Le tre commodity più volatili su cui puoi fare trading questa settimana

Le borse scontano le aspettative di una distensione della situazione geopolitica. I titoli di alcune commodity viaggiano in forte rialzo.

Le materie prime più volatili di questa settimana su cui fare trading sono nichel, alluminio e gas naturale.

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Le prime due commodity vedono Mosca tra i loro principali produttori. Le tensioni fanno presagire un potenziale pericolo per la produzione e l’approvvigionamento di questi metalli che potrebbero essere fortemente limitati dalle sanzioni.

L’alluminio viaggia vicino ai massimi dal 2008, intorno ai 3.251 dollari la tonnellata, dopo aver toccato quota 3.333 la scorsa settimana avvicinandosi al suo massimo storico a 3.380 dollari. In Europa, la produzione di alluminio è stata rallentata dall’impennata dei prezzi dell’elettricità.

Già a settembre questo metallo aveva stupito per il forte trend rialzista alimentato in particolar modo dall’economia cinese, sempre più protagonista sulla scena internazionale. Pechino ha avviato nel Paese un giro di vite sulle emissioni inquinanti, che ha influito sull’uso dell’energia e di conseguenza sul prezzo finale nella produzione del metallo, di cui è responsabili per circa il 60% a livello globale.

Le commodity più volatili di questa settimana su cui fare trading: Alluminio e Nichel

La lega metallica trova oggi ampie applicazioni in ambito industriale, dagli elettrodomestici, agli armamenti, dagli aeroplani fino alle tipiche lattine alimentari. Il trading sul future dell’alluminio ha un ciclo stagionale che è stato interrotto dalle condizioni della domanda sostenuta dall’improvvisa ripresa della produzione industriale.

A guadagnare terreno è anche il nichel che sale di oltre il 2%, in area 23.530 dollari la tonnellata, non lontano dal massimo degli ultimi 10 anni fatto segnare in gennaio a 24.435 dollari. Le nuove sanzioni alla Russia rischiano di colpire la società Rusal, che produce circa il 6% dell’alluminio mondiale, e Norilsk Nickel, che fornisce il 10% del nickel mondiale.

In un’ottica di lungo termine il nichel può diventare una materia prima particolarmente scarsa data la crescita della domanda da parte dell’industria dell’auto. Il nichel è oggi un elemento essenziale per molte batterie impiegate sui veicoli elettrici.

La domanda globale di nichel, secondo le proiezioni degli analisti raggiungerà 3,4 milioni di tonnellate nel 2024, in crescita rispetto a quelle attuali di circa il 35%. La capacità di approvvigionamento sarà intorno a 3,2 milioni considerando le miniere esistenti, i progetti e i piani di sviluppo in questo settore estrattivo. In sostanza nell’arco di due anni ci sarà una scarsità di offerta pari a circa 200.000 tonnellate.

Al momento questa materia prima è utilizzata per il 70% dalle industrie  che producono acciaio inossidabile, mentre per la produzione di batterie a livello globale ne utilizza meno del 10%.

L’impatto delle rinnovabili e delle tensioni geopolitiche sulle materie prime

Il grande limite dell’economia basata sulle rinnovabili sono i costi per smantellare e convertire quella basata sugli idrocarburi e i costi di produzione. Ogni commodity ha un prezzo che esprime le sue qualità materiali nonché il valore d’uso. Esse sono impiegate nell’economia a seconda della funzione e delle modalità con le quali l’industria è in grado di sfruttarla. Tra quelle che stanno avendo ottime performance in questo periodo c’è il gas naturale. Questa materia prima ha sia funzioni residenziali, come il riscaldamento e la cotture di alimenti che industriali. Il gas naturale è il combustibile fossile più pulito, abbondante ed economico. Questi fattori rendono lo rendono un mezzo di transizione ecologica eccezionale verso energie quale il solare, l’eolico o il geotermico.

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Le commodity più volatili di questa settimana: GNL

I prezzi del gas naturale si sono stabilizzati a circa 4,195 dollari, stabilendo il prezzo più alto in quasi un mese. Il suo prezzo è salito anche a causa dalla crescente convinzione che la Russia invaderà l’Ucraina, ciò potrebbe portare la Russia a rallentare o interrompere il suo approvvigionamento verso l’Europa.

Le forniture agli impianti di esportazione di GNL degli Stati Uniti hanno raggiunto livelli quasi record durante il fine settimana. Le navi hanno attraccato per il carico in tutti e sette i terminali di esportazione per la prima volta, pronte compensare una parte della domanda europea.

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