Piazza Affari, lunedì 11 ottobre: chiusura negativa, male Mediobanca

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.

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Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

La Borsa di Milano conclude la prima seduta della settimana in ribasso, in un contesto caratterizzato da performance contrastanti dei principali indici azionari europei, come già avvenuto durante la seduta di venerdì scorso. Rimane, dunque, incerto lo scenario dei mercati azionari, con gli investitori poco propensi ad assumere posizioni di un certo rilievo al rialzo o al ribasso.

In una giornata priva di dati macroeconomici e di novità particolarmente rilevanti, i driver del mercato sono gli stessi già descritti durante la scorsa settimana, ovvero la crisi energetica (o “energy crunch”), che anche oggi ha determinato un movimento al rialzo del prezzo delle principali materie prime, come petrolio e gas naturale, alimentando ulteriormente i timori di una prosecuzione del trend rialzista dell’inflazione e di un impatto particolarmente negativo dei maggiori costi di acquisto sugli utili delle aziende. Di conseguenza, gli investitori sono preoccupati da un possibile rallentamento della crescita economica, che potrebbe avvenire, tra l’altro, in concomitanza con le prime mosse in ottica restrittiva della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea, le quali dovrebbero, a breve, iniziare a ridurre l’ammontare degli acquisti di titoli obbligazionari, in quanto le banche centrali non ritengono, stando alle loro ultime dichiarazioni, che sia ancora necessario mantenere i rispettivi programmi di stimolo monetario sugli stessi livelli della fase critica della pandemia.

A quanto appena detto, va aggiunto che l’imminente inizio della stagione delle trimestrali frena ulteriormente gli investitori dall’esporsi a mercato con volumi importanti. Gli operatori si concentrano, infatti, soprattutto sui titoli del settore petrolifero i quali, dato il rally del greggio, rappresentano attualmente l’investimento più sicuro. Male, invece, i titoli del settore finanziario (Ftse Italia Servizi Finanziari: -2,21%), che hanno spinto oggi il Ftse Mib in territorio negativo.

La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Londra

Di seguito, le performance evidenziate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • FTSE 100 (Londra): +0,72%
  • CAC 40 (Parigi): +0,16%
  • SMI (Zurigo): +0,06%
  • DAX (Francoforte): -0,05%
  • FTSE MIB (Milano): -0,46% a quota 25.930,46 punti indice
  • IBEX 35 (Madrid): -0,63%

L’Euro Stoxx 50, indice che ben riassume l’andamento delle borse europee, conclude la seduta odierna in ribasso dello 0,02%, a quota 4.072,52 punti.

Titoli migliori del Ftse Mib

  • Tenaris: +2,38%
  • Ferrari: +1,36%
  • Eni: +1,25%
  • Leonardo: +1,16%
  • Recordati: +1,06%
  • Moncler: +1,03%
  • Stellantis: +0,91%
  • Saipem: +0,75%
  • Banca Mediolanum: +0,75%
  • Generali: +0,53%

Titoli peggiori del Ftse Mib

  • Mediobanca: -3,19%
  • Enel: -2,47%
  • Banco Bpm: -2,30%
  • Azimut Holding: -2,24%
  • Telecom Italia: -1,95%
  • Italgas: -1,87%
  • Cnh Industrial: -1,81%
  • Amplifon: -1,69%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: -1,63%
  • Diasorin: -1,60%

L’andamento dei principali indici di Wall Street

Indici in moderato rialzo a Wall Street, che si mantiene poco mossa in questa prima parte di seduta. Negli Usa si celebra, infatti, il Columbus Day, perciò i volumi risultano molto bassi in una giornata che può definirsi semi-festiva, nonostante il mercato azionario sia regolarmente aperto.

Queste le performance evidenziate dai principali indici azionari, alle 18:30 ora italiana:

  • Dow Jones: +0,25%
  • S&P 500: +0,20%
  • Nasdaq 100: +0,15%

Nel corso di questa settimana, la giornata più attesa, per quanto riguarda i dati macroeconomici, sarà quella di mercoledì 13, quando verranno rilasciati i dati relativi all’andamento dell’indice dei prezzi al consumo nel mese di settembre, dai quali si potranno ottenere degli aggiornamenti sulle recenti dinamiche inflattive. Nello stesso giorno, inoltre, verranno pubblicati i verbali dell’ultimo meeting della Fed, tenutosi il 21 e 22 settembre, da cui gli investitori cercheranno ulteriori indizi sul preciso momento in cui la Fed ha intenzione di cominciare il tapering, attualmente previsto dagli analisti tra novembre e dicembre. Per maggiori dettagli al riguardo di questi eventi, è possibile consultare il calendario economico della settimana.

Altre notizie dai principali mercati finanziari: nuovo massimo storico del Bitcoin entro fine anno?

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale con decisione a 108 punti base, in aumento di sei punti rispetto alla chiusura dell’ultima seduta: il rendimento del Btp sale a +0,91%; scende, invece, il rendimento del Bund, pari a -0,17%. Stabile, invece, il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,61%, data la chiusura odierna del mercato obbligazionario statunitense.

Inizio di settimana caratterizzato da un nuovo impulso rialzista per il Bitcoin, ormai molto vicino alla resistenza chiave dei 58.000 dollari che, molto probabilmente, rappresenta l’ultimo ostacolo che separa la criptovaluta più famosa dal raggiungimento del massimo storico, toccato lo scorso 14 aprile, in area 64.900 dollari. Il Bitcoin quota attualmente 57.350 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +4,85%.

Nel mercato valutario, poco mosso il cambio Euro/Dollaro Usa il quale, allargando l’orizzonte di osservazione, resta in un forte trend ribassista, che lo ha portato sui minimi da luglio 2020. Il cambio principale del Forex viene scambiato attualmente a 1,1566 dollari, invariato rispetto al livello di chiusura dello scorso venerdì.

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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, stabile il prezzo dell’oro, che quota 1.757 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -0,02% rispetto all’ultimo valore di chiusura. In netto rialzo, invece, il prezzo petrolio, che si mantiene sui massimi degli ultimi 7 anni. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 81,34 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +2,07% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 84,00 dollari al barile, con una variazione di +1,95% rispetto al prezzo di chiusura di venerdì.

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