Olio di palma, non arriva più: cosa succederà in Italia

Esportazioni bloccate dal 28 aprile da parte dell’Indonesia riguardo l’olio di palma: per quale ragione e cosa può comportare

Tra i vari aspetti e conseguenze legati al conflitto scoppiato in Ucraina, vi sono quelli inerente la quesitone umanitaria, sanitaria, ma vi è anche quella alimentare, come nel caso dell’Indonesia che, dal 28 aprile, ha bloccato l’esportazione dell’olio di palma, l’olio vegetale più impiegato al mondo. Quali i motivi e quali le possibili conseguenze per gli altri Paesi?

Olio di palma, esportazioni bloccate da Indonesia: e i prezzi alle stelle
fonte foto: adobestock

Sono dunque tante e diverse le conseguenze che si legano alla situazione e al conflitto scoppiato in Ucraina, non soltanto, per così dire, dal punto di vista umanitario e sanitario per i Paesi strettamente coinvolti, ma anche alimentare ed economico per gli altri Paesi.

Come si legge da Focus.it, la lista dei Paesi che hanno scelto di bloccare le esportazioni del propri prodotti, dal 28 aprile, vede anche l’Indonesia che, attraverso la decisione del presidente Joko Widodo, ha come detto deciso di vietare le esportazioni di quello che è l’olio vegetale più usato al mondo.

Perché tale scelta? A tal riguardo, si legge, che la volontà di Widodo sarebbe quella di garantire le forniture dell’olio in questione ai propri cittadini, e sul tema si leggono le parole della ministra delle finanze dell’Indonesia, Indrawayi, che ha affermato di essere a conoscenza che “nel medio e lungo termine questo embargo non è un bene”, ma che “nel breve termine non possiamo permetterci di esportare i prodotti di cui il nostro popolo ha bisogno”.

Quali le conseguenze inerenti tale scelta?

Olio di palma, blocco export da Indonesia e conseguenze sui prezzi

Tiene dunque banco il conflitto scoppiato in Ucraina e le diverse sfaccettature a ciò legate, come la decisione da parte della Russia di tagliare più del trenta per cento del gas, e come ciò potrebbe pesare sulle bollette.

Per quanto riguarda il tema in questione, la crescita della domanda di olio di palma è legato ad una reazione a catena inerente il conflitto in Ucraina e il blocco delle esportazioni dell’olio di girasole, si legge su Focus.it, cui l’Ucraina è il primo esportatore al mondo.

Per far fronte a tale mancanza, che ha visto a marzo 2022 salire alle stelle i prezzi dell’olio di girasole, con un +73% in confronto a settembre 2021, i produttori hanno rivolto la propria attenzione ad altri oli vegetali, tra cui l’olio di palma. E anche in questo caso i prezzi poi sono via via aumentanti.

Il presidente Widodo, spiega Focus.it ha quindi poi scelto di garantire le forniture domestiche ai propri cittadini, che lo impiegato per cucinare, si legge, per tentare di stabilizzare il prezzo, e in merito all’embargo ha spiegato che non sarà sciolto, fin quando le forniture non saranno “abbondanti ed economiche”.

Focus.it spiega che noi non facciamo uso dell’olio di palma per cucinare, ma quest’ultimo è diffuso in svariati prodotti confezionati, come ad esempio patatine, biscotti, cibo per cani. Oppure cosmetici, shampoo. Tale embargo per l’occidente, tale scelta di blocco in aggiunta agli altri, in merito alle conseguenze, si legge, poterà ad un ulteriore aumento dei prezzi di alcuni prodotti.

Un elemento che non rappresenta tuttavia una novità, visto che stando alla Banca Mondiale i prezzi globali del cibo hanno fatto registrare un +37% rispetto all’anno precedente. Una brutta notizia, questa, sopratutto per i Paesi più poveri.

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