Pensione, con pochi contributi si può? Chi può farlo e i diversi casi

Si può andare in pensione con pochi contributi? Se lo chiedono in tanti, ecco alcuni casi e cosa c’è da sapere in merito. I dettagli

Tiene sempre banco il tema pensione, dal punto di vista della decorrenza ordinaria, oppure circa quel anticipata. E ancora, in merito alla quesitone importi e calcolo, e così via. Sono infatti tante le domande che i contribuenti si pongono circa l pensioni, tra cui anche quello che si lega ai pochi contributi.

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Infatti, non sono in pochi a domandarsi se in caso di versamento di pochi contributi vi è comunque il diritto a percepire la pensione. A spiegarlo nel proprio approfondimento è PMI.it, il quale spiega che il siete previdenziale in Italia prevedo che ai fini del diritto. Per quanto attiene la pensione di vecchiaia, occorra vere un’anzianità contributiva quanto meno di vent’anni. Tuttavia, vi sono alcune possibili alternative, soluzioni e casi che consentono l’accesso alla pensione con un num.minimo di versamenti.

Si pensi all’assegno sociale, misura riconosciuta in presenza di disagi economici del nucleo familiare. Oppure ancora al Fondo Casalinghe.

Nel caso di chi non raggiungessi i vent’anni di contributi che occorrono per la pensione di vecchiaia, gli eventuali soggetti potrebbero aspettare a quella minima col versamento autonomo di contributi volontari. Previa autorizzazione da parte di INPS, al ricorrere di alcuni requisiti quali quantomeno 5 anni di contributi. Duecentosessanta settimanali circa lavoratore dipendente e domestico, sessanta al mese – autonomi. 465 giornalieri per quelli agricoli. Trecento dieci per le lavoratrici agricole.

O ancora, quantomeno tre anni di contribuzione nei cinque. I quali presento la presentazione della richiesta. Un requisito il quale si perfezionale qualora sussistano trentasei contributi mensili per quanto riguarda gli autonomi. Duecento settantanove giornalieri circa i lavoratori agricoli. Centottanta sei giornalieri in merito alle lavoratrici.

Pensioni e contributi, si può accedere alla pensione? Senza contributi e altri casi

Tanti gli elementi che destano interesse quando si parla di pensioni: per chi la aspetta a settembre ecco quando arriva, date e calendario pagamenti.  Altro tema importante, legato al decreto Aiuti Bis, riguarda l’anticipo della rivalutazione delle pensioni: di che si tratta, importi e cosa sapere.

Tornando al tema in oggetto, come detto approfondito da PMI.it, nel caso di non versamento di contributi, anche in questo caso possono essersi delle soluzioni, si legge. Al riguardo si legge dell’assegno sociale, ideato per chi non ha versato o non ha versato abbastanza contributi ai fini della maturazione della pensione.

Occorre il rispetto di determinati requisiti quali la residenza stabile e contributiva in Italia quantomeno da dieci anni. Sessantasette circa l’età ed un reddito il quale non sia maggiore di 6.085,43€. O, se coniugati, 12.170,86€.

Mediante i medesimi requisii, le donne possono accedere alla pensioni casalinghe, inerente l’omonimo fondo INPS. A coloro  che non hanno contributi da lavoro. Si legge che è possibili l’iscrizione tanto alle donne quanto agli uomini e corre il versamento autonomo circa i contributi. Andando ad autofinanziare la pensione con all’incirca trecento dieci € all’anno. Una volta raggiunti quanto meno cinque anni di contributi, si può aver accesso ad una pensione. La quale può esser in alterativa ad una pensione di inabilità. Destinata a chi abbia già una invalidità accertata. In merito a qualsiasi attività di lavoro.

O ancora ad una pensione di vecchiaia, purché siano stati compiuti quantomeno cinquantasette anni d’età, oppure sessantacinque qualora i versamenti non risultasse esse sufficienti. In ottica maturazione di un assegno previdenziale. Il quale sia pari quantomeno all’importo. Dell’assegno sociale. Maggiorato del venti per cento.

