Pensioni minime, possono salire a 650 euro: ecco da quando

Dal 2023 le pensioni minime potranno salire ad euro 650? La richiesta, i dettagli e cosa c’è da sapere al riguardo. I particolari

Il tema pensioni desta sempre grande attenzione ed interesse, a maggior ragione in un periodo difficile come quello che si sta vivendo dal punto di vista economico: l’introduzione di un sistema di tutela previdenziale perché prende le pensioni molto basse è il messaggio destinato al governo alla vigila dell’attesa importante riforma delle pensioni di cui si sta discutendo insieme ai sindacati.

Pensioni minime e aumenti, la richiesta: saliranno a 650€ dal 2023?
fonte foto: Adobe stock

La situazione economica risulta essere molto complicata, avvenimenti quali il Covid e la pandemia, con le relative conseguenze, il conflitto in Ucraina, l’aumento dei prezzi e del carovita stanno impattando sul potere di acquisto anche dei pensionati che percepiscono assegni molto bassi. A parlarne è Investireoggi.it il quale sottolinea che la maggior parte di questi sono ex agricoltori. Più del quarantaquattro per cento vive in una condizione di semi povertà, con assegni minori di euro 500 al mese, si legge.

La richiesta inerente le pensioni minime parte dall’Anp-Cia pugliese che per bocca del presidente Tinelli, si legge, spera in una riforma che non faccia scivolare nella povertà tantissimi pensionati. In una nota viene spiegato da Anp-Cia che da tempo lotta al fine di garantire rendite dignitose, con un occhio anche al futuro, a cominciare dall’equiparare progressivamente i minimi pensionistici al quaranta per cento del reddito medio nazionale, (650€), come è previsto dalla Carta Sociale Europea.

Su Investireoggi.it si legge che le previsioni circa l’inflazione 2022 sembrano parlare di un forte rialzo e ciò porterebbe necessariamente ad un aumento dell’assegno sin dal prossimo anno; aumenti che sarebbero poco poco apprezzabili nella parte bassa delle pensioni e maggiormente in quella alta.

524.3€ al mese è il valore oggi dell’integrazione al trattamento minimo di pensione; ciò vuol dire, si legge, che a particolari condizioni di reddito, vie è l’integrazione da parte di INPS sino a questa cifra.

Pensioni minime – integrazioni al trattamento minimo: altri aspetti

Quando si parla di pensione, sono tanti gli aspetti importanti che si potrebbero approfondire, trattandosi di un tema estremamente importante e dalla grande rilevanza, su cui spunti ed interrogativi non mancano. Si pensi ad esempio alla possibilità di andare in pensione, nel rispetto di requisiti e condizioni, con 20 anni di contributi, o ancora per esempio al dubbio di chi ha maturato i requisiti se uscire dal lavoro o rimandare e a chi decide.

Rispetto al tema in oggetto e all’integrazione al trattamento minimo di pensione, Investireoggi.it spiega che quest’ultimo sarebbe qualcosa di riservato solo a chi ha iniziato a svolgere attività lavorativa prima del 1996; per coloro che hanno iniziato dopo, non sarebbero previsti altre reti di protezione sociale.  Qualora i contributi versati fosse pochi e non consentissero di raggiungere i 524,35€ al mese, la pensione non potrebbe essere integrata, si legge, e il lavoratore dovrebbe accontentarsi di poco.

Viene spiegato che intervenire è dunque qualcosa di davvero importante, cosicché chi oggi lavora e ha 40 anni possa beneficiare, al momento opportuno, di una pensione minima, la quale dovrebbe attestarsi, si legge ancora, a 650 euro al mese, il minimo che uno Stato come l’Italia potrebbe assicurare a lavoratori che per diverse e svariate ragioni potrebbero non aver potuto completare un percorso lavorativo continuo e pieno.

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