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Perché l’educazione finanziaria può migliorare il mondo nel quale viviamo

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Gli esseri umani non producono risposte predeterminate a esperienze oggettive, ma piuttosto risposte frutto di un’interpretazione delle esperienze e quindi una reazione frutto del fraintendimento soggettivo.

La finanza comportamentale è la scienza che studia il funzionamento dei mercati e il comportamento degli operatori, ha un ruolo chiave nella comprensione di come gli individui influenzano, nella loro azione corale, l’economia.

Di conseguenza, a queste conoscenze gli economisti possono fornire il loro supporto ottimizzando le teorie economiche secondo il modo in cui il processo decisionale degli individui determina le scelte di natura economica.

L’incapacità di avvicinare la realtà dei mercati e i loro risvolti economici rispetto a quelli teorizzati dagli economisti, ha portato negli ultimi anni a rivalutare vari aspetti della scienza economica, ridefinendo l’importanza che veniva attribuita alla psicologia e all’incertezza nel campo delle variabili.

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I meccanismi psicologici in ambito economico

Negli ultimi anni, gli studiosi che nella loro disciplina devono interpretare il comportamento umano al fine di generare un’aspettativa sulle variabili economiche, hanno preso consapevolezza che i modelli standardizzati fino a ora e basati sul presupposto di una razionalità informatica, sono fonti di errori che rischiano spesso di distanziare eccessivamente i modelli dagli effetti e dai risultati che si prefiggono di raggiungere.

Il modello comportamentale finora adottato in economia, assumeva che l’agente economico orientasse i suoi sforzi e le sue scelte alla massimizzazione dei suoi benefici. Tuttavia la realtà ha mostrato un quadro piuttosto differente, in cui è difficilmente prevedibile l’effetto che la conoscenza ha sulla capacità di scelta di ogni singola persona, così come il modo in cui la sua razionalità, a parità di informazioni, può innescare variabili piuttosto lontane da garantirgli un effettivo vantaggio e massimizzare il suo profitto.

Attratte dai recenti mutamenti nella considerazione del ruolo delle influenze psicologiche sul processo di scelta, la sezione della Boston Federal Reserve Bank che si occupa di finanza comportamentale, ha recentemente avviato un tavolo di discussione per capire quanto le scelte delle persone sono influenzate dalla loro individualità e quanto invece agiscano in base a influenze sociali.

Tuttavia l’assenza di una teoria unificata che descriva il comportamento degli individui sul piano psicologico, impedisce agli economisti di prendere in considerazione la psicologia per spiegare efficacemente gli effetti aggregati dei comportamenti, finendo per adottare modelli lontani dall’essere umano che garantiscono però una resa migliore dal punto di vista quantitativo, integrandosi meglio nell’applicazione dei modelli economici.

Uno degli argomenti più dibattuti durante i lavori, è stato quello relativo al modo in cui il nostro cervello si sia evoluto per risolvere problemi sociali. Questo risultato è indice di quanto le nostre scelte, che potrebbero essere prese pesando razionalmente costi e benefici, possano vertere in un’apparente assenza di coerenza, in quanto l’azione sta considerando elementi che riguardano più gli effetti sulla nostra immagine sociale e sul modo in cui ci rappresentiamo a noi stessi, che non il beneficio manifesto.

In particolare tre argomenti emergono con insistenza nell’osservazione delle differenze tra i modelli economici e la nuova visione applicata alla finanza comportamentale: l’importanza del senso di giustizia, il senso di ciò che consideriamo utile e il modo in cui percepiamo lo stato sociale.

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In definitiva, esiste una differenza sensibile tra il modo in cui percepiamo le relazioni e il modo in cui esse sono strutturate dal punto di vista contrattuale. Di conseguenza il nostro comportamento differisce e influenza la sfera normativa che a sua a volta si riflette sul mondo del lavoro, sul modo in cui questo influenza la vita e le scelte economiche dei singoli, ma anche di conseguenza dei gruppi, che basano le scelte di investimento su una dimensione informativa, statistica, che può venire spesso elusa per il fatto che non esiste una sua rappresentazione condivisa e comprensiva delle condizioni emotive e irrazionali che hanno peso sulle scelte finali.

L’essere umano è incline nelle sue decisioni quotidiane a considerare una perdita o un guadagno senza riuscire a contestualizzarli, finendo per perdere di vista i risultati nel lungo termine che le scelte di risparmio, consumo, reddito, costo opportunità, hanno sull’effetto complessivo delle proprie finanze, causando a volte scelte che possono portare all’inadempienza finanziaria o l’insolvenza. Questi sono tuttavia gli elementi che troviamo anche sul piano microeconomico, con il risultato aggregato che possono determinare una significativa influenza sui cicli economici.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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