Il manager che può far diventare l’Italia il polo europeo dei supercomputer

Giuseppe di Franco è il manager alla guida di Atos, una società multinazionale europea che si occupa di servizi informatici, con sede in Francia e in Germania. 

Internet delle cose 4.0

L’azienda che si pone l’obbiettivo di essere protagonista del futuro nelle tecnologie dell’informazione ha un fatturato annuo di circa 12 miliardi di euro.

Il gruppo operante a livello globale, quotato all’Euronext di Parigi opera anche in Italia. Nel nostro paese il Gruppo Atos Italia è articolato su due Società: Atos Italia e Atos Worldgrid con sedi a Milano, Brescia, Roma e Napoli.

Con un giro di affari di oltre 150 milioni di euro annui l’operatività di Atos è guidata nel nostro paese da Giuseppe Di Franco. Il manager ricopre i ruolo di amministratore delegato per l’Italia, nonchè quella di Vice Presidente e direttore della divisione risorse e servizi del Gruppo Atos.

Il contesto operativo del Gruppo Atos e della divisione italiana

Di Franco gestisce la filiale locale che conta distribuiti sulle quattro sedi 1.600 dipendenti. La divisione italiana contribuisce al fatturato di Atos per circa il 3% che con la guida di Giuseppe Franco è più che triplicato in cinque anni. Nell’economia dell’azienda l’Europa è il mercato più importante rappresentando circa l’80% del suo fatturato annuo. Il restante 20% proviene dal Nord America che rimane oggi il mercato più grande per estensione in cui l’azienda applica la sua strategia a livello globale.

Atos con i suoi 110.000 dipendenti è operativa sui temi della trasformazione e sovranità digitale, intelligenza artificiale, sistemi di cloud computer, fino alle energie rinnovabili e alla decarbonizzazione. L’azienda suddivide il suo business in sei aree articolate in: Servizi & Risorse, Life & Science, Manifattura, Telecomunicazioni e Media, Consulenza, Servizi Finanziari & Assicurazioni.

A contribuire al successo dell’azienda Giuseppe Di Franco. A partire dal suo ingresso nel Gruppo avvenuto 2014 ha fatto la differenza, riuscendo ad avere con la sua gestione importanti ricadute sul mercato delle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni italiano. L’ICT in Italia sembra avere ancora oggi un buon margine di profitto e l’azienda è pronta a calvalcare il trend della trasformazione digitale e dei servizi pubblici e privati.

Il curriculum e gli incarichi di Giuseppe di Franco

Giuseppe di Franco è nato nel 1967 e ha conseguito una la laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano. Il suo esordio professionale inizia in qualità di consulente per operazioni di fusione e acquisizione, nel settore dell’energia e dei servizi nonchè naturalmente in materia di ICT. La sua carriera lo porta a lavorare oltre che in Italia anche in Inghilterra, Spagna, Norvegia e Stati Uniti.

L’esperienza maturata gli permette nel 2005 di entrare nel Gruppo Siemens in qualità di Senior Vice President. La sua carriera prosegue nel 2009 quando arriva ai vertici di e-utile S.p.A. L’azienda che fornisce sofware e consulenza in materia informatica è il frutto di una joint venture di Siemens IT Solution and Services.

L’esperienza manageriale e il successo della sua gestione, rende il curriculum di Giuseppe di Franco particolarmente ambito. Il manager tramite le sue competenze cerca di sviluppare il settore delle trasformazioni digitali anche nel nostro Paese.

Il ruolo della tecnologia e degli HPC nell’Italia del prossimo futuro

La capacità di crescita di un economia dipende dalla capacità di professionisti in grado di affrontare la trasformazione digitale. In questo senso il livello educativo e l’università ha un importante ruolo nel determinare quanti saranno disposti a offrire le proprie competenze per lo sviluppo industriale del paese.

Giuseppe di Franco che dal 2018 è responsabile Atos per tredici paesi del centro e dell’est Europa, è alla testa di 6.500 persone. Queste stanno contribuendo enormemente alla realizzazione dei supercomputer di cui Atos ha concluso nel 2021 la costruzione del secondo più potente al mondo. Il calcolatore è stato costruito a Bologna, che potrà diventare il polo aggregatore nella filiera dei supercomputer.

Atos in collaborazione con Nvidia ha dato vita a Leonardo, uno dei più grandi supercomputer, secondo al mondo, dopo uno disponibile in Giappone. Leonardo ha una capacità di calcolo impressionante essendo in grado di eseguire 250 miliardi di operazioni al secondo. Questa potrà essere messa a disposizione di enti di ricerca nonchè imprese pubbliche e private. L’Italia sarà così rappresentativa di circa il 30% della capacità di calcolo di tutta l’Europa.  

Secondo il manager oggi ci troviamo nel mezzo di una grande partita globale. Gli Stati basano sempre più il loro peso geopolitico su potenza computazionale installata di cui sono protagonisti gli HPC. Acronimo di High Performance Computer rappresentano i sistemi di calcolo più potenti a disposizione, utili a risolvere problemi di grande complessità in tempi relativamente ridotti. La nuova frontiera dei supercomputer avrà anche importanti ricadute positive sul mercato dell’hardware e dei dispositivi tecnologici, che ne acquisiranno la tecnologia quando questa sarà divenuta sufficientemente economica.

In che modo i supercomputer possono rendere competitiva l’Italia e l’Europa?

Gli HPC rendono particolarmente competitivo un paese, sia in termini di ricerca di base che in termini economici e di difesa. Gli Stati Uniti insieme all’Unione Europea si preparano infatti alla gestione di attacchi informatici, che potranno avere effetti sempre più sistematici tanto più sarà forte la nostra interconnessione con la rete.

Rispetto anche solo a dieci o venti anni fa, gli HPC possono essere applicati nello sviluppo di modelli previsionali più avanzati, nelle scienze climatiche, biologiche e in molteplici campi multidisciplinari, come anche l’economia e la finanza. Un centro come quello di Bologna equipaggiato con i più potenti HPC disponibili oggi sul mercato, apre l’Italia a infinite possibilità.

La sede di Bologna ha assunto circa 300 persone, con collaborazioni di grandi protagonisti dell’economia italiana come Eni, Enel, Snam, Terna e Tim. L’obbiettivo di queste aziende è oltre alla ricerca quella di partecipare allo sviluppo di un’infrastruttura europea per la gestione e il controllo dei dati delle telecomunicazioni. Questo progetto verrà sviluppato anche in ottica legislativa al fine di creare un set di regole condivise che permetta di mantenere il controllo e la sovranità dei dati.

Le competenze più ricercate dalle aziende secondo Giuseppe Di Franco

Le competenze necessarie nel prossimo futuro comprenderanno quindi non solo la conoscenza del funzionamento dei sistemi tecnologici ma anche del modo in cui essi possono essere cambiati a vantaggio di molteplici ambiti economici. Secondo Giuseppe Di Franco chi si sta formando o è entrato da poco tempo nel mondo del lavoro deve considerare come primo elemento di crescita la capacità di lavorare per obiettivi. Qualsiasi sia il comparto industriale in cui opera, più si vuole migliorare la propria posizione sul lungo termine, più sono necessari impegno e investimenti per acquisire nuove competenze.

Per raggiungere grandi obbiettivi non bisogna scoraggiarsi. Capita a pochi, forse a nessuno, di avere un percorso professionale esclusivamente in crescita; più spesso si affrontano lunghe valli e pericolose cadute, che possono pesare anche sull’orgoglio. È qui che deve emergere la determinazione. Le difficoltà sono una grande scuola che può portare a un arricchimento personale e professionale.

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