Conto corrente, bisogna fare attenzione: da dicembre partono i pignoramenti

Da dicembre i titolari di un conto corrente potrebbero ricevere una brutta sorpresa: per alcuni scatteranno dei pignoramenti. Ecco chi rischia di restare senza i propri risparmi.

conto corrente

Nel mese di dicembre migliaia di correntisti potrebbero svegliarsi con una brutta sorpresa: stanno per scattare i pignoramenti. Tali operazioni rischiano di lasciare numerosi individui con il conto corrente vuoto.

Una stangata che potrebbe creare disagi a molte persone che sono chiamate ad adempiere agli obblighi fiscali e a saldare i debiti contratti con il Fisco. Ecco chi sono i correntisti a rischio, quando partiranno i pignoramenti e chi andranno a colpire.

Facciamo un po’ di luce sulla questione in modo da non ricevere brutte sorprese.

Attenzione al conto corrente: da dicembre iniziano i pignoramenti. Ecco chi riguarderanno

Il mancato provvedimento per una Pace fiscale ha lasciato molti contribuenti in balìa di numerosi obblighi con il Fisco a cui adempiere. In particolare, lo scorso 30 novembre sono scaduti i termini per il saldo di tutti gli obblighi previsti da Rottamazione ter e Saldo e stralcio, tuttavia, i termini per il pagamento sono stati prorogati. Altri, invece, scadranno a brevissimo: un carico di non poco conto sulle spalle degli italiani.

In particolare, la categoria maggiormente esposta al rischio di vedere il proprio conto corrente pignorato è quella composta da quei contribuenti che non sono riusciti a pagare tutti gli importi dovuti entro le scadenze stabilite. Decorso il termine ultimo, infatti, si applicano ben cinque giorni di tolleranza alla fine dei quali scatta il pignoramento.

Dalla notifica alla riscossione: ecco perché avviene

Una volta trascorso il termine ultimo per pagare ed evitare i pignoramenti, inizierà l’atto vero e proprio da parte del settore dell’Agenzia delle Entrate relativo alle riscossioni. Il primo passo, in questo senso, corrisponde alla notifica dell’atto di pignoramento.

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Dopo la notifica, infatti, il contribuente può disporre di circa 60 giorni per poter pagare: ma non tutto è perduto, esiste una scappatoia che forse potrà salvare il contribuente in rovina.

La scappatoia nel dettaglio, ecco cosa ha stabilito la Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione non ha limitato  il campo d’azione dell’Agenzia delle Entrate – Riscossioni, tuttavia, ha potuto fare di più nel determinare i casi in cui il provvedimento risulti nullo.

Qualora, infatti, il contribuente rilevi dei vizi di forma nell’atto di pignoramento potrà avviare la procedura di opposizione al pignoramento e richiedere la nullità dello stesso. La Cassazione ha posto un freno ad alcune funzioni di tale Ente attraverso alcune sentenze relative all’illegittimità degli atti di pignoramento.

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