Moncler, da un paesino di montagna a marchio mondiale. La storia, il fatturato, quanto costa un piumino

Un nome che soprattutto negli anni ’80 rappresentava un modo di essere per i giovanissimi. Moncler, nasce francese ma ora è saldamente in mani italiane. Ecco la sua storia che parte da un paesino di montagna…

moncler

Nell’immaginario collettivo degli… anta, il suo nome è indissolubilmente legato alla figura del “paninaro” che fu una delle icone dei mitici anni ’80. Indossare un piumino della Moncler significava infatti in quegli anni appartenere a una certa “tribù” giovanile. Un modo di essere che si caratterizzava per un deciso disimpegno politico rispetto alle generazioni degli anni ’70 molto più impegnate nel sociale. Una moda partita dalla “Milano bene” e poi diffusasi in tutto il Belpaese.

Molta acqua è passata sotto i ponti da quel decennio e ora Moncler è entrato nel settore dei beni di lusso. Il marchio ha dimostrato nei decenni una notevole capacità di rinnovarsi costantemente e superare anche le crisi più nere. Basti pensare che all’inizio degli anni Duemila la società sembrava quasi scomparsa mentre oggi macina oltre un miliardo di euro di fatturato. Ma ripercorriamo la storia di questo prestigioso brand.

 La storia di Moncler inizia in un piccolo villaggio di montagna francese…

Il nome Moncler deriva da una abbreviazione di Monestier-de-Clermont, un villaggio di montagna che si trova vicino a Grenoble. Qui Andrè Vincent e René Ramillon fondarono nel 1952 l’azienda che darà vita al celebre piumino creando giacche ad alta resistenza e protezione per i climi più estremi.

Erano capi ideali per gli operai che li indossavano sopra la tuta da lavoro nel piccolo stabilimento di montagna e che nel corso degli anni verranno messi alla prova nel corso di varie spedizioni montane.

E’ lo sponsor tecnico della mitica spedizione italiana sul K2

L’alpinista Lionel Terray, amico di René Ramillon, li nota, e sotto la sua consulenza Moncler mette a punto la prima linea specializzata per l’alpinismo in alta quota, “Moncler pour Lionel Terray”.

I capi dell’azienda francese vengono scelti nel 1964 per equipaggiare la storica spedizione italiana sul K2 (8.611 metri), culminata nella conquista della seconda vetta più alta del pianeta da parte di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Nel 1955 equipaggerà anche la spedizione sul Makalù (8.470 metri). Nel 1964 l’azienda divenne fornitore ufficiale delle spedizioni in Alaska organizzate da Lionel Terray.

In occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Grenoble, nel 1968, Moncler diventa fornitore ufficiale della squadra francese di sci alpino e acquista così una visibilità a livello mondiale.

 Moncler diventa italiano ed entra nel settore dei beni di lusso

Nel 2003, il marchio viene acquisito dall’imprenditore italiano Remo Ruffini, attuale presidente e amministratore delegato del Gruppo Moncler, il quale inizia una strategia di espansione mondiale nel segmento dei beni di lusso.

Così l’universo Moncler si arricchisce di collezioni haute couture: nel 2006 con Moncler Gamme Rougee e nel 2009 con Moncler Gamme Blue. La prima disegnata prima da Alessandra Facchinetti e poi da Giambattista Valli, la seconda dallo stilista americano Thom Browne, entrambe poi terminate nel 2017. Nel 2010 debutta a New York la collezione uomo e donna Moncler Grenoble, che reinterpretando gli stili del passato dà vita a collezioni da sci e after-ski con un taglio contemporaneo e tecnico.

L’entrata nella Borsa di Milano nel 2013

Il 16 dicembre 2013 la società Moncler si quota sul Mercato Telematico Azionario (MTA), organizzato e gestito da Borsa Italiana Spa di Milano, segnando il maggior successo degli ultimi anni nel Vecchio Continente.

Da segnalare che nel 2020 l’azienda ha registrato un fatturato per oltre 1,4 miliardi di euro con un utile netto di 300,4 milioni di euro.

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I nuovi progetti creativi

Nel 2018 Moncler lancia il nuovo progetto creativo: Moncler Genius – One House, Different Voices, un hub di menti creative che, operando insieme pur mantenendo la loro individualità, reinterpretano l’essenza del brand.

A dicembre Moncler acquisisce Stone Island e i due brand italiani iniziano un percorso di rafforzamento nel segmento del nuovo lusso, un concetto caratterizzato da esperenzialità, inclusività, senso di appartenenza ad una comunità e contaminazione di significati e mondi diversi come quello dell’arte, della cultura, della musica e dello sport.

Quest’anno il brand ha deciso di presentare un nuovo concept che vede interagire l’online con l’offline, esplorando il potenziale della comunicazione digitale e presentando un evento mediatico capace di parlare direttamente al consumatori e coinvolgerli nella condivisione dei valori.

Quanto costa un Moncler?

Nello specifico per quanto riguarda il costo Moncler da donna, e nello specifico dei modelli iconici, il brand ha una gamma di prezzo che va dai 400 euro ai 900 euro, con picchi di prezzo oltre i 1000 euro per modelli molto particolari.

Come si riconosce un Moncler vero da uno falso?

Le chiusure delle coulisse dei piumini Moncler sono solitamente in acciaio, con un logo preciso inciso sul fondo della coulisse, mentre i falsi possono avere coulisse in materiale plastico, più piccole e con il tentativo di riprodurre il logo con un risultato meno di class.

 

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