Cosa sarà dell’economia dell’eurozona? Tre questioni rimangono aperte, ecco cosa accade

Rimangono tre questioni aperte sulle prospettive dell’economia dell’eurozona: una forma di tetto al prezzo del greggio, gli effetti delle ultime sanzioni sulla Russia nonché quelli sull’aumento dei tassi di luglio.

Si rinnovano le preoccupazioni per la crescita economica mentre la politica monetaria si concentra sui tentativi di ridurre l’inflazione.

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Anche oltreoceano gli investitori sembrano scettici sul fatto che la Federal Reserve possa evitare una brusca recessione in mezzo a forti aumenti dei tassi di interesse.

Diminuisce la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti mentre la Cina prova a limitare l’estensione dei suoi lockdown. Lo spettro di una possibile recessione fa paura anche perché si stanno forzando sempre più le condizioni economiche della Russia, con ricadute dirette e indirette sull’economia europea.

L’Ue entra nel Concetto strategico della Nato. I capi di stato e di governo della Nato ieri hanno approvato il nuovo “Concetto strategico” che dovrebbe guidare l’Alleanza per il prossimo decennio. La Nato torna così a rappresentare un sistema di deterrenza non solo nei confronti della Russia ma anche della Cina. I sistemi di governo coercitivi ma anche le ambizioni dichiarate di Pechino sfidano secondo gli alleati “interessi, sicurezza e valori”.

Un tetto al prezzo del greggio somma nuove motivazioni alla contrazione della crescita economica

L’idea di imporre un tetto al costo del greggio sta facendo progressi, anche se non mancano le difficoltà tecniche. Si tratterebbe di vincolare trasporto e assicurazione escludendo da questi chi non rispetta il tetto di prezzo.

Le rinnovate preoccupazioni su una contrazione globale dell’economia hanno spinto gli investitori in questi giorni verso il dollaro come valuta rifugio. Tuttavia un ulteriore elemento di preoccupazione può venire proprio dal mercato interno Usa; in particolare quello immobiliare.

I valori degli affitti e delle proprietà tendono ad aumentare e vengono usati spesso in periodo di crisi come forma di investimento. Oggi i tassi di interesse in aumento possono rendere meno solvibili i debiti delle famiglie americane, contagiando una parte importante del sistema finanziario.

Beni reali; cosa accade ad affitti e mercato immobiliare

Nei momenti di incertezza economica, si guarda solitamente ai beni reali; tra questi il mattone in quanto riserva tangibile di valore. La stessa logica è utilizzata quando l’inflazione aumenta. Tuttavia la convergenza di alta inflazione e bassa crescita può non rendere più gli immobili una buona copertura contro le pressioni inflazionistiche.

Nel lungo termine, però, i valori degli affitti e delle proprietà tendono ad aumentare insieme agli altri prezzi, facendo sì che i rendimenti degli investimenti immobiliari mostrino una correlazione positiva con l’inflazione.

Sebbene vi sia incertezza sul fatto che le banche centrali siano in grado di trovare il giusto equilibrio tra contro dell’inflazione e sostegno alla crescita economica, c’è ampio consenso su un punto: l’inflazione dovrebbe essere superiore agli effetti dei rialzi dei tassi di interesse, soprattutto in Europa. Diversamente i Paesi più indebitati e con una crescita tendenziale minore possono subire importanti pressioni sul costo dei finanziamenti. Questo influisce sulla percezione del rischio sui Titoli di Stato fino a creare un potenziale circolo vizioso.

È anche a questo proposito che Lagarde ha fatto riferimento al cosiddetto scudo anti-spread, confermando che la BCE Si assicurerà “che la trasmissione ordinata della politica monetaria in tutta l’area euro venga preservata”. “Affronteremo qualsiasi ostacolo che dovesse rappresentare una minaccia al nostro mandato di stabilità dei prezzi”. Lo strumento in questione è in grado di limitare gli effetti delle vendite sui Titoli di Stato, in caso di un aumento dell’avversione al rischio da parte degli investitori rispetto alla solvibilità dell’Italia o di altri Paesi membri.

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