L’oro ritorna protagonista: ecco da dove trarre gli spunti rialzisti sui metalli preziosi

Le performance di oro, argento e rame si sono rivelate foriere di spunti rialzisti. Tutti e tre i metalli preziosi hanno subito il contraccolpo delle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve.

L’oro e i metalli preziosi tornano protagonista traendo l’orientamento direzionale dai movimenti del dollaro e dai rendimenti dei Treasury.

mercato long

Dopo la riunione del Fomc della scorsa settimana e delle parole del Presidente della Fed Powell tutti e tre i metalli si sono ripresi fortemente riecheggiando nella mente dei trader che avevano fin ora atteso il mutamento del sentiment rialzista sul dollaro.

Il Federal Open Market Committee è l’organismo della Federal Reserve incaricato di sorvegliare le operazioni di mercato aperto negli Stati Uniti. Per questo le prospettive rialziste innescate sull’oro possono dare avvio a un cambiamento nella performance del metallo prezioso. In questi giorni l’oro è scambiato in rialzo di quasi 100 dollari dal minimo a 1615 dollari successivo alla riunione Fomc. Anche l’argento è tornato a sfidare la media mobile a 200 giorni a 21,50 dollari per la prima volta dal crollo di aprile.

L’oro è tornato a brillare sui mercati dall’inizio di questo mese, con una performance che l’ha portato ai massimi dal 18 agosto scorso.

Quali sono le motivazioni che possono portare a un nuovo trend long sull’oro?

In primo luogo, i rialzi di oggi sono sostenuti dalla revisione delle norme di contenimento del Covid-19 in Cina. Questo può innescare un aumento della domanda per fini produttivi essendo Pechino il maggiore importatore di oro al mondo. Durante questi mesi di incertezza economica il metallo giallo non ha svolto la sua consuetudinaria funzione di bene rifugio.

Nello specifico, le quotazioni dell’oro sono aumentate parecchio solo nella prima parte del 2022; la performance del 15% portato l’oro al massimo del 8 marzo scorso a 2.070 dollari. 13 giorni prima del picco delle quotazioni, la Russia aveva lanciato la sua offensiva in Ucraina, creando un’instabilità in Ue e nella Nato imprevedibile.

Tuttavia, da quando il 17 marzo la Fed ha cominciato la sua politica di rialzo dei tassi di interesse, le quotazioni dell’oro sono scese pressoché in modo continuativo a causa del rafforzamento del dollaro.

Un secondo motivo per una potenziale inversione di tendenza rialzista sull’oro è dovuto alle banche che hanno acquistato un ammontare record del metallo prezioso. Le motivazioni sono intuibili; il rischio default apre una ridotta finestra temporale per acquistare l’oro a copertura dei sistemi finanziari di cui fanno parte. Nel terzo trimestre il saldo degli acquisti dal 2022 è arrivato a 400 mila tonnellate; è il record dal 1967 quando ancora l’emissione del dollaro si legava all’oro detenuto dalla Banca centrale Usa.

Tutto ciò può dare un’anticipazione delle prospettive che gli istituti centrali hanno del prossimo futuro. La nuova domanda degli investitori si è scontata anche sull’argento e rame, con caratteristiche d’uso industriale e diversificazione alternative all’oro.

Il dollaro rimane la variabile primaria per la direzione della maggior parte delle materie prime e metalli preziosi

Il dollaro rimane una fonte chiave per indicare la direzione della maggior parte delle materie prime, compresi i metalli preziosi e industriali tutti quotati in dollari. Con gli ultimi segnali di un’inflazione ancora alta ma in calo, il biglietto verde mostra i segni di indebolimento, anche nei confronti dell’euro tornato al di sopra della parità.

L’inflazione elevata tende a essere negativa per l’oro almeno fino a che gli investitori continueranno a riporre fiducia nella capacità delle banche centrali di tenerla sotto controllo con l’aumento dei tassi di interesse.

Secondo gli analisti nel prossimo decennio, le prospettive di inflazione si attesteranno su un valore compreso tra il 4% e il 5%. La causa principale sarà una ridotta capacità del mercato di assorbire la crisi energetica. Limiti all’offerta insieme alla transizione ecologica accentueranno gli effetti sulla scarsità delle materie prime e matteranno l’inflazione elevata per un periodo più lungo rispetto a quanto oggi preventivato dal mercato.

In questo scenario insieme a possibilità concrete di un rallentamento economico possono esserci forti condizioni a favore di oro e argento per tutto il corso del 2023.

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