Cashback spese sanitarie: come funziona e cosa cambia con la riforma fiscale

Tema importante, il cashback per spese sanitarie con il passaggio che si avrà dall’indicazione della spesa in dichiarazione dei redditi ai rimborsi diretti nello scontrino

Un tema importante e che desta grande attenzione, quello ch sei lega al cashback sanitario, con le relative novità al riguardo che non mancano: il disegno di legge di delega per l’attuazione delle riforma fiscale da parte dell’esecutivo ha avuto il via libera alla Camera, ora la parola al Senato.

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Tra gli aspetti nuovi, gli indizi operativi presententi in uno dei dieci articoli della legge delega, in particolare risulta essere importante il punto inerente proprio il cashback fiscale per le spese sanitarie; a parlarne nel relativo approfondimento è lavoroediritti.com, il quale spiega che il concetto ed il tema del cashback non deve far pensare al programma realizzato dal Governo che puntava, attraverso dei rimborsi in denaro, ad incentivare gli acquisti fatti da privati con strumenti di pagamento elettronici come carta, bancomat e altro ancora.

In merito al cashback fiscale per le spese sanitarie, si tratta di qualcosa che ha altre finalità.

Ma com’è funziona e quali aspetti ci sono da sapere al riguardo?

Cashback spese sanitarie: come funziona oggi e come può cambiare, detrazione e rimborso diretto

Quando si parla di temi ed argomenti come il cashback di Stato, qui si può leggere di un approfondimento al riguardo, comprensibilmente l’attenzione e la curiosità di molte si accende, poiché si tratta un aspetto che interessa e suscita l’interesse di molti.

Attualmente, circa il funzionamento, la detrazione Irpef delle spese sanitarie al diciannove per cento è subordinata all’indicazione delle spese nella dichiarazione dei redditi. Quindi, l’eventuale soggetto paga le spese in contanti oppure mediante strumenti tracciabili ove richiesto dalla legge. Poi, indica l’importo in dichiarazione dei redditi, 730 oppure modello Redditi. Nel caso della presentazione della precompilata, le spese sono già presenti in dichiarazione dei redditi. Ciò visto che gli operatori sanitari devono inviare al Sistema Tessera Sanitaria le spese fatte dai propri assistiti durante l’anno.

Comunque, eventuali rimborsi che risultano dal dichiarativo in merito alla trattenute Irpef subite, verranno accreditati nella busta paga soltanto in seguito alla presentazione della dichiarazione dei redditi, spiega LavoroeDiritti.

Rispetto però al disegno di legge di delega inerente l’attuazione della riforma fiscale da parte dell’esecutivo, questo prevede un nuovo meccanismo di riconoscimento che si lega alle detrazione fiscali al diciannove per cento. Come potrebbe dunque cambiare?

Si fa cenno ad una graduale trasformazione delle detrazioni al diciannove per cento (articolo 15, comma 1 del TUIR) con priorità a quelle di natura socio-sanitaria, in rimborsi erogati direttamente mediante apposite piattaforme telematiche. Si legge della possibilità, dell’ipotesi che il meccanismo concernente il cashback per spese sanitarie verrebbe regolato e potrebbe essere seguito attraverso l’app IO.

Ad ogni modo, si legge ancora, il tutto si legherà soltanto ai pagamenti fatti con strumenti di pagamento tracciabili, e dunque carte di credit, bancomat, prepagate e così via. Ciò, viene sottolineato, non porterà il venir meno dei controlli documentali da parte del Fisco per quanto riguarda le spese.

Dunque, la previsione circa il cashback per spese sanitarie riguarderebbe il passaggio dall’indicazione della spesa in dichiarazione dei redditi per l’ottenimento della detrazione Irpef ai rimborsi diretti per il contribuente. Ad oggi, tale novità contenuta nella legge delega risulta essere solo una previsione, va ribadito, dunque è bene usare il condizionale al momento.

Il Governo dovrà adottare determinati ed appositi decreti legislativi al fine di poter attuare nel concreto il contenuto presente nella legge delega circa tale tema. Quindi, bisognerà, si legge, aspetterà alcuni mesi prima degli eventuali e possibili cambiamenti al riguardo. Nel dettaglio, spiega LavoroeDiritti, il Governo dovrà attivarsi con uno o più decreti legislativi da adottarsi entro diciotto mesi dall’ingresso in vigore della legge delega.

Questi, alcuni dettagli al riguardo. Ad ogni modo è bene ed opportuno informarsi ed approfondire il tema e i vari elementi, così da chiarire eventuali dubbi e comprendere gli aspetti nel dettaglio, anche tramite un confronto con esperti del campo e professionisti del settore.

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