle esattoriali ha subito una modifica durante la crisi sanitaria causata dal covid-19. Attualmente, l’Agenzia delle Entrate ha ripreso la sua normale attività. Per questo motivo, il Fisco ha inviato numerosi recapiti ai contribuenti chiedendo di regolarizzare la propria posizione debitoria.

Tra gli avvisi inviati dal fisco vi è anche l’intimazione di pagamento che, in caso di mancato riscontro, prevede l’esecuzione forzata.

Cartelle esattoriali non pagate: cosa fare

Le lettere inviate dal fisco ai contribuenti rappresentano un’intimazione di pagamento per le somme di denaro dovute. In questo caso, al debitore vengono concessi 5 giorni di tempo durante i quali ha la possibilità di regolarizzare i pagamenti o chiedere la rateizzazione degli stessi.

Nel caso in cui intimazione di pagamento non dovesse avere riscontro da parte del contribuente, il fisco ha la possibilità di procedere con il recupero coattivo delle somme iscritte a ruolo. Ci siamo, dunque, riferendo a pignoramenti immobiliari, presso terzi e dei conti correnti.

Il debitore ha la possibilità di fare domanda di rateizzazione, fermo restando che questo diritto non è valido per i decaduti da precedenti piani di dilazione. In tal caso, infatti, il debitore è tenuto a saldare immediatamente il pregresso.

Come funziona la rateizzazione del debito

Qualora il debitore non abbia la disponibilità economica per saldare il debito con l’Agenzia delle Entrate, la legge gli riconosce il diritto di effettuare richiesta di rateizzazione. Anche questa richiesta deve essere presentata entro 5 giorni, a partire dal momento della notifica dell’intimazione di pagamento.

È possibile beneficiare della dilazione del pagamento dei debiti che possono essere così ripartiti:

  • Per i debiti inferiori a €60.000 è possibile effettuare la domanda online accedendo al portale dell’Agenzia delle Entrate e dividendo il pagamento per un massimo di 72 rate, in 6 anni.
  • Per i debiti di valore superiori a €60.000, la domanda deve essere trasmessa tramite PEC allegando l’ISEE del proprio nucleo familiare. In tal modo, l’Agenzia delle Entrate avrà la possibilità di verificare la temporanea situazione di disagio economico in cui versa la famiglia che effettua la richiesta. Anche in questo caso, è possibile effettuare una dilazione di pagamento di massimo 72 rate.

Come presentare domanda di rateizzazione

A partire dal momento in cui Il debitore effettua la domanda di rateizzazione si verificano determinati effetti:

  • La sospensione dei termini di prescrizione e decadenza;
  • L’impossibilità di scrivere nuovi fermi amministrativi e ipoteche;
  • L’impossibilità di avviare nuove procedure esecutive.

Qualora il pagamento delle tasse fosse dovuto a problemi di natura economica, lo Stato ha la possibilità calmierare l’esborso delle penali o di azzerare le more. Ci stiamo riferendo a due metodi conosciuti con il nome di “Rottamazione-Ter” e “Saldo e stralcio”.

La prima è applicata nei confronti di coloro che hanno uno più debiti con l’Agenzia delle Entrate, dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2017. In questo caso, è possibile estinguere i debiti iscritti a ruolo versando le somme dovute, senza corrispondere anche le sanzioni o gli interessi in mora.

Per quanto riguarda la seconda misura, è prevista una riduzione delle somme dovute per i contribuenti in grave e comprovata difficoltà economica. Il beneficio rivolto solo alle persone fisiche è riferito solo ad alcune tipologie di debiti, la cui riscossione era prevista dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2017.

Per questa categoria di debiti è prevista la riduzione degli importi dovuti e l’azzeramento di sanzioni e interessi in mora.

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