La notifica PEC della cartella di pagamento può essere contestata? La verità per opporsi

La notifica della cartella di pagamento tramite PEC presenta indubbi lati positivi, ma occhio alle possibili contestazioni. La Cassazione ha indicato l’orientamento da seguire in distinte situazioni.

La notifica cartella con PEC, nonostante le apparenze e gli oggettivi vantaggi, tra cui la velocità, la sicurezza e il risparmio, non è esente da contestazioni.

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Proprio così: come anche recentemente ribadito dalla Corte di Cassazione in un’ordinanza ad hoc, è possibile opporsi alla notifica tramite posta elettronica certificata e per farlo efficacemente questo giudice ha indicato tre principi guida da rispettare.

Vediamo allora più da vicino quali passi compiere per contestare la notifica di una cartella di pagamento con PEC. I dettagli.

Notifica cartella di pagamento con PEC e contestazione: la Cassazione sul punto

Vero è che la notifica di una cartella di pagamento via PEC – Posta Elettronica Certificata è oggi possibile non soltanto per accelerare i tempi rispetto alle tradizionali raccomandate, ma anche per scansare i difetti, vizi formali ed errori che non di rado colpivano le comunicazioni classiche.

Questo però non toglie che vi sia già un vasto contenzioso proprio in tema di validità delle notifiche via PEC e sui metodi per opporsi alle notifiche stesse. Come accennato in apertura, la Cassazione ha recentemente fissato tre importanti principi che indicano proprio come contestare una notifica cartella tramite PEC. Vediamoli.

Termine prescrizionale che vale per la riscossione di Ires, Irpef, Irap e Iva

Anzitutto la Cassazione ha indicato il principio di riferimento per ciò che attiene all’individuazione del termine prescrizionale operativo in tema di riscossione di importanti imposte quali l’Ires, Irpef, Irap e Iva. La Corte rimarca che il diritto alla riscossione del credito collegato ai tributi dovuti dal contribuente si prescrive nell’ordinario termine di dieci anni (rileva in proposito l’articolo 2946 del Codice civile, in materia di prescrizione ordinaria).

Validità della notifica da un indirizzo PEC non presente nei pubblici registri

Altro principio attiene alla validità della notifica di una cartella di pagamento che giunge da un indirizzo PEC non incluso nei pubblici registri. Ebbene secondo l’Alta Corte, che ha peraltro richiamato un precedente in tema da parte delle Sezioni Unite, la notifica non è da considerarsi nulla – e dunque priva di effetto per il destinatario della cartella:

  • se essa ha comunque permesso al destinatario di svolgere le proprie difese,
  • e ciò senza dare luogo ad incertezza sulla provenienza e sull’oggetto della notifica PEC stessa.

Obbligo di firma digitale per le cartelle di pagamento in principio cartacee e poi notificate via PEC

Con un differente principio in tema di notifiche di cartelle di pagamento con PEC, la Cassazione ha fatto il punto circa l’obbligo di sottoscrivere con firma digitale le cartelle di pagamento, in origine cartacee, notificate per il tramite della posta elettronica certificata. I contrasti giurisprudenziali sono stati risolti dalla Cassazione, che ha affermato la non obbligatorietà della sottoscrizione digitale.

Le cartelle non sono dunque da ritenersi illegittime in caso di notifica a mezzo PEC, anche quando la copia su supporto informatico della cartella di pagamento, in origine cartacea, non sia firmata digitalmente. Questo ovviamente vale in mancanza di regole di legge differenti.

4 vantaggi della notifica della cartella di pagamento via PEC

Quanto precisato dalla Cassazione non deve però far passare in secondo piano gli aspetti positivi legati alla notifica della cartella di pagamento con PEC. Li ricordiamo brevemente di seguito:

  • velocità, la PEC rappresenta un mezzo di comunicazione elettronico istituzionale che assicura la consegna certa e immediata del messaggio, ed anzi la notifica della cartella di pagamento può essere ottenuta con estrema rapidità;
  • risparmio, in quanto la notifica della cartella di pagamento con PEC abbassa i costi di spedizione e della gestione manuale del documento cartaceo;
  • sicurezza, poiché la PEC è caratterizzata da un meccanismo che assicura l’autenticità dell’invio e la sua integrità. Così si scansano possibili errori di recapito o la possibilità che il destinatario non riceva la notifica della cartella;
  • tracciabilità, dato che la PEC permette di verificare se il messaggio è stato ricevuto dal destinatario e se è stato aperto. Anzi proprio per questo diminuiscono le possibilità di contestazione.

Che fare in caso di dubbi sulla validità della notifica?

Ciò non toglie, come abbiamo visto sopra, che la cartella di pagamento notificata via PEC possa essere contestata sul piano della validità. Ovviamente nel caso nel contribuente emergano dubbi in proposito, il consiglio è quello di rivolgersi quanto prima al legale di fiducia, con competenze specialistiche in diritto tributario.

Così sarà possibile capire se davvero la notifica è non conforme ai principi fissati dalla Cassazione ed attivarsi con un’azione legale.

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