Piazza Affari, martedì 11 maggio: chiusura in netto ribasso, giù Amplifon, sale Banco Bpm

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata. 

chiusura borsa
Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Gettyimages)

Seduta molto difficile per tutte le borse mondiali quella odierna. La Borsa di Milano e le altre principali borse europee chiudono la giornata con perdite di circa due punti percentuali, trascinate al ribasso, già a partire dall’apertura di questa mattina, dall’ondata di vendite che ha avuto luogo ieri a Wall Street. Maggiormente colpito soprattutto il settore tecnologico, a livello globale, con il Nasdaq che ha terminato la scorsa seduta con una performance di -2,55%. Si interrompe, dunque, la serie di quattro sedute consecutive al rialzo per Piazza Affari.

Questo l’andamento registrato, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • FTSE 100 (Londra): -2,47%
  • CAC 40 (Parigi): -1,86%
  • DAX (Francoforte): -1,82%
  • IBEX 35 (Madrid): -1,72%
  • FTSE MIB (Milano): -1,64% a quota 24.396,01 punti indice
  • SMI (Zurigo): -1,21%

L’indice Euro Stoxx 50 termina la seduta in ribasso dell’1,92%, a quota 3.946, 06 punti, a dimostrazione della prevalenza dei venditori sui mercati azionari europei, durante la seduta odierna di negoziazione.

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Titoli migliori del FTSE MIB

Chiudono con una performance positiva soltanto i seguenti titoli azionari, tra quelli appartenenti al listino principale della Borsa di Milano:

  • Banco Bpm: +0,99%
  • Bper Banca: +0,90%
  • Unicredit: +0,57%
  • Mediobanca: +0,21%
  • Telecom Italia: +0,09%

Titoli peggiori del FTSE MIB

I titoli maggiormente colpiti da vendite, invece, sono stati i seguenti:

  • Amplifon: -4,11%
  • Cnh Industrial: -3,96%
  • STMicroelectronics: -3,37%
  • DiaSorin: -3,08%
  • Stellantis: -2,90%
  • Interpump Group: -2,76%
  • Exor: -2,75%
  • Enel: -2,54%
  • Hera: -2,37%
  • Tenaris: -2,37%

Stati Uniti: l’aumento dell’inflazione fa scendere le borse mondiali

I ribassi osservati ieri negli USA e oggi in Europa partono proprio da una situazione legata all’economia statunitense. Questo sentiment negativo viene imputato, infatti, dagli analisti alla preoccupazione degli investitori statunitensi verso un possibile deciso aumento dell’inflazione negli Stati Uniti, che porterebbe la Federal Reserve ad aumentare i tassi di interesse e, dunque, ad un rialzo del costo da sostenere per ottenere denaro in prestito dalle banche, pratica a cui molti investitori di Wall Street ricorrono.

Molti operatori, infatti, non credono che le pressioni inflazionistiche che si osservano attualmente in Cina e Stati Uniti, le più grandi economie mondiali, siano soltanto transitorie, come afferma la banca centrale statunitense. Il timore che l’aumento dell’inflazione non sia soltanto un evento temporaneo deriva soprattutto da questi fattori:

  • il netto incremento del prezzo delle materie prime, che a breve dovrebbe ripercuotersi anche sui prodotti finiti, destinati ai consumatori, determinando un rialzo anche degli indici dei prezzi al consumo, che rappresentano l’indicatore di inflazione maggiormente tenuto in considerazione dalla Fed. A tal proposito, saranno molto importanti i dati relativi a tali indici negli Stati Uniti, il cui rilascio è previsto per la giornata di domani (per maggiori informazioni al riguardo, consultare il calendario economico);
  • l’effetto combinato delle riaperture post lockdown e dei piani di spesa elaborati dal presidente Biden, che dovrebbero attribuire maggior potere d’acquisto anche alla popolazione con reddito medio-basso.

Continuano anche nella seduta attualmente in corso i ribassi, con i principali indici azionari che registrano delle perdite rispetto alla chiusura di ieri (18:30 ora italiana):

  • Dow Jones: -1,49%
  • S&P 500: -1,06%
  • Nasdaq: -0,37%

Altre notizie dai principali mercati finanziari: fase di incertezza per il Bitcoin

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, rimane stabile a quota 110 punti base (solo +1 rispetto a ieri): il rendimento del Btp sale a +0,94%, mentre il Bund ha un rendimento di -0,16%. In rialzo anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA), che risulta pari a +1,62%, non lontano dal massimo di +1,75% registrato il 30 marzo scorso.

Torna al di sotto della resistenza dei 58.000 dollari il Bitcoin, dopo il breakout effettuato con la candela giornaliera di sabato 8 maggio. Il mercato della criptovaluta più famosa attraversa da qualche giorno una fase di andamento laterale, con il prezzo attualmente pari a 56.100 dollari circa, in rialzo su base giornaliera dello 0,40%.

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Nel mercato valutario, si registra un leggero rialzo sul cambio Euro/Dollaro USA, che viene scambiato ad un tasso di 1,2167, con una variazione su base giornaliera di +0,31%.

Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, poco mosso il prezzo dell’oro, pari a 1.836 dollari l’oncia, corrispondente ad una variazione di -0,10% rispetto alla chiusura di ieri. Stabile anche il petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti)  quota 65,06 dollari al barile, con una performance di +0,20%, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 68,39 dollari al barile, con una variazione di +0,10% rispetto al valore di chiusura della scorsa seduta.

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