Pensioni  con cinque e dieci anni di contributi: quali possibilità in questi casi

L’accesso al pensionamento con soltanto cinque anni di contributivi riguarda coloro che sono iscritti ad una Gestione INPS e hanno iniziato. Ad accreditare. Contributi dal 1996 a seguire. Nel dettaglio riguarda i soggetti i quali ricadono nel sistema contributivo puro. Al compiere dei settantuno anni, e in merito si legge che si tratta di un requisito il quale è Treviso sono al trentuno dicembre dell’anno corrente. In seguito poi a scattare saranno adeguamenti a speranza di vita. I quali sono pari a tre mesi ciascun biennio.

Chi ne ha diritto, può far richiesta dell‘assegno ordinario di invalidità. O pensione di inabilità al lavoro. Soltanto con cinque anni di contributi, quantomeno tre di questi negli ultimi cinque anni.

PMI.it spiega che, nel caso di dieci anni di contributi, tanto per gli inabili anche per quanto attiene i non vedenti vi è l’esistenza di determinate agevolazioni inerenti la possibilità da accedere a pensione di vecchiaia. Per la quale occorrono dieci anni circa il versamento di contributi dopo l’insorgere della cecità. In aggiunta al requisito di tipo contributivo si richiede anche cinquantuno anni per le donne, cinquantasei anni per gli uomini dipendenti o donne autonome. Sessantuno anni in caso di lavoratori autonomi uomini.

Si legge che anche chi ha meno di dieci anni, circa il versamento contributivo, dall’insorgere della cecità. Può aver accesso a quella di vecchiaia non vedenti. Tuttavia, i requisiti anagrafici sono diversi: sessantuno anni di età (uomini dipendenti), sessantasei anni (lavoratori autonomi). E ancora, si legge, cinquantasei anni (donne), sessantuno (lavoratrici autonome). E poi, quantomeno quindici anni di contributi.

In aggiunta a quanto detto, vi sono poi pensioni inerenti professionisti s loro casse previdenziali. In merito alla possibilità di accesso alla pensione, per gli iscritti, con contributi versati per meno di dieci anni. Le casse professionali sono la CNPADC, (dottori commercialisti), purché il soggetto sia privo di contribuzione antecedente al 2004, abbia quantomeno sessantun anni di età e cinque di contributi versati.

Poi quella forense (settanta anni e cinque di contributi). È anche previsto un max. di trentaquattro anni di contribuzione.

Poi EPAP e cassa psicologi (cinque anni minimi di versamento e sessantacinque di età).

E ancora, è il caso di Inarcassa. Così come di CNPADC, CIPAG. E ancora ENPACL, CNPR, Cassa Forense. Le quali permettono ai professionisti i quali siano affeci da invalidità. Il ritiro con dieci anni di contribuzione.

Andare in pensione con tredici e quindici anni di contributi: i casi

Circa il versamento di tredici anni di contributi, può esservi l’accesso alla pensione di vecchiaia contributiva. La qual si può ottenere con cinque anni di contributi, a settantuno anni di età. Purché vi sia stato il versamento di contribuiti soltanto in seguito al dicembre1995. Oppure ad uno dei tipi di pensioni descritti in precedenza, purché vi sia il rispetto dei requisiti stabiliti.

Con tredici anni di contributi, si potrebbe anche optare, ipotizzando un eventuale soggetto nel rispetto dei vari requisiti previsti, per il versamento di contributi volontari mancanti. Al fine di raggiungere i vent’anni di contribuzione minima. In merito alla pensione di vecchiaia. La sola possibilità qualora non si rientrasse nel contributivo puro.

Nel caso di quindici anni di contributi versati e sessantasette di età, si potrebbe avere tale possibilità. Purché vi sia stato il versamento dei contributi entro la data del trentuno dicembre1992. O, nel caso dell’autorizzazione ricevuta circa il versamento dei contributi volontari alla medesima data. Vi sono poi anche altri casi inerenti le gestioni ex-INPDAP. Oppure Ex.ENPAS. E ancora Fondo Quiescenza Poste.

Questi alcuni dettagli in generale. Tuttavia è importante ed è bene che ciascuno si informi nel dettaglio ed approfondisca i temi, i casi, i requisiti e tutto quanto previsto, così da chiarire eventuali dubbi e saperne di più. Anche attraverso dei confronti con esperti del campo e soggetti professionisti del settore.

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