Pensione integrativa: un meccanismo che potrebbe salvare l’assegno pensione, ecco di cosa si tratta e come funziona

Saperne di più sulle pensioni integrative appare conveniente, se consideriamo che non sono così rosee le stime effettuate sul futuro pensionistico di milioni di italiani. Ecco perché scegliere la previdenza complementare può garantire una maggior serenità economica nella terza età.

Tutti coloro che sono interessati a saperne di più sul mondo della previdenza in Italia, debbono ricordare che, tra le garanzie per un avvenire più solido dal punto di vista economico, vi è la pensione integrativa o previdenza complementare. Essa è uno strumento a favore di colui che effettua l’uscita dal mondo del lavoro a seguito del pensionamento. Di fatto integra la previdenza di base obbligatoria.

anziana in bicicletta
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Finalità della previdenza complementare è assicurare al lavoratore un livello effettivo di tutela pensionistica in prospettiva degli anni della vecchiaia, che vada a costituire un ulteriore supporto rispetto alle prestazioni garantite dal sistema pubblico di base. È ben noto infatti che, secondo le stime e le previsioni più recenti, le prestazioni pensionistiche per molti cittadini saranno di importo assai ridotto nei prossimi decenni. Ecco perché gli esperti in materia previdenziale consigliano di valutare l’opportunità delle pensioni integrative.

Insomma, non vi sono particolari dubbi a riguardo: sussistono validi motivi per parlare di questi strumenti e capire un po’ di più come funzionano. Scopriamolo di seguito.

Pensione integrativa: di cosa si tratta? Il meccanismo della capitalizzazione

Spiegare il funzionamento delle pensioni integrative non è così difficile. Esse si fondano su un sistema di forme pensionistiche mirate a raccogliere il risparmio previdenziale. Grazie a ciò il beneficiario, una volta uscito dal mondo del lavoro, potrà godere di una previdenza complementare e dunque aggiuntiva. Fonte normativa di riferimento è il d.lgs. n. 252 del 2005.

Nell’ambito valgono poi un elenco di agevolazioni fiscali, assegnate anche a favore dei familiari fiscalmente a carico. Esse costituiscono una ulteriore opportunità di risparmio per coloro che scelgono le pensioni integrative.

In particolare, i fondi pensione della previdenza complementare sono parte dei mercati finanziari e operano in base al meccanismo della cosiddetta ‘capitalizzazione’. Sinteticamente il funzionamento è il seguente:

  • i contributi periodici sono versati e investiti in base ad una linea di gestione (obbligazionaria, azionaria, mista o garantita) scelta dall’iscritto;
  • alla data del pensionamento, il capitale accumulato e rappresentato dalle risorse versate e dai rendimenti conseguiti, è versato sotto forma di pensione integrativa, che integra di fatto quella del sistema pubblico di base.

Pensioni integrative e fondi pensione

A titolo meramente esemplificativo, ricordiamo inoltre che – tra le varie forme di previdenza complementare – abbiamo i Piani pensionistici individuali, i fondi chiusi, i fondi aperti e i fondi pensione preesistenti. Vi è dunque grande varietà di scelta per l’interessato.

Una distinzione da conoscere è poi quella tra fondi aperti e Piani individuali pensionistici. I primi sono gestiti da banche, aziende di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM), attraverso la raccolta di adesioni su base individuale e collettiva. I secondi, invece, sono gestiti dalle compagnie assicurative e raccolgono adesioni solo su base individuale. Inoltre, i Piani individuali pensionistici si alimentano soltanto con i contributi pagati dal lavoratore aderente.

Lo ribadiamo: gli interessati faranno bene a tener presente che l’iscrizione ai fondi pensione o ad altri strumenti di previdenza riserva vantaggi non indifferenti. Grazie ad essa a fine carriera scatterà una sorta di pensione complementare, che si accumula con i versamenti che il risparmiatore effettua nel corso degli anni. Ciò perché nel tempo sono accantonate somme che costituiscono la cd. rendita previdenziale.

Ricordiamo inoltre che la differenza essenziale che tra gli istituti di previdenza e i fondi pensione è data dal fatto che i primi pagano le pensioni vere e proprie e hanno una governance ben definita e delimitata; mentre i secondi costituiscono prodotti di investimento, su cui influiscono le oscillazioni di mercato.

Finanziamento e acquisizione del diritto

Il meccanismo della previdenza complementare è piuttosto chiaro. Il finanziamento per le pensioni integrative è a carico del lavoratore che riceve la prestazione e, in ipotesi di rapporto di lavoro alle dipendenze, in parte anche a carico dell’azienda. Non solo: i lavoratori dipendenti possono scegliere di integrare i versamenti contributivi anche con il conferimento al fondo del del TFR.

Infine, il diritto a incassare la pensione integrativa è conseguito alla data di maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni, fissati nel regime obbligatorio di appartenenza. Ma attenzione: vi debbono essere almeno 5 anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari.

Per ulteriori informazioni sulle pensioni integrative, rimandiamo all’apposita guida della COVIP, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione.

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