Con mal di schiena e problemi digestivi spetta la legge 104 e un assegno al mese, ma in pochi lo sanno

Il mal di schiena associano problemi digestivi, potrebbe dar diritto al riconoscimento della legge 104 e di un assegno mensile di invalidità.

Il classico mal di schiena può provocare anche problemi digestivi e una serie di sintomi che non bisogna sottovalutare. Infatti,  potrebbero nascondere patologie ben più gravi, che danno diritto all’assegno di invaliditò mensile alle agevolazioni legati alla legge 104.

Con il mal di schiena e problemi digestivi spetta la legge 104 e un assegno al mese
Con il mal di schiena e problemi digestivi spetta la legge 104 e un assegno al mese

Il sistema nervoso centrale è costituito dal cervello e dal midollo spinale e controlla la maggior parte delle funzioni del corpo e della mente. In effetti, il sistema nervoso centrale governa sia i movimenti volontari (ad esempio: camminare) sia i movimenti involontari, compresi quelli coinvolti nella digestione. Quindi, le condizioni che colpiscono il midollo spinale possono interessare anche il tratto gastrointestinale. Nello specifico diversi studi, hanno riscontrato collegamenti tra sintomi gastro problemi spinali e sintomi gastrointestinali, come ad esempio:

  • difficoltà a controllare i movimenti intestinali
  • diarrea
  • vomito
  • dolore addominale
  • nausea

I problemi alla colonna vertebrale possono causare problemi digestivi. Lo studio sul “Sistema Nervoso Centrale della Motilità Gastrointestinale e della Secrezione e Modulazione delle Funzioni Gastrointestinali” è pubblicato sul portale NCBI (Biblioteca nazionale di medicina degli Stati Uniti).

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Con il mal di schiena e problemi digestivi spetta la legge 104 e un assegno al mese

In particolare, il midollo spinale è responsabile dell’invio di segnali nervosi in tutto il corpo, compreso il sistema digestivo. Pertanto, qualsiasi problema che influisca sulla funzione del midollo spinale e sulla corretta comunicazione tra i nervi, può potenzialmente causare problemi digestivi(la causa può derivare anche da un’ernia al disco o compressione dei dischi).

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Gli studiosi associano, ai problemi gastrointestinali anche la spondilosi anchilosante, che è un’altra condizione della colonna vertebrale, con la malattia infiammatoria intestinale (IBD). La spondilosi anchilosante è una malattia infiammatoria, si tratta di un tipo di artrite che può causare la fusione delle vertebre. Di conseguenza, la colonna vertebrale di una persona si curva in avanti.

Le persone che hanno questa patologia spesso rilevano anche l’infiammazione cronica del tratto digerente (IBD). Da precisare che gli studiosi ritengono che solo in casi rari, i tumori del midollo spinale possono causare dolore addominale.

Problemi alla colonna vertebrale comuni

Il mal di schiena è una delle principali cause per cui le persone cercano assistenza medica. Spesso, la causa di questi problemi è lo stress, le tensione, ma anche una patologia può derivare anche da altri fattori.

I problemi spinali comuni sono:

  • ernia del disco
  • stenosi spinale o restringimento degli spazi nella colonna vertebrale
  • trauma
  • malattia degenerativa del disco
  • tumori
  • compressione della radice nervosa
  • condizioni infiammatorie
  • osteoporosi o indebolimento delle ossa
  • disfunzione dell’articolazione sacroiliaca

I problemi spinali danno diritto al riconoscimento dell’invalidità civile e la legge 104,  in casi gravi anche all’indennità di accompagnamento.

Quando una patologia è considerata invalidante?

Lo Stato tutela e protegge le persone che non riescono a compiere atti di vita quotidiana, oppure, abbiano una riduzione della capacità lavorativa, riconoscendo lo status di invalido civile. Secondo la legge è considerato invalido civile, la persona che ha difficoltà a svolgere atti di vita quotidiana in base ad un deficit fisico, intellettivo o psichico, della vista o dell’udito, o causate da menomazione.

Le patologie sono considerate invalidante in base alle tabelle ministeriali che racchiudono tantissime patologie. Se la malattia di cui si è affetti non è inclusa nell’elenco, la Commissione medica, addetta al riconoscimento dello stato invalidante, si baserà sulle effettive condizioni del paziente.

Mal di schiena e percentuale invalidante

A seconda dell’incidenza della patologia sulla persona, è riconosciuta una percentuale invalidante. La soglia minima riconosciuta nel 34% da diritto solo a prestazioni di carattere socio assistenziali (ad esempio: prestazioni ortopediche o protesiche). Sotto questa soglia non si ha diritto a niente. Con una percentuale del 46% si ha diritto all’iscrizione nelle liste di collocamento mirato. Con una percentuale pari o superiore al 50% si ha diritto al congedo straordinario per cure di trenta giorni all’anno.

Infine, con la percentuale del 67% in poi, si ha diritto all’esenzione del ticket sanitario per tutte le prestazioni riguardanti la patologia. Inoltre, previste numerose agevolazioni per la fornitura gratuita di ausili,  l’inclusione nell’elenco per le case popolari e agli sconti sul canone telefonico in base al reddito.

L’assegno di invalidità erogato mensilmente, spetta solo a coloro che hanno una percentuale invalidante dal 74 al 99%. Inoltre, il soggetto invalido deve rispettare determinati requisiti reddituali. Mentre, l’indennità di accompagnamento spetta a prescindere dai redditi, agli invalidi totali che hanno difficoltà a deambulare da soli con un handicap grave ai sensi della legge 104.

Discopatia più diffusa

In riferimento alle patologie legate alla colonna vertebrale, la discopatia più diffusa è sicuramente quella L4 -L5 e L5-S1, che secondo la tabella con l’elenco delle patologie invalidanti, potrebbe essere compresa nella patologia “anchilosi di rachide lombare”. Questa malattia attribuisce una percentuale che va dal 31 al 40%. Come sopra evidenziato, queste patologie sono collegate ad altre patologie e nel tempo tendono ad aggravarsi.

Quindi, l’effettiva percentuale invalidante si ottiene mediante un calcolo chiamato “riduzionistico” che permette di valutare l’effettiva riduzione capacità lavorativa, considerando tutte le patologie.

Ricordiamo che non sempre l’esito della Commissione medica legale, corrisponde all’effettivo stato fisico della persona. Quindi, per far valere i propri diritti, il più delle volte, si deve optare per il ricorso, aggiornando la documentazione medica con il reale stato di salute.

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