Papa Francesco su armi, guerra e politica: ‘Difendersi è lecito, chi difende ama’ e ‘Attenzione ai populismi’

Papa Francesco dice la sua sull’invio di armamenti in Ucraina. Sebbene la fabbricazione di armi sia un mercato ripugnante e omicida, la difesa è lecita, tutti ne hanno diritto.

Francesco allude a una presa di posizione politica, ben accolta anche dalla coscienze se operata in forme che possano dirsi quanto meno etiche.

papa francesco
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Questa la linea di pensiero del Papa in risposta al quesito, piuttosto spinoso di un giornalista tedesco, sull’invio di armamenti al popolo ucraino. Il pontefice attua una distinzione. L’azione sarebbe immorale se predisposta ai fini di aizzare o fomentare un conflitto o di vendere arsenali che al donatore/esercente non servono più. Di morale non vi è molto. Ma Francesco ribadisce parimenti la legittimità della difesa, manifesto dell’amore per la propria terra.

Papa Francesco innanzi le guerre mondiali

Per il pontefice non vi è dubbio, i difensori amano. Francesco invita anche a una riflessione, sono in tanti a parlare di guerra giusta, tanti altri inneggiano alla pace, ma attualmente quanti sono i conflitti fiammeggianti nel mondo?

Bene, non si è sottratto dall’elencarli:

“Ucraina e Russia, poi adesso Azerbaigian e Armenia, si è fermata un po’ perché è uscita la Russia come garante, ma fa il garante qui e la guerra lì, poi c’è la Siria, dieci anni di guerra che non si ferma. Poi c’è il Corno d’Africa, l’Eritrea, che è parte dell’Etiopia, poi c’è il Myanmar, e questo popolo sofferente che io amo tanto, i Rohingya, che gira, gira, gira come uno zingaro e non trova un posto”.

Il mondo intero pullula di armi e battaglie, inutile nascondersi, attraversiamo una vera e propria guerra mondiale. La guerra è uno sbaglio madornale, a oggi ci siamo dentro fino al collo, paradossalmente pare che senza conflitto non vi sia vita.

Il papa esorta al pentimento e al invocare il perdono per questo abbaglio enorme che si chiama guerra.

Un mercato omicida, l’industria delle armi

La fabbricazione delle armi sembrerebbe quasi un reato legale. Anche qui Francesco si rivela personaggio che non le manda a dire, esponendo benissimo il concetto, condivisibile è dir poco.

Qualcuno che conosce le statistiche diceva che se si smettesse per un anno di fare le armi si risolverebbe tutta la fame nel mondo. Non so se è vero o no, ma intervenire su fame, educazione, non si può perché si devono fare le armi.

Papa Francesco sulla politica e i populismi

Stando a Francesco, vestire i panni del politico è un percorso impervio. Ovviamente il riferimento non è agli appassionati di poltrone e ai curatori dei propri interessi, ma ai politici veri, quelli che mettendosi in discussione si battono per i valori delle persone che amano. La politica è arte, ispirazione virtuosa volta al bene altrui.

Il momento vissuto dal mondo occidentale è quello di un progressivo decadentismo, il rischio è quello di cadere nella trappola dei populismi. In circostanze del genere, nel pieno di un status socio-politico in fase di annichilimento, sorgono i cosiddetti profeti dei populismi, dei veri e propri messia.

Il mondo assiste alla rinnovata genesi dei populismi. Il papa consiglia anche una lettura per approfondire la tematica, una pubblicazione di Ginsberg, Sindrome 1933. Nel volume si racconta nel dettaglio quanto accaduto in Germania a seguito della caduta della Repubblica di Weimar. Questa è l’origine dei populismi, a ogni livello senza forza corrisponde l’ascesa di un messia.

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