Pensione, lavoro e contributi: quanto spetta dopo 35 anni

A quanto ammonta e quanto spetterebbe di pensione dopo 35 anni di lavoro e contributi versati: alcuni dettagli circa il calcolo, cosa c’è da sapere

Tanti gli spunti di interesse quando si parla di lavoro, pensione e contributi, come nel caso di chi vorrebbe sapere quanto si potrebbe prendere e a quanto potrebbe ammontare dopo 35 anni: a seguire i dettagli e alcuni aspetti circa il calcolo, ecco di cosa si tratta.

Pensione, lavoro e contributi: quanto spetta dopo 35 anni
fonte foto:adobstock

Il tema pensione è sempre al centro dei pensieri di moltissime persone, tra chi ad esempio sta per andarci o ci sta pensando e chi, magari in virtù di una situazione lavorativa particolare, la vede al momento come un qualcosa di lontano.

C’è chi potrebbe considerare l’uscita dal mondo del lavoro dopo 35 anni e vorrebbe saperne di più in merito all’ipotetico ammontare e quanto percepirebbe a fine mese. Dettagli e aspetti importanti che permettono delle valutazioni, ovvero se uscire dal lavoro e andare in pensione o continuare la propria attività lavorativa accumulando altri contributi.

Si trattai di argomenti importanti al cui riguardo, come spiega Money.it, vanno considerati diversi fattori, come la misura mediante cui si accede alla pensione. Andare in pensione a 67 anni con 35 anni di contributi è diverso, ad esempio, a farlo a 58 anni mediante opzione donna.

Va anche considerato, al riguardo, a quale periodo vanno riferimento i suddetti 35 anni di contributi, così come le retribuzioni avute durante gli anni lavorativi. Elementi così vari e diversi che non permettono di dare una sola risposta alla domanda circa l’ammontare delle pensioni con trentacinque anni di contributi, ma è comunque possibile effettuare delle considerazioni al riguardo.

Pensione e sistemi di calcolo: alcuni dettagli

Tanti gli aspetti importanti e rilevanti quando si parla di pensioni, come nel caso dell‘andarci prima con quella anticipata a 56 anni con questi requisiti; o ancora, si pensi all‘anno in cui si è iniziato a lavorare il quale, nel bene o nel male potrebbe incidere sul calcolo pensione.

In merito al tema in oggetto, si potrebbe dire che chi andrà in pensione con 35 anni di pensione rientra nel sistema di calcolo misto, dunque in parte retributivo e in parte contributivo. Il passato dal retributivo al contributivo si è avuto dal primo gennaio 1996.

Quindi, per chi oggi andrebbe in pensione con trentacinque anni di contributi, i calcoli, spiega Money.it, sarebbero: la parte di contributi accreditata entro il 31/12/1995 è trasformata in pensione mediante le regole legate al retributivo; la parte accreditata in seguito, dopo 01/01/1996, trasformata mediante regole del contributivo.

La sola eccezione riguarda chi, alla data del 31/12/1995 poteva già vantare diciotto anni di contributi, e per tali soggetti, il calcolo vede: sistema retributivo sino al 31/12/2011; sistema contributivo dopo il 01/01/2012, spiega Money.it che aggiunge che un’altra eccezione riguarda chi accede a Opzione donna. La scelta di andare in pensione a 58 anni e 36 di contributi ha un “costo”, per così dire, giacché l’assegno è calcolato interamente con sistema contributivo, con le relative conseguenze.

Pensione, a quanto può ammontare con 35 anni di contributi

Poste le suddette differenze e i vari elementi da considerare che non consentono una sola risposta univoca in merito a quanto si può prendere di pensione con 35 anni di contributi, è possibile fare alcuni esempi in tal senso, ricordando che visto che trattandosi di un sistema misto, l’assegno sarà diviso in 2 quote, una calcolata col retributivo e l’altra col contributivo, spiega Money.it.

Per quanto attiene al primo caso, si fa una medie delle ultime retribuzioni avute e di solito ne viene riconosciuto un due per cento per ciascun anno di contributi. Per quanto concerne il contributivo, quest’ultimo è più complesso.

Ciascun anno lavorativo, a seconda della retribuzione avuta, viene accantonata una quota di contributi, di solito il 33% della RAL per i lavoratori dipendenti, la quale va ad accumularsi al montante contributivo. Questo, rivalutato anno per anno, diventa poi la pensione mediante l’applicazione di un coefficiente di trasformazione che cambia in base all’età cui si ha accesso al pensionamento.

Per fare un esempio, per un soggetto che ci va a 67anni, dunque con accesso alla pensione di vecchiaia, il coefficiente 2021 è pari a 5.575%, si legge.

Volendo ipotizzare un esempio, si considerino i dati. Anni retributivo: 15; anni contributivo: 20; retribuzione annua: ai fini di una semplificazione, la si consideri come fosse una variabile costante nel tempo, e dunque 30.000,00€; età di accesso alla pensione: 67 anni.

Calcolo retributivo, spetta un 2% della RAL annua per ciascun anno di contributi, nel caso in dettaglio un 30%. Dunque, all’atto del pensionamento si avrebbe 9.000,00€ (annua lorda) a cui aggiungere la parte relativa al contribuivo, con il calcolo: per ogni anno lavorativo vi è la maturazione del 33% di contributi, i quali accumulati per vent’anni in un montante contributivo, al netto di eventuali rivalutazioni, sono par a 198.000,00€. Andando ad applicare il coefficiente di trasformazione del 5.575%, risulta una quota contributiva circa la pensione di 11.038,50%.

Il totale, spiega Money.it nel proprio approfondimento, sarebbe di 20.000,00 euro annui di pensione.

Questi, alcuni dettagli ed esempi al riguardo. Ad ogni bene è bene ed opportuno approfondire la tematica e i vari elementi trattati, informandosi nel dettaglio circa gli aspetti e le questioni importanti da sapere in merito, anche tramite un confronto con esperti del campo e professionisti del settore, soggetti competenti in materia.

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